Tuesday, January 22, 2008

"Together we will live forever"

Capita che film come The Fountain (L' Albero della Vita qui da noi) vengono massacrati un po' da tutti. Capita che se questi film sono girati da registi qualunque, non ci faccio neppure caso. Ma se dietro la macchina da presa c'è un regista apprezzato come Darren Aronofsky comincia a crescere dentro di ma una forte curiosità. Non rimane che recuperare il film, cosa che ho fatto. C'è da dire che il film di Aronofsky non accoglie lo spettatore a braccia aperte anzi, lo disorienta, perlomeno nella parte iniziale. Piano, piano però ci vengono dati tutti gli elementi per decifrare la storia, o meglio, le storie. The Fountain si svolge su tre piani temporali differenti che potremmo identificare come passato, presente, futuro ma anche come vita, morte, rinascita. In ognuno dei tre l'amore tra un uomo e una donna e l'ostinazione di lui nel voler salvare la vita di lei. Questo "ciclo" inizia (almeno per noi spettatori) nel presente: Tom è un ricercatore che sta cercando disperatamente una cura contro il cancro che possa salvare la vita della sua amata moglie Izzi. Tom è talmente ossessionato e spaventato dall' idea di perdere Izzi che arriva ad avere la presunzione di voler curare la morte come una qualsiasi malattia. Izzy da parte sua ha raggiunto la consapevolezza che la morte rappresenta solo un nuovo inizio e non ha paura per quello che l'aspetta. Le sue esperienze sono convogliate in un manoscritto, The Fountain, che lascia al marito prima di morire pregandolo di scrivere lui l'ultimo capitolo. Il manoscritto racconta di Tomas, un "conquistador" inviato dalla regina di Spagna Isabel in sud America (chiamata allora nuova Spagna) per trovare l' Albero della Vita, un segreto da tempo celato che potrebbe fermare l'ascesa dell' Inquisitore Silecio. A fare da collante tra passato e presente c'è il viaggio (l'ascesa) dell' uomo (Tomas/Tom) verso una stella morente, verso la fine e l'inizio di tutto (la "consapevolezza" di cui parlavo prima). Diciamolo chiaramente, The Fountain è un film difficile nato tra mille difficoltà: fortemente voluto da Aronofsky, che lavorava sulla sceneggiatura dai tempi di Requiem for a Dream, la produzione è stata improvvisamente interrotta dalla Warner. Per poter essere realizzato il film ha dovuto allora seguire un percorso "indipendente" e la sceneggiatura è stata praticamente riscritta. Non sapremo mai se il risultato finale corrisponde alle intenzioni iniziali: sicuramente Aronofky ha portato nelle sale The Fountain nella sua versione più personale, criptico nella narrazione, diretto nel raggiungere gli spettatori con il suo messaggio. Ma è sulla fotografia che tutti (o quasi) si trovano concordi nel definire magnifica (e lo è realmente), anche se credo che il film lasci qualcosa di più delle bellissime immagini immerse tra i colori e le luci di una stella che si spegne.

3 comments:

Edo said...

S T U P E N D O! Questo film arriva allo spettatore con una potenza incredibile.
Shibalba!

nicolacassa said...

Sembra un film interessantissimo!!

Weltall said...

@edo: mi ha colpito molto lo devo ammettere. la cosa mi ha stupito considerata la mole di critiche che sono state mosse a quest'ultimo lavoro di Aronofsky.
E' veramente potente (specialmente sul versante visivo) e lo vorrei rivedere.

@Nick: è interessante in effetti. Se ci sarà occasione lo vedremo insieme ^__^