Monday, June 10, 2013

Far East Film Festival 15 - Day 9

MARIPOSA IN THE CAGE OF THE NIGHT
Regia di Richard V. Somes


L' anima pulp del cinema filippino si agita e scalpita con tutta l' urgenza che ha una piccola cinematografia di essere ascoltata e capita. Il regista Richard V. Somes ci catapulta in una Manila notturna dove la protagonista Maya si trova a vagare nel disperato tentativo di scoprire che cosa è successo a sua sorella. Ma la grande città, foriera di promesse e miraggi ingannevoli, si dimostra un buco nero popolato da poliziotti corrotti e boss ossessionati da un' immagine femminile ideale, disposti a deturpare giovani donne con la chirurgia estetica pur di ottenerla. Questa lenta ma inesorabile discesa nell'incubo è resa acusticamente da una colonna sonora disturbante e visivamente da un lavoro sulle scenografie specificatamente curato per far sembrare ogni location sporca ed inospitale. Somes non si risparmia in brutalità e dettagli macabri anche di dubbio gusto, ma tutto è funzionale e nulla fine a se stesso. Peccato per qualche evidente problema di regia e montaggio nelle scene più concitate ma, per il resto, ci troviamo di fronte ad una delle sorprese nascoste del festival.

GHOST SWEEPERS
Regia di Shin Jung-won


Un gruppo di cartomanti, esorcisti, sensitivi ed esperti di occulto in generale, vengono radunati per cercare di svelare il mistero che si cela dietro l' isola di Ujin. Curioso ma funzionale mix di generi questo Ghost Sweepers che prende elementi horror (da L' Esorcista fino ai classici giapponesi come The Ring o Ju- on) ma li veicola attraverso il linguaggio della commedia. Naturalmente qui si parla di un tipo di comicità molto facile e immediato, che gioca a spezzare la tensione nel momento stesso in cui la si crea mettendo in piedi gag davvero riuscite. Pellicola di importanza minore all'interno della selezione coreana ma sicuramente in grado di regalare un intrattenimento senza compromessi.

SAVING GENERAL YANG
Regia di Ronnie Yu


Si diceva a proposito dell' orrido The Guillotines, di come la storia cinese offra spunti pressochè illimitati per il cinema che da anni attinge a piene mani. Questa volta è il turno della dinastia Yang, padre e i suoi sette figli che per decenni difesero l' impero Song. Quando però il padre, Yang Ye, viene costretto alla ritirata in battaglia, i suoi sette figli partono per salvarlo a costo di immani sacrifici. Quello di Ronnie Yu è, per nostra fortuna, un film di “cappa e spada” cinese puro e semplice: tanti personaggi, curatissimi costumi, ricche scenografie e studiate coreografie. C'è anche tanta computer grafica ma nei momenti migliori questa si fonde bene con l' azione “live” garantendo momenti di grande epicità e grande coinvolgimento e divertimento per tutti gli amanti del genere.

Resoconti già pubblicati su I-FILMSonline.

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