Wednesday, May 05, 2010

Far East Film Festival 12 - Day 2

WHEAT
Regia di He Ping

L' importante selezione cinese del festival prosegue con un film storico profondamente anti bellico ambientato durante la battaglia di Chengping tra gli eserciti di Zhao e Qi, battaglia vinta, tra l'altro, proprio da questi ultimi. Due disertori dell' esercito di Qi si ritrovano, dopo una rocambolesca fuga, accolti da un villaggio di Zhao abitato unicamente da donne. Braccati ed in territorio nemico decidono di raccontare una versione tutta nuova degli esiti del conflitto. Si parla di guerra ma la guerra rimane quasi sempre sullo sfondo, i campi di battaglia scalzati dalle distese di grano pronto ad essere mietuto, vero punto di contatto tra i disertori e le donne del villaggio, unica cosa che conta da entrambe le parti proprio perchè, come i ragazzini risparmiati da morte certa in battaglia, esso rappresenta il futuro. Come spesso accade nel cinema della Cina continentale il film si prende i suoi tempi, spesso eccessivi, riuscendo però a veicolare un messaggio forte e a gestire con sicurezza il passaggio dal registro comico iniziale a quello maggiormente drammatico della conclusione. Apprezzabile unicamente se si riescono a metabolizzare i suoi novanta minuti che sembrano durare un' infinità, cosa che mi è riuscita a fatica.

MONGA
Regia di Doze Niu

L' industria cinematografica taiwanese è in continua espansione ed il primo dei due film in concorso al FEFF dimostra che si sta proseguendo sulla giusta strada. Monga è il nome di un quartiere di Taiwan che da anche il titolo al film. Qui, verso la fine degli anni '80, delle bande di gangster si dividono il potere. Il protagonista, Mosquito, si unisce a una di queste bande convinto di trovare quell'amicizia che gli è sempre mancata, trovandosi coinvolto però in una realtà fin troppo crudele e violenta. Il regista Doze Niu confeziona un gagster movie che, a parte qualche parentesi melodrammatica (sempre breve, grazie al cielo), si dimostra riuscito e convincente anche grazie ad una regia che da il suo meglio nelle risse e negli scontri, ripresi con sicurezza in lunghi pianosequenza. Ma Monga è anche un film che parla di legami di sangue e non, fratellanza e amicizia (virile, quasi in stile Miike), tutti sentimenti che la dura legge della strada cerca di annichilre ma che riescono a sopravvivere a costo di sogni infranti e tanto sangue versato. Una piacevole sorpresa, non c'è che dire.

GOLDEN SLUMBER
Regia di Nakamura Yoshihiro

Dopo il focus che gli è stato dedicato l'anno scorso, Nakamura Yoshihiro torna ad Udine con i suo ultimissimo film Golden Slumber in qualche modo legato ad uno dei suoi precedenti Fish Story. In entrambi una canzone da il titolo al film, in entrambi Nakamura imbastisce una storia complessa nel quale si nasconde un messaggio piuttosto semplice. Nel raccontare infatti la vicenda del sempliciotto Aoyogi, costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l' omicidio del primo ministro giapponese, il regista giapponese mette dentro un po' di tutto, teorie del complotto che strizzano l' occhio all' America, serial killer pericolosi ma che ispirano simpatia, assassini spietati legati alle alte sfere del potere, per parlare alla fine di amicizia, di un legame che il tempo non riesce a logorare e al quale sono legate le nostre radici. Il problema è che questo, come in Fish Story, è un po' poco per un film che dura quasi due ore e mezza, soprattutto se non riesce a mantenere l' incalzante ritmo iniziale. Si continua a parlare di Nakamura Yoshihiro come dello Shyamalan giapponese eppure non si riesce a vedere in lui ne la profondità registica ne quella sceneggiativa del regista americano, anzi, mi sembra tutto molto semplicistico ma imbastito come qualcosa di complesso e cervellotico. Non riesco a capire il suo cinema e quindi ad apprezzarlo anche se questo è senza dubbio il suo film migliore.

FIRE OF COSCIENCE
Regia di Dante Lam

Il poliziesco di Hong Kong nudo e crudo torna con l'ultimo film di Dante Lam, portando con se tutti gli elementi presenti anche nei suoi film precedenti, poliziotti al limite tra dovere e legalità che spesso si trovano o vorrebbero, sorpassarlo quel limite. In questo caso abbiamo Manfred, ossessionato dall' idea di trovare l'assassino della moglie, e Kee, poliziotto corrotto pericolosamente indebitato. Le loro strade si incrociano casualmente quando si trovano ad indagare sull' assassinio di una prostituta che potrebbe nascondere qualcosa di molto più grosso. Fire of Coscience è un action teso, non particolarmente originale e con qualche caduta di tono (il parto durante l'incendio nell' officina sa di redenzione per il protagonista ma è anche un po' una stonatura nel complesso), ma dal ritmo sostenuto per tutta la sua durata. Non mancano poi quelle sequenze che rendono il genere particolarmente apprezzabile, sparatorie, esplosioni, inseguimenti, incidenti, tutti gestiti da Lam con stile frenetico e adrenalinico. Forse non il meglio che si può trovare ma non ci si annoia mai.

2 comments:

Evan Wu said...

MONGA!!

Weltall said...

@Evan: YEAH!!! ^__*