Tuesday, November 23, 2010

La lotta al terrorismo si fa UNTHINKABLE

Prendete 24 e togliete tutta l'azione, le esplosioni, gli inseguimenti, le sparatorie. Lasciate soltanto il contesto della lotta al terrorismo in una America post 11 settembre. Ora prendete un protagonista come Jack Bauer, uno che lavora sopra le regole, indipendente dalle agenzie governative. Togliete il suo impegno sul campo e lasciate la sua abilità negli interrogatori ma privo di qualsiasi scrupolo di coscienza. Il risultato è il sorprendente film di Gregor Jordan, Unthinkable ed il suo protagonista H, interpretato magistralmente da Samuel L. Jackson. Le vicende raccontate nel film cominciano negli uffici della sezione anti-terrorismo dell FBI. Il torpore di indagini di routine, condotte dall' agente Brody e dal suo team su alcuni possibili sospettati di appartenere a gruppi estremisti, viene interrotto quando gli investigatori si trovano per le mani, ed in maniera totalmente indiretta, una minaccia vera ed immediata: un cittadino americano, ex soldato ora convertitosi all' Islam, ha recapitato alle principali emittenti televisive un messaggio video nel quale minaccia di far detonare tre ordigni nucleari in tre diverse città degli Stati Uniti se le sue richieste non verranno soddisfatte. Una volta catturato l' attentatore, l' Esercito chiede la collaborazione dell' agente Brody per scoprire dove l' uomo ha nascosto le bomba e a lei affianca H, un misterioso individuo protetto dal Governo ed esperto di interrogatori e tortura. L' inizio di Unthinkable è assolutamente ingannevole e a conti fatti la sua funzione è quella di presentarci i personaggi e di condurli in quella stanza dove si svolgerà il 90% del film, dove Brody, H e alcuni militari avranno per le mani la vita del terrorista Yussur e quelle di centinaia di migliaia di americani. Da qui in avanti il film si fa brutale ed implacabile, un po' come la violenza fisica e psicologica che H dispensa con estrema lucidità, nel portare allo spettatore, diretto come un pugno in faccia, il dilemma morale che vivono i protagonisti: fino a quando si è disposti a mascherarsi dietro la propria moralità e lasciare che siano gli altri a fare il lavoro sporco? Quanta della nostra integrità siamo disposti a sacrificare per il cosiddetto "bene di tutti"? Unthinkable ci porta in quella zona d' ombra (la realtà?) che spesso il cinema di consumo ha paura di attraversare (non è un caso se il film ha trovato difficoltà nell' essere distribuito), dove si perde la differenza tra bene/male, tra giusto/sbagliato, buoni/cattivi. Rimane solo la responsabilità per le proprie scelte e il coraggio di affrontarne le conseguenze e non importa da che parte della barricata si stia tanto alla fine si perde tutti.

2 comments:

Anonymous said...

si, ok, aspetto il frame con il mostro. grazie. ivanov

Weltall said...

@ivanov: arriva presto, promesso ^^