Monday, December 07, 2009

La "sete" di Chan-wook

Se bastasse una sola visione per definire un film come Thirst, per giudicarlo, per assimilarlo nel suo complesso, allora forse non ci troveremo di fronte al film importante che, così a pelle, io credo che sia. Perchè l' ultima fatica di Park Chan-wook, è bene che lo si sappia, lavora in maniera tale da rimanere in testa ben dopo la visione, imprimendosi come una figura astratta della quale definiamo i contorni e la consistenza solo con il tempo. Il primo impatto con il film non restituisce sensazioni immediate come con i sui lavori precedenti, non si grida al capolavoro come per la Trilogia della Vendetta o non si viene rapiti dalla struggente dolcezza come in I'm a Cyborg but That's Ok, cosa che di per se non costituisce un difetto, ma rende l'idea di come la pellicola sia stata concepita per portare lo spettatore su di un terreno sicuro per poi toglierglielo improvvisamente da sotto i piedi. Da un punto di vista puramente formale il film si mantiene sugli altissimi livelli ai quali Park ci ha fin troppo bene abituato, dimostrando di essere uno dei pochi registi in grado di rendere una sequenza o una semplice inquadratura, indimenticabile anche solo attraverso dei dettagli, sia questo il colore di un vestito o una macchia di sangue su di un pavimento bianco. Ma è il modo in cui si muove tra i generi a rendere Thirst un film così sfuggente: seguendo un trend ormai diffuso a livello mondiale, Park costruisce il suo film su delle premesse che sembrano dirette all' horror a tema vampiresco. Il protagonista infatti è un prete (interpetato da Sang Kang-ho sempre a suo agio anche in ruoli drammatici) che, sottopostosi a sperimentazione di un vaccino per un virus, riceve una trasfusione di sangue infetto che lo trasforma in un vampiro. Pur sfruttando tutti i classici elementi del genere, Chan-wook utilizza principalmente il nuovo status del protagonista per metterlo di fronte ad una crisi di Fede, dividerlo fra servire Dio incondizionatamente o cedere all'amore e ai desideri della carne. Ed è qui che entra in scena il personaggio femminile, una vera femme fatale intepretata da una splendida Kim Ok-bim, che ribalta i ruoli trasformando il predatore in preda, un fedele uomo di Dio in una creatura perduta in un amore sofferto e irrealizabile. Un ribaltamento totale insomma tra la prima e la seconda parte del film dove, ad un voluto distacco, si contrappone un crescendo di emozioni e violenza fino ad un finale tragico ed inevitabile.

6 comments:

Tob Waylan said...

Grande, non vedo l'ora di vederlo.
Si "trova" già in giro? o è uscito in sala e non me ne sono accorto? :P

Weltall said...

@Tob: si "trova" in giro ^__*

frenzmag said...

mi indichi il sito per i sottotitoli che non li ho trovati ?
grazie

Weltall said...

@frenzmag: prova qui

http://subscene.com/Thirst-Bakjwi/subtitles-79533.aspx

Fammi sapere se vanno bene ^__*

pilloledicinema said...

Ma un'uscita in sala non è proprio prevista? Mi fanno impazzire ste cose.
Ciao

Weltall said...

@pilloledicinema: al momento, almeno per quel che ne so io, un' uscita in sala non è prevista. Si può solo sperare...