Monday, March 07, 2011

"I'm the one who's fighting"

Il cinema americano è sempre stato molto interessato alle storie legate alla box, sia quelle di personaggi fittizi (Rocky o Million Dollar Baby) che quelle prettamente biografiche (Toro Scatenato o Alì). Tra queste ultime rientra certamente anche quella di Miky Ward e del fratellastro Dick Eklund, una storia sportiva ma soprattutto di rivalsa personale che nasce in uno dei tanti sobborghi americani dove i legami familiari pesano come macigni e, anche se apparentemente ti sostengono, in realtà ti trascinano a fondo. In tutto questo la box è come il ramo a cui aggrapparsi per uscire dalle sabbie mobili, ma per Miky tenersi stretto a quell’ appiglio non sarà facile costretto a tagliare fuori la sua famiglia per avere una possibilità di diventare pugile professionista. Una storia di rivalsa si diceva ma anche di redenzione che coinvolge in parallelo anche Dick, la cui nascente carriera di pugile è stata presto soffocata dall’ uso di droghe, raccontata da David O' Russel in maniera un po' furbetta, calcando la mano su quegli aspetti con cui è più facile fare leva sulle emozioni degli spettatori (l' odiosissima famiglia allargata di Miky e Dick o la sofferta rottura e il prevedibile riavvicinamento con i propri legami di sangue) come d'altronde è facile aspettarsi da film biografici dall' anima così prepotentemente americana. Il lato sportivo scandisce il percorso personale e professionale del protagonista ma O' Russel non sembra interessato a renderlo un tratto distintivo del film ne a mettere negli incontri sul ring una particolare impronta registica, preferendo un taglio decisamente televisivo quasi a voler richiamare alla mente immagini di repertorio. Spostando l'attenzione sulle interpretazioni le cose si fanno decisamente più interessanti e se da una parte c'è un cast femminile su cui svettano Melissa Leo ed Amy Adams, in quello maschile troviamo un Mark Whalberg dimesso e compassato come il personaggio che interpreta richiede. Ma a sorprendere è soprattutto la bravura di Christian Bale che si cala nei panni di un personaggio problematico come Dick Eklund lavorando sopratutto sul proprio corpo, mimica, gestualità e perdita di peso compresi, dimostrandosi ancora una volta attore versatile e completo.

7 comments:

Kusanagi said...

Come ho detto anche da me, film bello ma non memorabile se non per le interpretazioni, tutte di buon livello se non ottimo.

Weltall said...

@Kusanagi: interpretazioni davvero notevoli ma forse per me il film è anche un po' meno che "bello" ^__*

Kusanagi said...

Massi' insomma, e' discreto ma nulla di piu' ...

Anonymous said...

A me è piaciuto come ha affrontato il tema "famiglia", partendo dal ring e allargandosi fino alla periferia. Poi, ovvio, sulle interpretazioni siamot tutti d'accordo. Bale è sempre più sorprendente.

Ale55andra

Weltall said...

@Ale55andra: è veramente difficile non essere d'accordo sulla qualità di queste interpretazioni, soprattutto quella di Bale, da applausi!

Pupottina said...

di questo film non voglio sapere niente... voglio solo vederlo ... ;-)

^____________^

buona domenica

Weltall said...

@Pupottina: torna a leggere quando l'avrai visto allora e fammi sapere che ne pensi ^^