Stay tuned!!!
Tuesday, April 30, 2013
Far East Film Festival 15 - Introduzione
Stay tuned!!!
Wednesday, April 17, 2013
"Year of the Snake" ovvero CHIUSURA PER FAR EAST 2013
It's that time of year again, my friend!
Ad un paio di giorni dall' inizio della quindicesima edizione del FAR EAST FILM FESTIVAL, siamo pronti a partire per Udine e, di conseguenza, il blog entrerà in pausa per una decina di giorni (anche se, ahime, non è che sia stato molto attivo comunque nelle scorse settimane) ma al mio rientro troverete, come di consueto, le relazioni giornaliere di tutti i film visti.
Inoltre, considerate le proficue collaborazioni extra blog, potrete seguire una cronaca giorno per giorno dei film visti al FEFF anche su i-filmsonline. Mentre su CINE20 troverete a fine festival, con buone probabilità, i premi della redazione che, ci potete scommettere, non rispecchieranno quelli assegnati in via ufficiale!
A presto, folks!
Sunday, April 14, 2013
CINE20 - 94^ PUNTATA
Puntata speciale di CINE20 e non solo perchè viene pubblicata con imperdonabile ritardo, ma perchè contiene tutte le uscite in sala fino al 24 aprile. Il che vuol dire una pausa fino al 2 maggio ed una valanga di titoli interessanti tra i quali Iron Man 3, Kiki Consegne a Domicilio e Le Streghe di Salem.
Per non farci mancare niente, il buon Kusa ha recensito Hitchcock, i lfilm dedicato al geniale regista interpretato da Anthony Hopkins.
In attesa della versione Extended, arrivano nei negozi DVD e Bluray e Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato.
Leggeteci qui, non ve ne pentirete!
Monday, April 08, 2013
GO JOE! (AGAIN!)
Se per caso vi trovate oggi ad avere i vostri bei trentanni suonati, non potete non aver mai sentito parlare dei G.I. Joe. Non potete non essere mai incappati nella serie animata facendo zapping pomeridiano tra i canali televisivi. Non potete non aver avuto un contatto con i giocattoli a loro dedicati anche solo per caso (tipo il vostro compagno delle elementari che vi colpisce in testa con un elicottero dei Cobra). Ecco perché, se rientrate nella casistica precedente, il primo film dedicato ai Joe vi deve aver lasciati spaesati, colti dalla sensazione di aver sbagliato sala. Questo perchè poco o nulla di quel film ha a che fare con la serie animata o con i giocattoli, senza contare che è un film d'azione che da il suo meglio unicamente nel trailer. Alla Universal devono essersene accorti e, acchiappando il franchise fallimentare per i capelli, hanno capito che, se volevano tirarci fuori qualche bel soldino, bisognava darsi una regolata. E da qui la rivoluzione: fuori praticamente tutto il cast tecnico ed artistico e dentro nomi nuovi, alcuni conosciuti altri un po' meno. Alla cabina di regia siede Jon M. Chu, giovane regista con un passato lavorativo non proprio memorabile, che si dimostra comunque capace di gestire in maniera almeno decente un action fracassone come questo. Buone le sequenze di ampio respiro, dove si spara ed esplodono le cose, un po' meno quelle dei combattimenti corpo a corpo, troppo confuse (ma parte della colpa è anche dell' inutile 3D) e soffocate da riprese eccessivamente attaccate agli attori. Proprio sul fronte attoriale arrivano le vere novità visto che, a parte il coreano Byoung-hun Lee, tutti i volti del film precedente vengono sostituiti da altri, alcuni di grande richiamo per il genere (The Rock e Bruce Willis) e altri anche di ottima presenza (la bellissima Adrianne Palicki). E forse proprio grazie a delle figure più solide, si è riusciti a dare un' identità riconoscibile ai vari personaggi, tanto ai Joe quanto ai Cobra, rendendoli unici e riconoscibili come nel cartone televisivo, intento che è stato poi trasmesso anche agli elementi di contorno (armi e mezzi bellici vari). Naturalmente, nonostante questi aspetti che potremo anche definire positivi, non ci troviamo certo di fronte ad un miracolo ma ad un film che prende, giustamente ed onestamente, le distanze dal precedente. Le logiche hollywoodiane su questo tipo di prodotti poi, le conosciamo bene e dove si spende tanto in effetti speciali magari si risparmia su altri frangenti, come quello della sceneggiatura, anche troppo articolata per un film dai risvolti sempre prevedibili. Ma di sicuro quello che si centra è il target di riferimento che punta ai nostalgici, agli amanti del genere e soprattutto, visto che si evitano quasi totalmente particolari di violenza esplicita, ad un pubblico piuttosto giovane. Chi rientra in queste categorie non dovrebbe rimanere deluso.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, April 07, 2013
Lyrics of the Week + Video / ATOMS FOR PEACE - JUDGE, JURY AND EXECUTIONER
Don't worry, baby
It goes right through me
I'm like the wind and my anger will disperse
Thin persecutors
Your twisted whispers
A horned reptile that is crawled upon the earth
I went for my usual walk
Just tell it like it is
Tell it like it was
Judge and jury, executioner
Judge and jury, executioner
Judge and jury
When darkness follows
And no tomorrows
It's all been decided
All spies deceptive
All bouncing voices down the echo chamber
Don't worry, baby
It goes right through me
I went for my usual walk
I went around the block
I just can't talk or reason with my executioner
Judge and jury, executioner
Judge and jury
Been wasting trails
You talk in layers
I went for my usual walk
Tell it like it is
Tell it like it was
Judge and jury, executioner
Judge and jury
Don't worry, baby
It goes right through me
I'm like the wind and my anger will disperse
Thursday, April 04, 2013
CINE20 - 93^ PUNTATA
E se il nuovo G. I. Joe non facesse così schifo come ci si poteva aspettare? E se alla fine risultasse un film, nel suo genere, anche piuttosto onesto? Scopritelo con la nostra recensione seguita dalle uscite della settimana tra le quali ci sentiamo di consigliare in particolar modo Come Un Tuono ed il ritorno di Sly da protagonista con Jimmy Bobo - Bullet to the Head di Walter Hill.
Nei negozi arriva (finalmente) Amour di Haneke.
Siamo a portata di click perciò veniteci a leggere qui.
Wednesday, April 03, 2013
CROWS 0 su I-FILMSonline
Il liceo Suzuran non è una scuola come tutte le altre anzi, è l' esatto opposto dell' immagine idealizzata che si può avere di un istituto scolastico giapponese. Il corpo docente ha capitolato lasciando il posto alla legge del più forte: infatti gli "studenti", teppisti e piccoli criminali, passano le giornate a suonarsele di santa ragione per conquistare la vetta dell' istituto, obiettivo effimero al momento raggiunto da Tamao Serizawa. Ma la sua leadership è messa a rischio dall' arrivo di Genji, giovane figlio di un boss della Yakuza deciso a conquistare la scuola per dimostrare al padre di avere la stoffa di succedergli alla guida del clan. Tratto dall' omonimo manga di Hiroshi Takahashi, Crows 0 rappresenta forse il punto esatto dove il cinema di Takashi Miike, facendo per la prima volta i conti con la natura commerciale di un progetto, finisce per rimanere troppo in secondo piano. Evento più unico che raro e anche abbastanza inaspettato, a dirla tutta, considerato che fin dai primissimi minuti la mano del geniale e folle regista giapponese è perfettamente riconoscibile: una colonna sonora rockeggiante ci accoglie nel concitato incipit che, in perfetto stile Miike, presenta i personaggi principali e delinea a grandi linee il background in cui si muovono. Lo stile visivo e le invenzioni registiche, danno l' idea di quanto si sia cercato di rimanere fedeli alla natura fumettistica di Crows 0 ma, forse a causa delle alte aspettative, impossibili da non riversare su qualsiasi pellicola partorisca uno dei nomi più importanti ed interessanti del cinema giapponese (e non solo), rimane la convinzione che, le due ore su cui è spalmato il film, contengano solo una minima parte di quello che Miike poteva esprimere. Famose star, attori bellocci e volti di richiamo non avevano mai influito sull' operato del regista, perlomeno non nella maniera in cui, in Crows, alcune sequenze (quella della canzone nel locale è la più lampante) sembrano essere messe li di proposito come mera funzione di vetrina. Se fosse solo questo il problema però basterebbe sinceramente chiudere un occhio e andare avanti: eppure si ha la sensazione che, dopo una partenza travolgente, il film procede per inerzia ed il finale, una lunga (quasi infinita) rissa, piatta e poco coinvolgente, sembra esserne la conferma. Lontano chilometri dall' essere considerato una delle opere più significative di Miike, Crows 0 ha avuto comunque un ottimo successo di pubblico che gli ha garantito un seguito costruito su di una progressione narrativa quasi identica al primo. Il che ha confermato gli stessi pregi e sfortunatamente anche gli stessi difetti.
Recensione già pubblicata su i-filmsonline.
Recensione già pubblicata su i-filmsonline.
Tuesday, April 02, 2013
MAMMA CHE PAURA!
Non si può certo dire che Guillermo Del Toro non sia un regista che si fa desiderare. E' da Hellboy 2 che si attende un suo ritorno dietro la macchina da presa ma, nel corso di questo anni, ha preferito dedicarsi alla produzione di film in linea con la sua filmografia personale, racconti nei quali il fantastico e l' orrore sono le vie di fuga da un infanzia insidiata da contesti reali ben più problematici e pericolosi. Si può citare The Orphanage, forse il più riuscito, e i meno convincenti come Non Avere Paura del Buio e, sfortunatamente, anche La Madre. Il regista Adres Muschietti è arrivato all' attenzione del regista Messicano attraverso un suo corto, Mamà, tre minuti scarsi in cui due bambine vengono braccate da una creatura dalle sembianze femminili che chiamano "mama". Tanto è bastato a Del Toro per decidere di farne un lungometraggio, riproponendo per intero la sequenza che si vede nel corto e costruendoci intorno una storia che potesse reggere la durata di un lungometraggio. E qui cominciano i problemi perchè, nel mettere insieme un background solido dietro la storia delle due bambine protagoniste, a seguito di eventi drammatici rimaste sole per cinque anni in una cascina sperduta nei boschi, non si è andati oltre la più classica e riciclata storia del fantasma colmo di rancore bloccato nel nostro mondo, un tipo di storia di cui i giapponesi (Nakata e Shimitsu, su tutti) sono stati dei veri e propri maestri negli anni '90. Ma è soprattutto il finale, frettoloso e raffazzonato come non si vedeva da un po', a far saltare fuori tutti i limiti di una sceneggiatura nella quale non ci si è messo poi tanto impegno e sulla quale forse non ci si credeva neanche più di tanto. Lo scopo principale del film pare essere quello di spaventare senza fare davvero paura, lavorare sul singolo momento piuttosto che costruire una tensione palpabile ed un atmosfera disturbante continuativa. E con questo non si vuole dire che La Madre non abbia i suoi bei momenti ma non si avverte la volontà di fare un horror che prenda le distanze da quella marea di prodotti dozzinali che affogano il mercato. Mettendo perciò sull' impietosa bilancia le "intenzioni" ed il "risultato finale", il film di Muschietti ne esce sconfitto e noi, nonostante qualche salto sulla sedia, irrimediabilmente delusi.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
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