Wednesday, October 28, 2009

La notte delle streghe di Carpenter

Probabilmente John Carpenter e Debra Hill non si aspettavano che un film incentrato su di una babysitter (interpetata da una Jamie Lee Curtis esordiente) suo malgrado perseguitata da un feroce serial killer mascherato, girato in appena venti giorni e con un budget irrisorio, avrebbe sbancato il botteghino e raggiunto lo status di cult (a conti fatti, definizione che gli va pure stretta) negli anni a venire, trasformando Michael Myers in una icona horror assoluta al fianco di personaggi come Freddy Kruger, Jason o Leather Face. Quel che ha permesso a questo personaggio di ritagliarsi il giusto spazio negli incubi degli spettatori non è solo la sua inquietante maschera senza espressione, ma soprattutto la ferma intenzione di Carpenter di rappresentare, non un assassino disturbato qualsiasi, quanto il male assoluto e senza volto, che si manifesta senza una ragione precisa tanto sotto le sembianze di un bambino quanto sotto quelle di un adulto. Un male incomprensibile, impossibile da razionalizzare e perciò più facilmente assimilabile a leggende o superstizioni. E proprio a tal proposito, ambientare gli avvenimenti durante la notte di Halloween, è risultata una scelta assolutamente vincente che ha contribuito a creare la giusta cornice al film. Il resto è pura maestria di Carpenter regista (sua anche la storica colona sonora), "artigiano" di cinema consapevole nel costruire alcune sequenze memorabili dove la macchina da presa rimane sempre in movimento: la lunga soggettiva iniziale potrebbe essere un esempio, o altrimenti la sequenza dove Laurie scopre i cadaveri dei suoi amici. E' qui che il film raggiunge il suo climax, il momento dove quella che era solo una sagoma in lontananza, un' ombra che una volta sbattute le palpebre scompare, si manifesta alla protagonista in tutta la sua minacciosa presenza, uscendo simbolicamente dall' oscurità e dai margini delle inquadrature dove Carpenter l'aveva relegata per giocare con i nervi dello spettatore, con uno stillicidio che diventa lentamente un inarrestabile fiume in piena. Un gioco, per altro, cha a Carpenter riesce alla perfezione.

3 comments:

Chimy said...

Anche qui non posso esimermi dal commentare :). Uno dei miei film preferiti in assoluto, un capolavoro del cinema, con un inizio...ma un inizio...per il quale non trovo più aggettivi ;)

Weltall said...

@Chimy: scherzi? Sempre graditissimi i tuoi commenti soprattutto per film di questa caratura ^__^

Ne approfitto anche per segnalarti, se già non lo sapevi, che la settimana scorsa è uscita l'edizione speciale del film, parecchio ricca di contenuti extra soprattutto nel secondo disco ^__^

Chimy said...

Molto interessante... non sapevo :)