Wednesday, June 14, 2017

Yakuza, vampiri e rane giganti


Yakuza Apocalypse è come un viaggio indietro nel tempo di almeno dieci anni, quando il nome di Takashi Miike circolava tra un numero ristretto di attenti cinefili che con estrema pazienza e vorace curiosità cercavano di recuperare tutto il possibile del geniale e prolifico regista giapponese.
Impossibile allora non imbattersi nelle sue pellicole a tematica "yakuza", da Ichi the Killer fino alle trilogia di Dead or Alive, titoli che con Yakuza Apocalypse condividono lo spirito anarchico del loro creatore e la sua volontà di travalicare il genere lascinado la propria personalissima impronta.
Il film parte da un incipit semplice che presenta subito i principali protagonisti, un boss molto amato e il pupillo che decide di seguirne le orme. Ma il boss è un vampiro il cui morso trasforma le persone in yakuza come lui. Da qui un Big Bang deflagra nella pellicola popolandola di cacciatori di vampiri con tanto di bara a tracolla, esperti di arti marziali vestiti da nerd e assassini in costume da rana, in una continua escalation che si ferma solo all'apparire dei titoli di coda.

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