Sunday, February 28, 2010

Lyric of the Week + Video / THE LONELY ISLAND - NATALIE'S RAP (feat. NATALIE PORTMAN)

Meravigliosa anche quando fa la cattiva*

Qui la versione non censurata

And in 3, 2...

[Chris Parnell] We're sitting here today with film star Natalie Portman
[Natalie] Hello.
[C] So Natalie, what's a day in the life of Natalie Portman like?
[N] Do you really wanna know?
[C] Please, tell us.

[Natalie Portman]
I don't sleep motherfucker off that yak and a durban
Doin 120 gettin head while I'm swervin
(Damn Natalie, you a crazy chick)
Yo, shut the fuck up and suck my dick
I'm bustin dudes mouths like gushers motherfucker
Pull up on NBC and smack the shit outta Jeff Zucker
What you want Natalie? (To drink and fight!)
What you need Natalie? (To fuck all night!)
Don't test me when I'm crazy off that airplane glue
Put my foot down your throat til your shit in my shoe
Leave you screamin, pay for my dry-cleanin
Fuck your man it's my name that he's screamin!

[C] I'm sorry Natalie, are we to believe that you condone driving while intoxicated?
[N] I never said I was a role model
[C] But, what about the kids that look up to you? Do you have a message for them?

[Natalie Portman]
All the kids lookin up to me can suck my dick
It's Portman motherfucker, drink til I'm sick
Slit your throat and pour nitrous down the hole
Watch you laugh and cry; while I laugh, you die
And to all the dudes, you know I'm talkin to you
(We love you Natalie!) I wanna fuck you too!
(P!) It's for Portman! (P!) It's for pussy
I'll kill your fuckin dog for fun, so don't push me (hahaha..)

[C] Well Natalie, I'm surprised, all this from a Harvard graduate?
[N] Well, there's a lot you may not know about me
[C] Really, such as?

[Natalie Portman]
When I was in Harvard I smoked weed everyday
I cheated every test and snorted all the yay
I gotta def posse, you gotta lot of dudes
I sit right down on your face and take a shit

[The Lonely Island]
Natalie, you are a bad ass bitch (hell yeah~!)
And I'll always pay for your dry-cleanin
When my shit gets in your shoe (What!) as for the drug use
Well I can't vouch for that, my dick is scared of you (ooh)

[Outro]
[C] Hoky dok... Natalie, one final question. If you could steal a smooch from any guy in Hollywood who would it... (Sound of chair being broken over the interviewer's head)
[N] No more questions

What!

*anzi, forse pure di più ^__^

Thursday, February 25, 2010

CINEQUIZ - ST.01 - EP.19 "One to the left, three to the right"

Ah! Questa è una bella sfida!


Secondo frame! Questo non è un orologio qualsiasi: il regista l'ha usato anche per il suo film successivo!!!


Soluzione: FOLLOWING
Vincitore: Grace

Classifica:
Grace - pt. 13
Chimy - pt. 7
Nick - pt. 4
Tob - pt. 3
Spino - pt. 2
frenzmag - pt. 1
Hazred - pt. 1
sommobuta - pt. 1

Vi metto anche il terzo frame dove, neanche a farlo di proposito, si intravede il futuro cinematografico di Nolan ^__*


Wednesday, February 24, 2010

Un "occhio nel cielo" sul cinema di Hong Kong

Quando si parla di Milkyway il pensiero non può che andare al cinema di Johnnie To che, insieme a Wai Ka-fai, è anche uno dei fondatori di questa importante casa di produzione cinematografica. Ma se si ha una minima conoscenza del cinema prodotto ad Hong Kong si saprà certamente anche che la Mikyway rappresenta un "vivaio" per talentuosi registi e sceneggiatori che possono contare su di una struttura ben consolidata in cui crescere artisticamente. Tra questi c'è Yau Nai-Hoi, sceneggiatore di alcuni importanti film di To (PTU, i due Election, The Mission, Running Out of Time e A Hero Never Dies, giusto per citare i più noti), il cui esordio alla regia è arrivato nel 2007 con il film Eye in the Sky da lui stesso scritto. Il titolo della pellicola è utilizzato in gergo poliziesco per intendere la sorveglianza ed è esattamente di quello che si occupa la SU (Sourveillance Unit) della polizia di Hong Kong che si divide il ruolo di protagonista con un organizzatissima banda di rapinatori ai quali danno la caccia. Fondamentalmente Eye in the Sky si presenta come un film sulla carta semplicissimo, dove i buoni danno la caccia ai cattivi, solo che qui avviene dall' inizio alla fine del film. La capacità sceneggiativa di Nai-Hoi emerge prepotente quando ci rendiamo conto di come la pellicola scorra agevolmente per i suoi novanta minuti, tra rapine, inseguimenti, pedinamenti e qualche bella sparatoria, con dei momenti veramente ridotti per tirare il fiato. Pur muovendo i suoi primi passi dietro la macchina da presa non si può certo dire che la sua andatura non sia decisa e sicura di se, cosa che per un opera prima è qualcosa che non si può sottovalutare: partendo dalla sceneggiatura infatti, Nai-Hoi sembra quasi che traduca il testo in un linguaggio registico che ne diventa naturale complemento. L' "eye in the sky" che sorveglia poliziotti e criminali è infatti quello del regista hongkonghese che con la macchina da presa cattura i suoi attori dall' alto, da sopra i tetti, si butta in mezzo al traffico. Lo zoom si fa spazio tra la gente mentre i "vuoti" negli spazi chiusi sono coperti da telecamere spia e di sorveglianza. Nai-Hoi maneggia la materia "thriller" con l'apparente distacco di un "grande fratello", dimostrando che il cinema dell' ex colonia britannica continua a godere di ottima salute anche grazie a neo registi per i quali si intravede un brillante futuro.

Tuesday, February 23, 2010

"Detective, you run this precinct like chicken night in Turkey."

Bisognerebbe recuperare e riscoprire più spesso i film del passato, specie pellicole come Distretto 13 Le Brigate della Morte, datato 1976, che ancora oggi rappresenta non soltanto una delle meglio cose partorite da John Carpenter ma anche un autorevolissimo esempio su come si realizzare un remake che, pur restando fedele all' originale, gode di una propria identità. Concetto che calza a pennello con questo film che a suo volta è stato oggetto di un recente e inutile rifacimento ma che potrebbe essere applicato a tantissimi altre produzioni che puntano al risultato commerciale piuttosto che provare almeno a rileggere la pellicola originale. Carpenter ambienta il suo film in una Los Angeles irriconoscibile, un non-luogo dova la criminalità dilaga (che ricorda molto la New York notturna dove Walter Hill ambienterà il suo I Guerrieri della Notte) e dove un gruppo veramente male assortito si deve difendere all' interno del distretto di polizia dall' assalto di una banda criminale in cerca di una cieca e assurda vendetta: c'è il tenente Bishop assegnato al distretto la notte in cui questo chiuderà i battenti per essere trasferito altrove. C'è un gruppo di criminali tra cui un condannato a morte, un padre sotto shock dopo aver assisitito all' omicidio della figlia, una centralinista ed un' impiegata. Con questi elementi Carpenter rifà e omaggia ripetutamente Un Dollaro D' Onore di Howard Hawks, abbracciando anche il cinema di Romero e contaminando così un classico western metropolitano di elementi horror: il distretto isolatto diventa come la casa de "La Notte dei Morti Viventi" un apparente rifugio sicuro ma anche una trappola mortale. Ma anche i nemici senza volto che aumentano di numero e assaltano il distretto sfondando porte e finestre in pieno stile zombi romeriano. Carpenter scrive, dirige, monta (con lo pseudonimo di John T Chance, nome del personaggio di John Wayne in Un Dollaro d' Onore) e musica (colonna sonora perfetta e che ti entra direttamente in testa) un film dai tempi perfetti, personaggi riusciti (il condannato a morte è dipinto quasi come un' eroe romantico), dialoghi taglienti ma soprattutto un ironia ed un coraggio (l' assassinio della bambina è così improvviso e "freddo" da colpire come un pugno in faccia) che raramente si trova nel cinema di oggi. O perlomeno, è raro trovare tutti questi elementi legati assieme in maniera così riuscita.

Monday, February 22, 2010

I non tanto AMABILI RESTI

Non so se dipenda dal fatto che non ho letto il libro di Alice Sebold ma mi risulta otremodo difficile digerire il film che Peter Jackson ne ha tratto. La stessa squadra che è riuscita a portare sullo schermo nella sua interezza Il Signore degli anelli (lo stesso Jackson in coppia con la moglie Fran Walsh) si trova qui alle prese con una storia che si muove su piani differenti, per i quali si necessitano approcci differenti che il regista neozelandese fa il possibile per seguire con risultati troppo altalenanti per dare la giustà solidità ad una storia difficile come quella di Susie Salmon, quattordicenne brutalmente assassinata da un insospettabile vicino di casa mentre tornava a casa da scuola, intrappolata in una sorta di limbo dal quale osserva la sua famiglia, il ragazzo di cui è innamorata e il suo stesso assassino (uno straordinario Stanley Tucci che ci restituisce un "mostro" come non ne vedevamo da un po' al cinema) . Una storia quasi corale dove alcuni personaggi appaiono fin troppo sacrificati in funzione di una narrazione che si concentra su alcuni di loro in particolare: assisitiamo quindi alla dolorosa elaborazione del lutto della famiglia di Susie, al suo assassino che indisturbato si prepara ad un nuovo omicidio e alla stessa Susie che osserva tutto questo quasi impossibilitata ad accettare il suo trapasso e tutte le cose che si è lasciata dietro. Il mondo perfetto di Susie, coloratissimo e dall' atmosfera tanto "seventy" (decennio tra l'altro in cui è ambientata la storia), dovrebbe fare da collante con il resto del film risultanto spesso e volentieri un mero sfoggio di "visioni" troppo fini a se stesse. Non è sempre così (lo splendido naufragio delle navi in bottiglia ne è un esempio ma ce ne sono fortunatamente anche altri) ma non capisco come un regista come Jackson si dimostri un fine narratore per immagini (i disturbanti grandangoli sulle dita dell'assassino o tutta la parte iniziale fino alla presa di coscienza da parte di Susie della propria morte) e allo stesso tempo così grossolano quando c'è da mostrare i sentimenti e i desideri romantici di una adolescente sbagliando, a mio personalissimo giudizio, una delle sequenze più importanti del film (il prefinale nella discarica). Insomma è difficile promuovere un film così dove si alternano registri diversi che non legano tra loro ed è impossibile chiudere un' occhio in favore delle parti più riuscite (perchè ce ne sono, per carità) quando un regista come Peter Jackson ci ha sempre abituato a tenerli entrambi bene aperti e spalancati.

Sunday, February 21, 2010

Lyric of the Week + Video / CHEMICAL BROTHERS - LET FOREVER BE (feat. NOEL GALLAGHER)

**Chemical Brothers + Noel + Gondry = LOVE**


How does it feel like,
To wake up in the sun?
How does it feel like,
To shine on everyone?
How does it feel like,
To let forever be?
How does it feel like,
To spend a little lifetime sitting in the gutter?

Scream a symphony.

How does it feel like,
To sail in on the breeze?
How does it feel like,
To spend a little lifetime sitting in the gutter?

Scream a symphony.

How does it feel like,
To make it happen here?
How does it feel like,
To breathe with everything?
How does it feel like,
To let forever be?
How does it feel like,
To spend a little lifetime sitting in the gutter?

Scream a symphony.

How does it feel like,
To be a crystalline?
How does it feel like,
To spend a little lifetime sitting in the gutter?

Scream a symphony.

Thursday, February 18, 2010

CINEQUIZ - ST.01 - EP.18 "Maybe next time you will pay attention"


Ok, lo ammetto. Probabilmente questo era il frame più bastardo da quando ho cominciato il Cinequiz, fuorviante e ingannatore. Ora mi/vi rimetto in carreggiata e scommetto che aggiusterete subito il tiro. Ecco il secondo frame:


Terzo frame!!!


Soluzione: E VENNE IL GIORNO (The Happening)
Vincitore: Chimy

Classifica:
Grace - pt. 11
Chimy - pt. 7
Nick - pt. 4
Tob - pt. 3
Spino - pt. 2
frenzmag - pt. 1
Hazred - pt. 1
sommobuta - pt. 1

Wednesday, February 17, 2010

Metti un giorno al GioCoMix e...Cinequiz!

La cosa che risulta evidente mentre scrivo (e che forse risulterà evidente a chi leggerà) è che con questo post forse non riuscirò a rendere giustizia all' ottima iniziativa che si è rivelata essere il GioCoMix, grazie all' impegno profuso da Fabio Attoli ma anche da tutti gli altri ragazzi dell' associazione Mondi Sospesi e dai partner che hanno dato il loro importante contributo.
Mi spiace soprattutto che il mio materiale fotografico sia un po' fiacchino e di non poter mostrare qui il gran lavoro fatto sui costumi dai partecipanti al contest Cosplay (causa una posizione che non ha permesso di fare foto decenti), l'area giochi di ruolo o quella di
Tomobiki (dove mi sono cimentato in una partita a Modern Warfare 2 su PC).
Le foto che vedrete sono fatte invece nell' Area Games, quella più ampia, quella più "vissuta", che ospitava Angelo Porazzi (
qui il suo resoconto con foto dell' evento) ed il suo Warangel ed altri giochi dell' Area Autoproduzione. Ma qui i visitatori (e non solo) hanno potuto cimentarsi anche in tantissimi altri giochi messi a disposizione da La Città del Sole, la Ludoteca Neverland, e tornei organizzati dalle fumetterie Altrove di Cagliari e Iglesias, Munchkin Sardegna e, si, anche WELTALL'S WOR(L)D con il Cinequiz.
Prima di proseguire è giusto e doveroso un ringraziamento a Michele di Altrove per l' intuizione vincente, per avermi permesso di portare il gioco al GioCoMix e per i validi consigli dati nel trasformare la sfida cinefila online nella sua versione "live". Ringrazio i partecipanti alla sfida delle 12:00, i quattordici coraggiosi che hanno sperimentato l'inedita formula. Ringrazio di cuore tutti quelli che sono tornati per la sessione delle 19:00 (della quale purtroppo al momento non ho foto) portando con loro, grazie al passaparola, altri giocatori fino a raggiungere quota ventuno partecipanti . A tutti loro vanno anche i miei più sentiti complimenti per essersi cimentati nel gioco, per aver messo alla prova le loro conoscenze cinematografiche con ottimi risultati, sperando che si siano divertiti con il Cinequiz almeno la metà di quanto mi sono divertito io a proporlo.
Ultimo ma non ultimo ringraziamento va a Deiv, per l'assistenza tecnica nel fornire l' hardware (suo il monitor 24" che abbiamo usato) e per il conteggio dei punti in tempo reale, e a Rosuen per la raccolta dei ticket risposta e per l' instancabile opera di "reclutamento".
Credo di non aver dimenticato nessuno e perciò ora lascio spazio alle foto:

Il Lazzaretto di Cagliari, luogo dove si è svolto il GioCoMix, a due passi dal mare.

Deiv nella nostra zona in pieno allestimento.

Ancora Deiv. A lui il compito di segnare il punteggio...no così, tanto per dire ^__^

L' Area Games cominciava ad animarsi.

La mia prima partita a Magic in assoluto, assistito da Michele (Altrove Cagliari) e Simone (Ludoteca Neverland) che mi ha dato una sonora lezione ^__^.


Eccoli qui i primi 14 partecipanti al Cinequiz!!! Nella seconda foto Angelo Porazzi cattura i primi attimi del Cinequiz per l'articolo del suo sito.

Abbiamo anche provato ad usare un video proiettore ma la luminosità della sala ed alcuni problemi tecnici con il PC di Deiv ci hanno portato ad usare solo il monitor (che tra l'altro mi sembra abbia svolto il suo dovere egregiamente).

Non so perché avessi una mano in faccia ma so per certo che il film che si vede sullo schermo è il primo ad essere stato indovinato al primo frame. Complimenti davvero!!!


Daniele, il vincitore assoluto. Si aggiudica il primo Cinequiz ed il buono da 25 €. messo in palio da Altrove Iglesias con 6 punti. Ma anche il secondo Cinequiz è suo con 9 (pazzesco!) cedendo in maniera molto sportiva il premio al secondo classificato.


Dopo uno spareggio, e con il ragguardevole punteggio di 6, è Stefano ad aggiudicarsi il secondo buono da 25 €. questa volta gentilmente offerto da Altrove Cagliari. Nella foto, insieme a me, Stefano e Giada nei loro costumi "steampunk" pronti per la festa in maschera che sarebbe cominciata da li a poco.

In attesa delle foto sul sito del GioCoMix, questo è tutto. Peccato se vi siete persi questa bella giornata ^__^

Tuesday, February 16, 2010

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI - UP, BASTARDI SENZA GLORIA, DISTRICT 9

Formula un po' particolare questa volta per i "Consigli per gli acquisti". In un solo post ho voluto raccogliere tre uscite diverse, tre film importanti che rappresentano in qualche modo anche tre maniere differenti con le quali le principali major cercano di "spingere" il nuovo formato Bluray Disc in alta definizione:

Produttore: Walt Disney
Distributore: Walt Disney Studios Home Entertainment
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Inglese non udenti
Extra: Parzialmente nuvoloso: cortometraggio, La missione speciale di Dug, L'avventura è qua fuori - documentario, Scena alternativa: I molteplici finali di Muntz, Commento audio del regista.
Regione: 2 italia
Confezione: amaray

Produttore: Walt Disney
Distributore: Walt Disney Studios Home Entertainment
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Italiano, Tedesco DTS ES 5.1, Inglese DTS HD 5.1, Turco Dolby Digital EX 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Inglese non udenti, Tedesco, Turco
Extra: Dico1 -Parzialmente nuvoloso: cortometraggio, La missione speciale di Dug, L'avventura è qua fuori - documentario, Scena alternativa: I molteplici finali di Muntz, Modalità Cine-explore (esclusiva Bluray) cone commento audio del regista doppiato, disegni e storyboard "picture-in-picture", Easter egg; Disco2 (esclusiva Bluray) - Ducumentari, Scena alternativa "vita coniugale", Montaggio promo UP, Gioco a punti "Il Gurdiano Globale", Trailer
Regione: B Italia
Confezione: amaray

Note: la Walt Disney sembra quella che vuole mettere subito bene in chiaro che il Bluray è il futuro, almeno per loro. L' edizione Bluray di UP è già di riferimento per qualità video e anche gli extra sono più ricchi che nella versione DVD (anche se stranamente inferiori a quelli di Wall-E). Rimangono comunque parecchie perplessità per questa politica che vuole dare grande priorità ad un formato ancora poco diffuso a discapito di uno molto ben radicato, con una politica dei prezzi che spezza le gambe al fruitore del DVD. L'edizione in disco argentato infatti arriva a costare quasi 20 €. (ed è un disco singolo) mentre l'edizione Bluray costa appena cinque Euro in più. Chiaro che, potendo scegliere, il disco blu è l'unica scelta, che tra l'altro è quella che ho fatto io, ma continuo a non condividere queste soluzioni così drastiche.

Produttore: Universal
Distributore: Universal
Video: 2.40:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese, Spagnolo Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Francese, Spagnolo, Bulgaro, Olandese, Portoghese, Rumeno
Extra: Scene Estese & Alternative, Nation’s Pride - Film Completo, Discussione di Gruppo con Quentin Tarantino, Brad Pitt ed Elvis Mitchell, Il Making Of di Nation’s Pride, "Gli Originali Inglorious Bastards" featurette, "Una Chiacchierata con Rod Taylor" featurette, "Rod Taylor parla della Victoria Bitter" featurette, "L’Angelo della Cinepresa di Quentin Tarantino" featurette, "Ciao Sally" featurette, Tour della Galleria Poster del Film con Elvis Mitchell, Galleria Poster di Inglourious Basterds, Trailer
Regione: 2 Italia
Confezione: slipcase

Produttore: Universal
Distributore: Universal
Video: 2.40:1 anamorfico 1080p
Audio: DTS 5.1 Italiano, Francese, Spagnolo; DTS HD Inglese
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese, Cantonese, Danese, Olandese, Portoghese, Finlandese, Coreano, Norvegese, Svedese, Mandarino
Extra: Scene Estese & Alternative, Nation’s Pride - Film Completo, Discussione di Gruppo con Quentin Tarantino, Brad Pitt ed Elvis Mitchell, Il Making Of di Nation’s Pride, "Gli Originali Inglorious Bastards" featurette, "Una Chiacchierata con Rod Taylor" featurette, "Rod Taylor parla della Victoria Bitter" featurette, "L’Angelo della Cinepresa di Quentin Tarantino" featurette, "Ciao Sally" featurette, Tour della Galleria Poster del Film con Elvis Mitchell, Galleria Poster di Inglourious Basterds, Trailer
Regione: B (?) Italia
Confezione: slipcase

Note: siamo ben contenti che finalmente un film di Tarantino abbia un' edizione DVD completa su tutti i frangenti (sottotitoli ed extra in particolar modo) e siamo ancora più contenti che la Universal lasci all' utente la possibilità di scegliere che formato acquistare: l' edizione speciale DVD e quella Bluray sono infatti identiche sotto il profilo degli extra mentre per quel che riguarda audio e video, naturalmente, il nuovo formato supera di misura quello vecchio. La differenza di prezzo tra i due si aggira intorno ai 4 € e disponendo di un lettore Bluray e un televisore FullHD fare una scelta non dovrebbe essere troppo difficile.

Produttore: Sony Pictures
Distributore: Sony Pictures
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: italiano, inlgese, greco, portoghese
Extra: Commento del regista e co-sceneggiatore Neill Blomkamp, Scene eliminate, Documentario "La problematica aliena: il diario del produttore cinematografico", Metamorfosi - La trasformazione di Wikus, Innovazione - Recitazione e improvvisazione, Ideazione e Design - La creazione del mondo di District 9, Generazione aliena - Effetti visivi
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray con copertina che diventa poster elettrostatico

Produttore: Sony Pictures
Distributore: Sony Pictures
Video: 1.85:1 anamorfico 1080p
Audio: Italiano, Inglese DTS HD 5.1
Sottotitoli: italiano, inlgese, greco, portoghese
Extra: Commento del regista e co-sceneggiatore Neill Blomkamp, Scene eliminate, Documentario "La problematica aliena: il diario del produttore cinematografico", Metamorfosi - La trasformazione di Wikus, Innovazione - Recitazione e improvvisazione, Ideazione e Design - La creazione del mondo di District 9, Generazione aliena - Effetti visivi, movieIQ (esclusiva Bluray), Cinechat (esclusiva Bluray), Mappa interattiva (esclusiva Bluray)
Regione: A, B, C Italia
Confezione: amaray con copertina che diventa poster elettrostatico

Note: le strategie della Sony sembrano essere come quelle Universal, votate cioè a sfruttare al meglio le caratteristiche del nuovo formato ma continuando a supportare il DVD con edizioni all' altezza. Anche qui la differenza di prezzo è minima ma il Bluray può vantare alcune funzionalita (sulle quali nutro grossi dubbi) BDLive ed un extra esclusivo, una mappa interattiva attraverso la quale si può accedere a bozzetti filmati ed inserti testuali sul mondo di District 9. Non molto, siamo d'accordo, ma per i fanatici dei contenuti accessori la scelta è quasi ovvia.

CONSIDERAZIONI FINALI: è chiaro che il mercato punta al nuovo formato, agevolato dalla grande diffusione di televisiori HD ma ancora indietro nel portare nelle case degli utenti i lettori Bluray (se si esclude la solita grande intuizione della Sony con la sua PS3). Lodevoli le scelte di Universal e Sony di tenere uno scarto minimo di prezzo tra i due formati (anche se sarebbe il caso di proporre, come già fanno all'estero, titoli di catalogo in Bluray ben sotto i 20 €. e di conseguenza far scendere anche il prezzo dei dischi argentati) continuando a proporre edizioni speciali in DVD veramente ben fatte. Un po' meno gradevole la politica Disney che propone edizioni DVD molto semplici a prezzi francamente ridicoli. Una mossa per favorire il Bluray che da queste parti non è molto gradita.

Monday, February 15, 2010

"I'm the hand. Someone, somewhere else is the eye."

Già a partire da Crank e dal suo seguito, si era intuito che il mondo dei videogiochi occupasse una parte piuttosto importante nel background "culturale" di Neveldine e Taylor. La conferma arriva con Gamer, loro terzo film (in ordine di arrivo da noi, ma in realtà è il secondo) totalmente incentrato su di una versione futuribile delle più famose comunity online e dei first person shooting. In un non meglio precisato futuro, il genio dell' informatica Ken Castle, che a Bill Gates neanche lo vede, crea la comunity "Society" dove degli avatar umani vengono controllati dagli utenti attraverso una particolare nanotecnologia impiantata nel loro cervello. Appagati con successo i desideri di chi vuole controllare e di chi vuole essere controllato, il passo successivo è Slayers, inquietante evoluzione dei più noti FPS, dove i giocatori prendono il controllo di un gruppo di detenuti in una lotta all' ultimo sangue. Mentre il campione del gioco, Tillman/Kable, lotta per la sua libertà nella speranza di poter riabbracciare la moglie e la figlia, un gruppo sovversivo noto come Humanz cerca di boicottare le creazioni di Castle nelle cui mire c'è l'utilizzo delle sue tecnologie per un controllo globale e non solo a livello videoludico. Con un plot così era ben lecito aspettarsi un passo in avanti nel cinema della coppia Neveldine/Taylor, uno scarto deciso dalla rivoluzione adrenalinica di Crank verso una pellicola che ricercasse una precisa riflessione sulle comunità online nella società di oggi, sull' alienazione diffusa che conduce alla necessità di immedesimarsi in qualcun'altro. Purtroppo le sequenze d'azione, belle e spettacolari, non bastano a salvare un film che prova a scimmiottare Crank (la curiosa maniera in cui Kable avvia la macchina per fuggire, ad esempio) ma dove tutto il resto è abbandonato a se stesso: la storia si dimostra fin troppo superficiale sia nello svolgimento che nell' approfondimento delle tematiche, superficialità che coinvolge tanto i personaggi comprimari, quanto quelli che sulla carta dovrebbero rivestire un ruolo ben maggiore (Simon, il pilota di Kable, ma a cosa serve?). E' un peccato tra l'altro che alcune trovate interessanti (Michael C. Hall che balla e canta Sinatra in penombra, con i "pupazzi" umani al suo fianco che mimano le sue mosse) siano buttate li come isole in mezzo al nulla. A quanto pare nell' intraprendere questo nuovo percorso del loro cinema, Neveldine e Taylor hanno fatto il passo più lungo della gamba, ma considerato quanto apprezziamo le gesta di Chev Chelios, gli concediamo di ritornare pian pianino sui propri passi.

Sunday, February 14, 2010

Lyric of the Week + Video / SIMPLE MINDS - HYPNOTIZED


I can feel the whole world spinning around
I'm losing ground
I feel it every day
And I can feel you coming inside out
I'm losing touch with all reality

I remember the look in your eyes
The way that they pulled me inside
All I've got now in my defence is my innocence
I've been hypnotised

I can hear the church bells ringing out
Reminds me of some bright and sunshine day
When all the pretty horses you would ride
Would come right back to feel your energy

I still remember the look in your eyes
The way that they fooled me inside
All I've got now in my defence is my innocence
I've been hypnotised

You know it won't be easy
It's never easy
I've been hypnotised
It won't be easy

So tell me what you think
Do you think I'll sink Number one scapegoat?
I'm the missing link
All I know I've been Hypnotised

It won't be easy

If you've got a heart that burns inside
Let me get inside let me tangle with the flames
If you've got a light that burns inside
The heat will rise and melt down once again

I remember the look in your eyes
The way that they pulled me inside
All I've got now in my defence is my innocence
I've been hypnotised
All I've got now in my defence is my innocence
I've been hypnotised

So tell me what you think
Do you think I'll sink Number one scapegoat?
I'm the missing link
All I know I've been Hypnotised

Maybe there's a way I can find a way
Final hour Judgement day
All I know, I've been hypnotised

And then I realise

Thursday, February 11, 2010

CINEQUIZ - ST.01 - EP.17 "BANG! You're dead!"

Nuovo Cinequiz e vi ricordo che sabato si gioca dal vivo al GioCoMix!!! Dettagli qui.


Secondo frame in notevole ritardo causa Cinequiz Live (di cui vi parlerò più avanti ^__*):


Terzo frame: l'aveto visto, lo so! E se non l'avete visto...cosa state aspettando???


Soluzione: ASSAULT ON PRECINCT 13 (Distretto 13)
Vincitore: Hazred

Classifica:
Grace - pt. 11
Chimy - pt. 6
Nick - pt. 4
Tob - pt. 3
Spino - pt. 2
frenzmag - pt. 1
Hazred - pt. 1
sommobuta - pt. 1

Wednesday, February 10, 2010

Don't mess with the demons

Accade che per vendere un film si spenda più di quanto costi produrlo, operazione dedicata ai quei progetti per i quali si prevede un grande ricavo. Poi si comincia con il bombardamento mediatico, si spara qualche nome conosciuto che possa fare da garanzia al film stesso e si utilizza qualche studiato strillone pubblicitario per gonfiare bene il tutto. Insomma, la promozione innanzi tutto e nel caso di Paranormal Activity hanno contribuito anche le solite polemiche e gli ingiustificati allarmismi lanciati da questo o da quel politico (seguiti a ruota dalle associazioni dei consumatori). Ed ecco che un piccolissimo film horror, costato poco più di 10.000 dollari, diventa fenomeno mediatico quando probabilmente la sua "dimensione ottimale" era quella del cult che si diffonde per passa parola piuttosto che un insistente, esagerato ed esasperante battage pubblicitario, probabilmente ancora, un film da guardare comodamente a casa (meglio se con adeguato impianto audio) piuttosto che in sala. A conferma di questo il finale scelto per il cinema (meglio e più in linea con lo spirito artigianale della pellicola, quello girato quando ancora non se lo filava nessuno) che sembra fatto apposta per dare un contentino ad un pubblico che, arrivato a quel punto è già incontentabile. Paranormal Activity incassa comunque un pacco di soldi e in tanti, troppi, rimangono delusi da un film che promette puro terrore e cosa da in cambio? Andiamo per ordine però. Io capisco il disappunto del grande pubblico che si lascia spesso condizionare dal modo in cui il film viene venduto per poi non avere in cambio quello che si aspetta, ma da spettatore smaliziato di fronte a cose del tipo "il film che ha terrorizzato Spielberg", mi metto i miei seri dubbi su quanto effettivamente la pellicola di Oren Peli possa o meno privarmi del sonno. La paura, e di conseguenza ciò che la genera, sono cose soggettive. Paranormal Activity è così spaventoso? A mio avviso no, ma ha comunque qualche interessante freccia al suo arco. Il film non ruota intorno ad una vera e propria storia ma è un montaggio dei filmati amatoriali girati da una coppia che cerca di "catturare" con la videocamera fenomeni paranormali che perseguitano la protagonista femminile da quando aveva otto anni. Lei è sinceramente spaventata da tutto questo, lui ne è affascinato e da classico americano "ci penso io", si arma di videocamera e, invece di aiutare, arriva a far incazzare un demone fino alle tragiche conseguenze. Il film è tutto qui, niente di particolarmente originale per l' ennesima rielaborazione figlia de "la strega di Blair" con l'unica differenza che qui l' orrore viene catturato in video mentre si manifesta. Oren Peli opta per una struttura ripetitiva, riprese diurne e notturne che si susseguono, con la quale mostra il logorarsi dello stato psicofisico dei protagonisti e il progressivo intensificarsi della presenza demoniaca nella casa. Tralasciando una particolare ed azzeccata sequenza mattutina, sono quelle notturne ad essere il punto di forza del film: la videocamera fissa e sempre accesa rappresenta già di per se una violazione dell' intimità, un intrufolarsi nel privato nel momento di massima vulnerabilità. La sua presenza è scomoda quanto quella del demone (alla fine infatti le frustrazioni verranno scaricate proprio sul suo occhio sempre presente) soprattutto per noi spettatori che, con degli improvvisi fastforward, sappiamo che c'è qualcosa nel buio, oltre a noi, che osserva la coppia mentre dorme. E forse, più che le luci che si accendono o le porte che sbattono, quello che maggiormente genera inquietudine è l'idea di trovarsi indifesi all' interno delle mura domestiche, che anche un familiare corridoio buio possa nascondere una minaccia, ma da qui alle crisi di panico e agli svenimenti ce ne passa. Qualche brivido lungo la schiena lo regala ma aspettarsi qualcosa di più...per carità, non scherziamo.

Tuesday, February 09, 2010

Uno Yo Yo contro angherie scolastiche e terroristi

Quando Kenta Fukasaku era poco più che un bambino, suo padre, Kinji Fukasaku, dirigeva pellicole come Lotta Senza codice d'Onore o La Tomba dell' Onore. Giunto alla stessa età che aveva il padre all' epoca e dopo essere stato aiuto regista nel suo ultimo film, Battle Royale, Kenta si trova a dirigere pellicole di ben altra caratura, segno dello stato in cui si trova il cinema mainstream giapponese e di come essere figlio d'arte conti meno di nulla. Tra questi film rientra anche Yo-Yo Girl Cop, tratto da un manga a me sconosciuto ma che deve aver stuzzicato la fantasia di qualche produttore che ne ha visto "ottimo" materiale per una trasposizione cinematografica. La storia ruota intorno una sezione "ombra" della polizia giapponese impegnata nello sventare un possibile attacco terroristico da parte di un gruppo estremista che tiene i suoi contatti attraverso un sito web chiamato Enola Gay. L'agente in carica di questo dipartimento segreto, recluta una adolescente disadattata affinché si infiltri nella scuola superiore dove questo gruppo eversivo confeziona gli esplosivi per gli attentati, dotandola di uno yo-yo da usare come arma. Ora, non ci è dato sapere il perchè di un' "arma" così particolare ma è una cosa che si poteva tranquillamente trascurare considerato che, dopo l'incipit e i titoli di testa, le premesse per un filmettino piacevole c'erano tutte, senza contare che Riki Takeuchi (Dio mio, che capelli ha in questo film) e la bella Aya Matsuhura erano di per se un' ottimo biglietto da visita. Poi succede la cosa peggiore di tutte: il film vuole farsi serio, denunciare il fenomeno del bullismo nelle scuole e l'omertà di adulti e insegnanti che crea una frattura irreparabile con i giovani, e tutto va in vacca. Così, se già non bastava una sceneggiatura imbarazzante, la "trashata" clamorosa che poteva venirne fuori (da vedere la tuta "bullet proof" simil divisa scolastica che la protagonista tira fuori chissà da dove per il combattimento finale) si trasforma in un ibrido che neanche la regia di Kenta (che scimmiotta un po' i Wachowski di Matrix) può salvare. Un' ottima occasione sprecata.

Monday, February 08, 2010

AD UN PRIMO SGUARDO: 24 - DAY 08, GLEE - SEASON 01 E V - SEASON 01

Ah, New York! Il fascino della Grande Mela è innegabile, immaginate quindi quale piacere si prova a vedere una delle proprie serie TV preferite ambientata proprio nelle sue strade, sullo sfondo il suo inconfondibile skyline e tutte le sue atmosfere. La Fox ci vuole bene ma soprattutto vuole bene a 24 e come al solito ci regala una doppia season premiere, quattro episodi che mi sono divorato uno dopo l'altro. Tralasciando la storia che sembra voler fare preciso riferimento ad attuali preoccupazioni che riguardano la politica estera americana, in questi episodi succedono già un bel po' di cose: Jack usa un' accetta dell 'antincendio, un missile stinger fa saltare un elicottero, il nuovo CTU è molto fighetto, Cloe fa la figura della noob ma si riscatta facendo fare la figura del noob al nuovo direttore del CTU, ci sono i russi tutti tatuati a la "Eastern Promises" e, ah si, torna Renee più incarognita che mai. E siamo solo all' inizio.

Di tutte le serie che ho in stand-by, di tutte quelle che devo ancora recuperare, mai mi sarei immaginato di buttarmi a capofitto proprio su Glee, prodotto che sta già riscuotendo grandissimo successo e che anche in Italia i canali Fox stanno spingendo con una grande campagna promozionale. Glee è una serie ad ambientazione scolastica in cui le storie personali dei vari protagonisti si fondono con il musical che, diciamocelo, svolge la parte da padrone. Questi sono già aspetti che non cerco in un serial televisivo ma considerate le ottima critiche ricevute ho recuperato i primi quattro episodi finendo per recuperare anche i restanti nove che compongono la prima metà di stagione. E che posso dire, la serie funziona ed ha un gran ritmo (e non solo per via della musica).

Se sulle spalle di Flash- forward pesa la responsa- bilità di coprire il dopo Lost, non è che quello che grava su V sia minore visto che il pubblico appassionato di sci-fi si è trovato fin troppo presto orfano di Battlestar Galactica. Tra l'altro queste due serie condividono il fatto di essere nate, nella loro prima incarnazione, negli anni '80 anche se di Visitors ho sicuramente maggior memoria perché, diciamocelo, io quando vedevo le facce sbucciarsi e sotto i lucertoloni mi cagavo in mano. Ora, questa serie remake sembra essere al passo con i tempi e la qualità degli effetti speciali e del trucco lascia immaginare che il network creda in questo progetto. Solo che questi quattro episodi d'antipasto non bastano, almeno per me, a farmi un'idea precisa sulla validità della serie. Di sicuro la seguirò fino a fine stagione però.

Sunday, February 07, 2010

Lyric of the Week + Video / BLUVERTIGO - LA CRISI

Scelta casuale? Neanche un po'!


Sto vivendo una crisi e una crisi c'è sempre
Ogni volta che qualcosa non va
Sto vivendo una crisi e una crisi è nell'aria
Ogni volta che mi sento solo

So che rimarrò distratto per un po'
Quindi rimarrò altrettanto distante

Quando inizia una crisi è un po' tutto concesso
Quasi come a carnevale
Quando è in corso una crisi dimentico tutto
E posso farmi perdonare

So che rimarrò un po' assente da scuola
E forse non andrei nemmeno al lavoro

Quando arriva una crisi riaffiorano alcuni ricordi
Che credevo persi
Cosa penso di me cosa voglio da te
Dove sono cosa sono e perchè

Ho il sospetto che non sia un buon esempio
Camminare a un metro e mezzo da terra

Molto spesso una crisi è tutt'altro che folle
E' un eccesso di lucidità
Sta finendo la crisi e ogni volta che passa una crisi
Resta qualche traccia

Infatti ultimamente rido per niente
E non mi nascondo più facilmente
E malgrado sembri male
Cambia solo il modo di giudicare

Sto vivendo una crisi e una crisi c'è sempre
Ogni volta che qualcosa non va

Thursday, February 04, 2010

CINEQUIZ - ST.01 - EP.16 "Take a look at the mess in my car"

Here we go again!


Secondo frame!!!


Soluzione: LINDA LINDA LINDA
Vincitore: Nick

Classifica:
Grace - pt. 11
Chimy - pt. 6
Nick - pt. 4
Tob - pt. 3
Spino - pt. 2
frenzmag - pt. 1
sommobuta - pt. 1

Ed ecco il terzo fame


Wednesday, February 03, 2010

"GAME OVER" I don't think so

Eccoci qui ancora una volta. Anno nuovo e puntualmente arriva anche il nuovo "episodio" di Saw, la saga horror/splatter più longeva del nuovo millennio. Siamo giunti, non so come, al sesto capitolo con un dipanarsi di trame e sottotrame che sfondate le porte del ridicolo involontario (o l'esatto contrario?) si muove a tentoni seminando molliche di pane come pollicino in modo che si possa tornare sui propri passi e, da ogni briciola, far nascere un' idea per un nuovo seguito. Personalmente non mi piace Saw, non ci sono mai andato pazzo fin dal principio, ma lo si segue ormai quasi per simpatia e pietà, un po' come Heroes. Solo che quest' anno è diverso. Quest'anno Saw si presenta a noi pubblico con un po' più di umiltà perchè, per la prima volta da sei anni, le avventure di Jigsaw non sono riuscite a guadagnare la vetta della classifica americana durante Halloween, posizione che gli è stata strappata da Paranormal Activity, film costato quanto un sacchetto di castagne e sui cui meriti o demeriti si parlerà in altra sede. Ma dicevamo, privato di questo titolo da primo della classe, ci troviamo ad accogliere Saw VI con la gentilezza che si riserva a qualcuno che non se l'è passata tanto bene, anche se ci sta un po' sulle palle. Il detto "squadra che vince non si cambia" non vale in questo caso o, perlomeno, vale solo in parte. Se infatti gli sceneggiatori rimangono gli stessi, la sedia del regista è occupata per la quarta volta da un tizio diverso (tale Kevin Gruetert) ed è proprio su questo frangente che la saga prosegue nel suo impoverimento, andando a perdere quell' aspetto "sporco" e quelle atmosfere che avevano contraddistinto i primi capitoli. Ma in fondo quello di cui davvero ci importa è che il team di sceneggiatori abbia sempre pieno controllo dei molteplici bandoli della trama. Forse loro il controllo ce l'avranno anche, ma noi? Se non fosse per i flashback (ma anche con questi non tutto si riesce a ricollegare) ci sarebbe veramente da guardare il film senza audio o con l'avanzamento veloce visto la maniera in cui tutte le trame aperte si stanno aggrovigliando su se stesse. Comunque, la machaivellica opera di Jigsaw prosegue anche dopo la sua morte con progetti studiati per coinvolgere anche chi ha raccolto la sua eredità (si scopre anche il contenuto della misteriosa scatola del V° episodio!) ma soprattutto la compagnia d'assicurazione colpevole secondo lui di decidere senza umanità chi meriti di vivere e chi di morire. E le trappole? Bé, quelle sono il vero elemento di originalità di questi film, frutto di menti malate e contorte ma comunque sempre dagli effetti particolarmente godibili soprattutto se lo splatter è il vostro pane quotidiano (l' incipit del film, tra l'altro, è molto "forte"). E' sta qui la formula vincete di Saw: sedersi a tavolino e inventare metodi sempre nuovi con cui far morire dei poveri disperati cercando di legare il tutto con delle motivazioni che si sposino con le intenzioni di Jigsaw. Certo, andando avanti di questo passo, nei prossimi film vedremo messi in gioco anche gli ex compagni di scuola che gli rubavano la merenda eppure, per quanto improponibile sarà, il settimo film è tutt'altro che lontano dall' essere una consistente realtà e credo che si proseguirà così chissà ancora per quanto. E forse i risultati al botteghino alla fine non sono così importanti o, forse, sono il segnale che qualcosa sta cambiando.

Tuesday, February 02, 2010

Il nuovo Holmes piace, e bravo Ritchie

Partiamo dalle certezze: se RockNRolla ha confermato che sotto sotto il Guy Ritchie degli esordi è ancora vivo e vegeto, Sherlock Holmes dimostra che l'ambizione non gli è stata portata via dal matrimonio fallimentare con la Vecchia. Con questo progetto infatti, il regista inglese prende decisamente le distanze dalla sua filmografia precedente e punta al grande pubblico con una pellicola dal budget considerevole. Il successo commerciale del film parla da se ed in definitiva ci troviamo di fronte ad una pellicola molto piacevole, destinata però a non accontentare tutti ed i motivi sono fondamentalmente due:
Primo. Sherlock Holmes è un personaggio molto amato, questo è un dato di fatto. Qualora il trailer non fosse stato abbastanza esplicito, questo Sherlock Holmes è ben diverso dal personaggio nato dalla penna di Sir. Arthur Conan Doyle. L' Holmes di Ritchie è sicuramente altrettanto intelligente, perspicace ma meno rigido e più moderno, la cui logica è spesso e volentieri usata per prevedere le mosse degli avversari nelle risse o quando combatte per soldi. Se si riesce a venire a patti con questa riscrittura del personaggio la strada è tutta in discesa, in caso contrario meglio lasciar perdere.
Secondo. La regia, come già abbondantemente detto in precedenza, è di Guy Ritchie e quando si pronuncia questo nome la mente viene proiettata in automatico a Lock & Stock e Snatch. Bé, c'è ben poco o nulla di quel Ritchie in questo film, meglio tenerlo a mente. La sua mano si avverte in rarissime occasioni e anche se avremo preferito una regia un po' più personale, questo non pregiudica la riuscita complessiva del film.
Solo mettendo bene in conto questi due fattori si può apprezzare Sherlock Holmes per quello che è: un onestissimo e coinvolgente film d'azione che lascia a bocca aperta per la ricostruzione della Londra di fine '800 e che conquista con una delle coppie d'attori (Robert Downey Jr e Jude Law splendidi) meglio assortita degli ultimi anni. Non che ci sia bisogno di dirlo ma un seguito è già in cantiere.

Monday, February 01, 2010

TIDAL WAVE, il disaster movie secondo il cinema coreano

Se è vero che da anni ormai Hollywood guarda al mercato cinematografico orientale per colmare il vuoto di idee che da anni affligge il cinema americano, è altrettanto vero che soprattutto la Corea sta già da diversi anni cimentandosi in produzioni ad altissimo budget che poco o nulla hanno da invidiare a quelle Made in Usa. Dopo titoli di spessore (The Host) e di puro "entertainment" (The Good, The Bad, The Weird) ecco arrivare il primo "disaster movie" coreano ispirato alla tragedia dello tsunami che ha colpito il sud est asiatico qualche anno fa. Tidal Wave racconta di una gigantesca onda anomala che colpisce le coste coreane dopo un impressionante terremoto sottomarino nel tratto di mare che separa la Corea dal Giappone. Il film di Je-gyun Yon, che dirige e firma la sceneggiatura, esce lo stesso anno di 2012 ma, mentre Emmerich punta ad una distruzione di portata mondiale, il regista coreano preferisce circoscrivere la tragedia su di una piccola comunità sulla costa e su di uno specifico gruppo di personaggi. Come nel blockbuster americano anche qui si da un grande spazio ai personaggi e alle loro storie personali che si sviluppano mentre sullo sfondo la natura si prepara a fare la propria mossa. Si può dire anzi che praticamente metà del film è dedicata allo sviluppo dei personaggi applicando un registro quasi da commedia con accenni melodrammatici. Per vedere un po' di devastazione bisogna aspettare la seconda metà, dove gli effetti speciali abbandano e, anche se non di qualità eccelsa, si vede che il cinema coreano sta facendo passi da gigante per raggiungere i livelli delle super-produzioni americane (la sequenza del ponte ne è un ottimo esempio). Tidal Wave però ha un grosso difetto che risiede probabilmente nell' incapacità di Je-gyun Yon di condurre il film in una specifica strada e di fronte a tante scelte finisce per non imboccarne nessuna in particolare: i toni iniziali del film sembrano destinati a cambiare quando l'onda gigantesca si sta per abbattere sulla costa ma la distruzione e la morte di alcuni dei personaggi principali sono rappresentati con una dose di ironia tale da smorzare la carica drammatica che un film di questo tipo dovrebbe avere. Ne esce fuori così un curioso ibrido che diverte ma non convince più di tanto, riuscendo, nonostante i suoi limiti (soprattutto produttivi), a fare meglio di 2012, il che è già un notevole traguardo.