Wednesday, November 09, 2011

"I'm gonna take the tiger outside for a ride"


Era dall' estate del '98 che Noel Gallagher esprimeva il desiderio di fare un album solista. Si promuoveva Be Here Now in quei mesi, il terzo album degli Oasis, e Liam vedeva in quell' ipotesi la fine del gruppo. Bè, dieci anni più tardi Noel non aveva ancora realizzato quel suo desiderio eppure gli Oasis hanno raggiunto comunque il capolinea. A giudicare dal loro ultimo lavoro, Dig Out Your Soul, letteralmente spaccato in due metà perfettamente distinte, la separazione era solo cosa da formalizzare e che a conti fatti ha portato alla nascita di due entità musicali distinte, i Beady Eye, dei quali ci interessa ben poco, e Noel Gallagher's High Flying Birds. Con la partecipazione di un nutrito numero di musicisti diversi e con l' ottima produzione di David Sardy (che già aveva dato il suo prezioso contributo per Don't Believe the Truth e Dig Out Your Soul), Noel Gallagher mette insieme un disco che trova nella semplicità la sua carta vincente, dove "semplicità" è da tradurre in una ritrovata ispirazione compositiva, sempre presente ma andata leggermente appannandosi a partire dagli anni 2000, unita ad una maggiore consapevolezza e maturità. Non stiamo parlando del disco che riscriverà la storia della musica, nel del disco del secolo, ne del disco dell' anno (forse a livello strettamente soggettivo, forse si) ma probabilmente del disco che ci si aspettava, un lavoro onesto che non taglia i ponti con il passato ma in qualche modo crea una gradevole continuità anche grazie a pezzi come Stop The Clocks e (I Wanna Live in a Dream) in My Record Machine riemerse dalle demo sessions di Heathen Chemistry. Per le novità si aspetta il side project annunciato per il 2012.

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