Tuesday, July 31, 2007

"In Brasile, siamo Giapponesi. Qui siamo brasiliani"

Mario è un giovane ragazzo brasiliano fuggito in Giappone dopo aver ucciso quattro uomini in un bar del suo paese. Nella comunità di immigrati brasiliani diventa presto un' eroe al diffondersi della storia di come ha liberato Kei, giovane ragazza cinese di cui è innamorato: mentre quest' ultima veniva trasferita con altri immigrati per essere deportata, Mario arriva in elicottero e, sistemate le guardie, la porta via con se liberando anche gli altri prigionieri. La coppia vuole lasciare il Giappone e si procura dei passaporti falsi adatti allo scopo. Durante lo scontro con un boss della mafia cinese, ex amante di Kei, i passaporti vengono danneggiati e diventano perciò inutilizzabili. Costretti a trovare una nuova via di fuga ma soprattutto i fondi per finanziarla, Mario, Kei insieme a due complici, decidono di rubare i soldi durante una compravendita di droga tra la yakuza e la mafia cinese. Le cose non vanno del tutto lisce: il furto finisce con uno scontro a fuoco ed erroneamente Mario e il suo gruppo portano via la valigetta con la droga. Con la "merce" da rivendere e con yakuza e mafia cinese alle calcagna, fuggire sarà ancora più difficile. Considerata la quantità di film del prolifico Takashi Miike che sono riuscito a recuperare in questi anni, non mi è difficile riuscire a distinguere i film che stanno al top della sua filmografia, da quelli, definiamoli così, "minori". City of Lost Souls (o Hazard City) si trova in bilico tra le due categorie. La pellicola è puro "Miike style", non ci sono dubbi: il regista ci porta per l'ennesima volta all' interno delle comunità di immigrati che lui conosce molto bene. In questo caso i protagonisti appartengono alla colorata comunità brasiliana di Tokyo: immigrati o figli di immigrati, rimasti senza una terra d'appartenenza, alla ricerca di un posto da chiamare "casa", alla ricerca di una patria che li accolga. A questi si aggiungono, un giovane e violento yakuza pronto a scalare i vertici del suo clan, contrabbandieri russi, mafia cinese e una polizia totalmente intollerante verso gli immigrati. Una miscela esplosiva insomma, di quelle che solo il regista di Osaka è in grado di gestire. Il film comincia in maniera folgorante, tra citazioni da western e combattimenti tra galli che fanno il verso a Matrix (da vedere!!!) per poi sedersi, anche se qualche guizzo folle è seminato qua e la, su un registro da film yakuza. Insomma, le promesse dell' incipit non vengono mantenute o magari sono solo io che speravo che Miike osasse un poco di più. Ed è questo probabilmente il limite del film, che non gli permette di entrare tra i "migliori" ma che rimane comunque un film da vedere se siete alla scoperta di questo geniale regista. Quasi dimenticavo di citare un finale bellissimo per quanto amaro e dei titoli di coda tutti da interpretare...ma da Miike non mi aspetto niente di meno.

Monday, July 30, 2007

THE KINGDOM

TITOLO ORIGINALE: RIGET
TITOLO ITALIANO: THE KINGDOM
NUMERO EPISODI: 4 (5 la versione italiana)

-TRAMA-
In un terreno paludoso dove i candeggiatori venivano un tempo a sbiancare i tessuti, ora sorge un' imponente struttura ospedaliera nota come "il Regno" (The Kingdom), simbolo di progresso e conoscenza. Dottori e scienziati hanno svelato con la scienza medica i segreti dell' uomo, ma non quelli della sfera spirituale che la razionalità non gli permette di comprendere. Qualcosa di quel "regno" incomprensibile sta tornando in superficie dalle paludose fondamenta dell' ospedale, manifestandosi attraverso segni di decadimento dell' edificio ma anche inquietanti apparizioni, come quella bambina il cui pianto riecheggia nella tromba di uno degli ascensori del Regno. La vecchia signora Drousse, sensitiva, è intenzionata a mettersi in contatto con questa bambina e nelle sua ricerca scoprirà uno dei più atroci segreti dell' ospedale.

-COMMENTO-
Così come David Lynch, anche Lars Von Trier ha voluto mostrare a tutti le potenzialità nascoste del piccolo schermo ma soprattutto, cosa si è in grado di fare quando si hanno buone idee ed il talento per svilupparle. The Kingdom è, fondamentalmente, una serie ad ambientazione ospedaliera che attinge da alcune atmosfere "alla Twin Peaks" fino a sprofondare, lentamente ma inesorabilmente, nell' horror. Lars Von Trier ci mette il suo zampino infarcendo i quattro episodi della serie, con feroci attacchi al sistema ospedaliero ed uno humor nero veramente irresistibile. Ma è soprattutto tecnicamente che The Kingdom mostra gli estremismi del suo regista: a parte le riprese eseguite quasi interamente con camera a mano e steady-cam, le immagini sono volutamente sporche e granulose, effetto ricercato che, unito alle particolarissime scelte fotografiche (i toni oscillano tra il giallo ocra, l'arancione e il rosso), da al quadro un' aspetto "innaturale" ma di sicuro effetto. A mio avviso The Kingdom è un must per i fan di Von Trier e una piacevole alternativa per chi cerca una serie assolutamente fuori dall' ordinario. Ne esiste anche un seguito (The Kingdom 2) composto da sei episodi.


-DVD-
Produttore: Lucky Red
Distributore: Medusa
Video: 1.33:1 full-screen
Audio: Dolby Digital 1.0 Italiano e Danese
Sottotitoli: Italiano
Extra: Disco 3 - Documentario, trailer
Regione: 2 Italia
Confezione: slipcase









Note: confezione da tre dvd contenente sia la versione danese che quella italiana. Quest' ultima risulta essere divisa in cinque episodi (contro i quattro di quella originale) per un diverso montaggio.

Sunday, July 29, 2007

Lyric of the Week / BUSH - SWALLOWED

Warm sun feed me up
And I'm leery loaded up
Loathing for a change
And I slip some boil away

Swallowed followed
Heavy about everything but my love
Swallowed sorrowed
I'm with everyone and yet not
I'm with everyone and yet not
I'm with everyone and yet

Just wanted to be myself
Hey you said that you would love to try some
Hey you said you would love to die some
In the middle of a world on a fishhook
You're the wave
You're the wave
You're the wave

Swallowed borrowed
Heavy about everything but my love
Swallowed hollowed
Sharp about everyone but yourself
Swallowed oh no
I'm with everyone and yet not
I'm with everyone and yet not
I'm with everyone and you're not
I'm with everyone and yet

Piss on self-esteem
Forward Busted knee
Sick head blackened lungs
And I'm simple selfish son

Swallowed followed
Heavy about everything but my love
Swallowed oh no
I'm with everyone and yet not
I'm with everyone and yet not
I'm with everyone and yet not

Got to get away from here
Got to get away from here
Got to get away from here
Got to get away from here

I miss the one that I love a lot
I miss the one that I love a lot
I miss the one that I love a lot

Friday, July 27, 2007

Neve, sangue e amputazioni varie

Il Giappone da poco entrato nell' epoca Meiji attraversa un periodo di transizione: cambiamenti, dovuti anche all' influenza Europea, una guerra all' orizzonte, gettano il popolo nella confusione e, naturalmente, c'è chi approfitta della situazione. Ne fa le spese la giovane Sayo che vede suo marito e suo figlio trucidati da quattro malviventi. Lei viene violentata e costretta a sposarsi con uno degli assalitori. Sayo medita vendetta e aspetta il momento opportuno per liberarsi dell' odiato consorte. L' omicidio dell' uomo attira l'attenzione delle autorità e Sayo viene arrestata prima di riuscire a rintracciare gli altri tre assassini della sua famiglia. Il carcere non spegne certo il suo desiderio di vendetta e decide di concedersi anche ai suoi carcerieri pur di rimanere incinta e mettere al mondo un figlio al quale trasmettere il suo folle rancore. Dopo un parto difficile che le costa la vita, Sayo da alla luce una bambina, Yuki, che viene affidata alle cure di una ex compagna di cella e ad un monaco. L' uomo sottopone la bambina a durissimi e violenti allenamenti per renderla più forte più spietata, per cancellare in lei ogni traccia di pietà e compassione, per trasformarla in una macchina assassina votata unicamente alla vendetta. Diventata adulta, Yuki comincia il suo peregrinare alla ricerca dei tre assasini rimasti e poter così adempiere al compito affidatole dalla madre in punto di morte. Arrivano in Italia, grazie all'interessamento della Lucky Red, i due film di Toshiya Fujita dedicati all' assassina Yuki "Neve di Sangue", scritti a quattro mani da Kazuo Koike (che i lettori di manga conoscono per alcuni gioiellini del calibro di Lone Wolf and Cub e Crying Freeman) e Kazuo Uemura. Come evidenziato nella copertina del dvd e nel booklet all' interno, questi film sono stati fonte d'ispirazione per Tarantino nella realizzazione del suo Kill Bill: non è difficile immaginare dove il buon Quentin abbia tratto ispirazione per la sequenza finale del primo film, tra nevicate e sangue a fiotti. Anche il personaggio di O-Ren è un chiaro omaggio a Yuki, sia come aspetto che come storia personale. Ma torniamo alla pellicola di Fujita: costituito di quattro capitoli intervallati da flashback che fanno luce sugli eventi passati (dalla tragedia di Sayo, agli allenamenti di Yuki), il film segue lo schema "uccidi->trova la vittima successiva->uccidi" e via dicendo. Bei combattimenti, tanto sangue (rigorosamente di un rosso acceso) che schizza da ogni singola ferite e la storia amara di una donna nata unicamente per uccidere per un cult giapponese anni '70 veramente piacevole. Da riscoprire.

Thursday, July 26, 2007

"Non si guarda mai indietro alla radio...è questo il bello"

Ho visto questo film per la prima volta quasi un anno fa. Era una sera di fine agosto, per niente calda e lo proiettavano in un cinema all' aperto. Adesso non so se complice la "cornice" o l'atmosfera estiva, ma ho provato subito qualcosa di speciale per questo film, una di quelle sensazioni che percepisci "a pelle", un po' come quando capisci di essere innamorato (romanticone ^___^). E' per questo che l'ho sostenuto agli IOMA ed è per questo che lo considero una delle cosa migliori viste nella passata stagione. A rivederlo oggi quelle sensazioni sono rimaste le stesse anzi, se possibile, è maturata in me la consapevolezza di trovarmi di fronte ad un opera importante sotto molti punti di vista. Radio America è un film di Robert Altman, il suo ultimo film per essere precisi. Sfortunatamente, intendo ultimo nel senso più letterale del termine visto che il regista americano è scomparso lo scorso 20 novembre. Radio America racconta dell' ultimo spettacolo live radiofonico della Prairie home Companion (che è anche il titolo originale del film) visto che il teatro dove si esibiscono i cantanti è stato recentemente acquistato da una compagnia texana che ci farà un parcheggio. Attraverso le canzoni, le storie e i ricordi dei protagonisti, viviamo quest'ultima grande serata, la fine di un' epoca. Il film è scritto e interpretato da Garrison Keillor, nel ruolo di se stesso, ispirandosi all' omonima trasmissione radiofonica da lui condotta e raccontando, in maniera gioiosa e malinconica, del tempo che passa, delle cosa belle che prima o poi finiscono, dell' inesorabile avvicinarsi della morte: la chiusura del teatro, l'ultima trasmissione, rappresentano questo. Ci si rifugia nei ricordi, si affidano le proprie speranze, le proprie esperienze alle nuove generazioni con l'unica certezza che arriverà prima o poi il momento di calare il sipario delle proprie vite. Robert Altman è (uso ancora il presente) un maestro e dirige il film in maniera impeccabile muovendosi con disinvoltura, tra carrellate e piani sequenza, dal palco al backstage e dando, come lui e pochi altri sanno fare, un senso alla definizione di "film corale": in Radio America tutti i personaggi hanno il loro peso, il loro spazio. Nessuno spicca più di un'altro ma tutti fanno parte di un insieme omogeneo. Il merito va anche ad un cast straordinario, talmente perfetto e in sintonia da far quasi credere che stia improvvisando, che non esista nessun copione da seguire. Impossibile non citare una straordinaria Meryl Streep, un ottimo Kevin Kline e una sorprendente (almeno per me) Lindsay Lohan. Radio America è questo, uno spaccato di una piccola realtà americana, lontana da scandali e presidenti guerrafondai, ma anche il testamento che ci lascia uno dei più grandi cineasti di sempre. Radio America è grande cinema, o meglio, è IL cinema. Ma soprattutto, e qui mi sbilancio, è un capolavoro.

Wednesday, July 25, 2007

"Assi fumanti"? Meno male che il titolo è rimasto com'era...

Manie di grandezza per il famoso prestigiatore/illusionista Buddy Israel: non contento di essere uno dei più richiesti showman di Las Vegas, comincia a stringere amicizie con la Mafia fino a diventare letteralmente "culo e camicia" con i boss (quelli con la B maiuscola si intende). Incomincia anche a comportarsi da mafioso, circondandosi di sgherri e organizzando piccole rapine. Ma quando una di queste finisce in un conflitto a fuoco la polizia comincia a tenerlo sotto controllo. Buddy scala in fretta i vertici dell' organizzazione grazie all' appoggio del capo dei capi Primo Sparazza, reo tra l'altro di aver ucciso il primo agente infiltrato della storia. La sete di potere porta Buddy ad allearsi con gli uomini più fidati Sparazza per farlo, per così dire, decadere. Oltre ad aver diviso la famiglia dall'interno Buddy diventa, dietro la promessa dell'immunità completa da tutti i suoi reati, il testimone numero uno dell' FBI: con il suo aiuto i federali potrebbero riuscire a smantellare l'intera organizzazione criminale. Sparazza lo vuole morto ed è disposto a sborsare un milione di dollari a chi lo ucciderà e gli porterà il suo cuore. La cifra fa gola a molti, killer professionisti e non, che non tardano a scoprire dove l' FBI tiene in custodia il suo prezioso teste: un attico in un hotel del Nevada. Il rifugio sicuro di Buddy Israel sta per diventare l'ultimo posto al mondo dove vorrebbe essere. Ho conosciuto Joe Carnahan con il suo Narc, bel film poliziesco uscito in Italia direttamente in home video. Prodotto da Tom Cruise, il film era la rampa di lancio verso la consacrazione di questo emergente regista che sarebbe avvenuta con Mission Impossible III. Per motivi a me sconosciuti il progetto di Carnahan è naufragato e la direzione è stata affidata a J.J. Abrams (Lost, Alias). Arriva adesso, con discreto ritardo rispetto agli Stati Uniti, relegato alle proiezioni estive, il nuovo film del regista americano, Smokin' Aces. Il film è ben diverso dal precedente: il poliziesco ha lasciato il posto al gangster movie e le atmosfere, seppur velate di drammatico, sono molto più leggere, forse anche per merito di una fotografia più calda rispetto a Narc. Si può dire che in certi momenti si sfiora quasi la commedia per la presenza di alcuni personaggi (i killer neo nazisti per esempio) assolutamente bizzarri. La storia, scritta dallo stesso Carnahan, si basa su un grosso malinteso che scatena una serie di eventi e coincidenze che conducono alla rivelazione finale, neanche troppo sorprendente a dir la verità. Insomma, uno schema già visto, non tanto originale ma che si lascia seguire senza annoiare. Il merito è da attribuire alle doti registiche di Carnahan che gestisce sempre al meglio, senza mai fermare la macchina da presa, anche le più caotiche scene d'azione. Un nutrito cast (Ray Liotta, Andy Garcia per citarne alcuni), per altrettanti personaggi, molti dei quali appena abbozzati e non proprio convincenti, ma che nel quadro generale "fanno scena" come si suol dire. Arrivando al dunque: Smokin' Aces è un film divertente, assolutamente non impegnativo, ben girato, interpretato discretamente ma che pecca soprattutto di originalità. Ideale per il periodo in cui è uscito.

Tuesday, July 24, 2007

AD UN PRIMO SGUARDO: HEROES E DEXTER

Non posso farci niente, è più forte di me. Adoro i supereroi, sia quelli che ottengono le loro straordinarie capacità per puro caso, sia quelli che ci nascono con i "poteri". Capite bene perciò che era impossibile per me non innamorarmi di questa serie che racconta la storia di individui apparentemente normali che scoprono di possedere straordinarie abilità (levitazione, teletrasporto, preveggenza, telepatia, rigenerazione cellulare ecc.). Palese un diretto riferimento agli X-Men che tra l'altro vengono anche citati nel primo episodio. Per ora ne ho visto solo tre puntate (in inglese con i sottotitoli italiani): si cominciano a definire i personaggi (il mio preferito al momento è il giapponese Hiro!!!) e il filo del destino che li lega tra loro. Vengono inoltre poste le basi per la trama che, con grande probabilità, unirà tutti gli episodi della serie. Assolutamente da non perdere per tutti gli eroi-dipendenti...ma anche agli altri non dispiacerà perché sembra un serial veramente ben fatto e curato. A settembre su Italia 1.

Una serie con protagonista un serial-killer? Geniale! Che altro potrei aggiungere? Arriverà a settembre sui canali satellitari di Fox questa nuova serie che in patria è già un cult. Lo so, ne ho visto un solo episodio è non dovrei essere così euforico ma, in quasi cinquanta due minuti già si "avvertono" le potenzialità di questa serie. Il protagonista, Dexter appunto, lavora come ematologo di giorno, mentre di notte è uno spietato cacciatore. Socievole e amabile con i suoi colleghi, in realtà non prova nessun tipo di sentimento per qualsiasi essere vivente che non sia la sorella adottiva o Rita, la donna che frequenta dopo il lavoro. Dexter non ha nessun tipo di desiderio sessuale ma è particolarmente attratto dal sangue e dal lavoro dei suoi "colleghi" assassini seriali, per il quale prova una forte ammirazione. Insomma, come si fa a non amarlo? Serie da tenere in attenta considerazione!!!

Monday, July 23, 2007

CLERKS - 3 DISC 10th ANNIVERSARY EDITION - (R2 - UK)

Si torna a parlare di Clerks per un motivo semplicissimo: proprio questa mattina mi è arrivata le bellissima edizione speciale del film di Kevin Smith, quella pubblicata per il decimo anniversario e costituita da tre dischetti argentei strapieni di materiale. Uscita sul suolo britannico ormai da diversi anni, ho aspettato invano che qualcuno in Italia si decidesse a distribuirla...o perlomeno a distribuire almeno il film. Visto che neanche l'uscita di Clerks 2 ha smosso le acque (che da noi ristagnano un po' troppo spesso), ho deciso di non aspertare oltre e di acquistare questa edizione inglese. Oltre ad una vagonata di inserti speciali (purtropo non sottotitolati, perciò se avete problemi con l'inglese...), sul secondo disco c'è il film nella versione "First Cut": il video non è restaurato e lascia parecchio a desiderare, ma è un must assoluto per gli appassionati. Per il resto è tutto perfetto, dal formato video della "Theatrical Cut", all' audio originale sottotitolato solo in inglese. Acquistata a €. 9,49 (comprese le spese di spedizione) su www.play.com.

Caratteristiche Generali e Tecniche
Produttore: Miramax
Distributore: Buena Vista
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Inglese, Inglese per non udenti
Extra: Disco1 - commento audio del regista e degli attori, enhanced playback track, The lost scene, "The Flying car", Spot MTV con Jay e Silent Bob, trailer, video musicale, Clerks restoration intros, audizioni originali. Disco 2 - film in versione "The First Cut" (video 1.33:1) con commento audio opzionale del regista e degli attori. Disco 3 - Documentario "Snowball Effect: The story of Clerks", "Mae Day: the crumbling of a documentary", 10th anniversary Q&A, Outtakes di "Snowball Effects", galleria fotografica, le giornaliere originali di Kevin Smith, articoli e recensioni, contenuti DVD ROM.
Regione: 2 UK
Confezione: cofanetto





Sunday, July 22, 2007

Lyric of the Week / FOO FIGHTERS - TIMES LIKE THESE

I am a one way motorway
I’m the one that drives away
Then follows you back home
I am a street light shining
I’m a wild light blinding bright
Burning off alone

It’s times like these you learn to live again
It’s times like these you give and give again
It’s times like these you learn to love again
It’s times like these time and time again

I am a new day rising
I’m a brand new sky
To hang the stars upon tonight
I am a little divided
Do I stay or run away
And leave it all behind?

It’s times like these you learn to live again
It’s times like these you give and give again
It’s times like these you learn to love again
It’s times like these time and time again

It’s times like these you learn to live again
It’s times like these you give and give again
It’s times like these you learn to love again
It’s times like these time and time again

It’s times like these you learn to live again
It’s times like these you give and give again
It’s times like these you learn to love again
It’s times like these time and time again

It’s times like these you learn to live again
It’s times like these you give and give again
It’s times like these you learn to love again
It’s times like these time and time again

Friday, July 20, 2007

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI - CRASH (CRONENBERG)

Produttore: FilmAuro
Distributore: DNC
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio Italiano 5.1 Dolby Digital, 2.0
Sottotitoli: italiano per non udenti
Extra: Backstage, trailer, spot tv
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray





Note: evidentemente non soddisfatta di quanto fatto con
Barton Fink, La FilmAuro ha pensato bene di ripetersi con un altro cult molto atteso da appassionati e cinefili: Crash di David Cronenberg. Anche qui come per il film dei Coen, la mancanza dell' audio originale pesa gravemente su questa edizione italiana che sconsiglio a tutti (a meno che, naturalmente, la cosa non vi crei nessun problema). Come al solito non mi resta che indicarvi un' edizione estera.

Produttore: Columbia
Distributore: Sony
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Inglese, Spagnolo
Extra: Trailer
Regione: 2 UK
Confezione: amaray




Note: anche se povero di contenuti accessori, il dvd inglese di Crash vanta il video nel formato voluto dal regista e i sottotitoli inglesi. Come vedete ci vuole veramente poco per fare un dvd perlomeno decente. Lo trovate senza problemi sull' affidabilissimo sito
http://www.play.com/ a neanche 8 euro (contro i quasi 15 dell' edizione italiana). Un' affare!!!

Thursday, July 19, 2007

Un buffone alla Casa Bianca...qual'è la novità ^___*?

Tom Dobbs è un' affermato anchor man/comico di un'emittente via cavo. Conduce un talk show di successo ed è molto amato dal suo pubblico per il suo modo tagliente e dissacrante di attaccare indiscriminatamente il sistema politico americano, senza riguardi per Democratici o Repubblicani. Ed è proprio mentre intrattiene il suo pubblico in un pre-trasmissione che gli viene posta la fatidica domanda "perché non si candida alla presidenza degli Stati Uniti?" Una domanda innocente, forse una provocazione. Fatto sta che anche un piccolo semino se piantato nel luogo e nel momento giusto può far nascere un grande albero. Così quell' idea nata quasi per caso, comincia a prendere forma sorretta dal consenso di centinaia di migliaia di mail che Dobbs riceve nei giorni successivi. Aiutato dal manager di una vita, Tom Dobbs annuncia la sua candidatura come indipendente ed inizia un tour elettorale per tutti gli Stati Uniti. Il suo modo di parlare alla gente, diretto e sincero, gli permette di accedere anche ad un dibattito televisivo con i suoi diretti avversari, il candidato Repubblicano e quello Democratico. Tutto sembra procedere per il meglio se non fosse per un piccolo dettaglio: nelle prossime elezioni si sperimenterà un nuovo sistema di voto informatico. Una delle sue ideatrici scopre un difetto nel programma che potrebbe falsare il risultato elettorale. Troppo tardi per porvi rimedio, la compagnia cerca di insabbiare la cosa. Ultimamente mi trovo a parlare di "potenzialità" inespresse. Dopo aver visto L' Uomo dell' Anno, l'ultimo film di Barry Levinson non posso che ritornare sull' argomento, è inevitabile. Dopo due amministrazioni Bush, un film che "attaccasse" con irriverenza, e con il tagliente umorismo di Robin Williams, tutto il mondo politico degli USA mi sembrava una cosa geniale. Ed in effetti questo succede: Democratici, Repubblicani, finanziamenti, lobby, società petrolifere, non si salva nessuno. Peccato che quella che sembrava essere la forza portante del film (dannati trailer!!!), si bruci e si esaurisca in quanto? Trenta minuti? Forse tre quarti d'ora? Dopo di che il film si trasforma in un patetico "political thriller" (ma sarà corretto definirlo così?) che neanche a sputo riesci ad attaccarlo alla parte precedente. Ho avuto come la sensazione di vedere due film diversi e la voglia di non terminare la visione è stata forte. Ma ho resistito (parlo, parlo ma poi anche le schifezze più vomitevoli me le guardo fino alla fine) ed eccomi qui a darvi un giudizio complessivo: la prima parte (assolutamente da vedere) salva il film dalla mediocrità ma non dall' insufficienza. Un' occasione buttata alle ortiche e per cosa? Per ridurre tutto ad una storia più classica ed "accogliente" per il grande pubblico? Ma per favore...

Wednesday, July 18, 2007

VINCITORI E RINGRAZIAMENTI

Click on The Road

Il concorso Click on the Road è giunto a conclusione e il mitico Andrea ha pubblicato proprio ieri i risultati definitivi:

VINCITORI A PARI MERITO:
mobilisinmobile2
maumozio1
Inutile dire che, specie per quel che riguarda la foto maumozio1, la vittoria è meritatissima.

PREMIO DELLA CRITICA:
jer3
Una lunga esposizione con toni seppia si porta a casa il premio.

PREMIO SIMPATIA:
Joe1
ilmatte3
Blusfumato1
Specialmente l'ultima avrebbe meritato anche la vittoria, secondo me

Le mie foto (
weltall1, weltall2, weltall3, weltall4) hanno ottenuto 4 voti ciascuna ed è un risultato, fatemelo dire, che va ben otre le mie aspettative ^___*. Permettetemi allora di ringraziare i coraggiosi che mi hanno votato:

Nick
Heraclitus
Accakappa
Deiv
Rosuen
Tatj

Il vostro sostegno è stato veramente apprezzato, GRAZIE ^____^!!!

Visto che il concorso ormai è chiuso ho deciso di pubblicare tutti gli scatti che ho fatto per partecipare ma che ho dovuto, per forza di cose, scartare. Li trovate sul mio account
Flickr.

Tuesday, July 17, 2007

JERICHO - SEASON 01 -

TITOLO ORIGINALE: JERICHO
TITOLO ITALIANO: JERICHO
NUMERO EPISODI: 22


-TRAMA-
E' una tranquilla mattina come tante a Jericho, piccola cittadina nel Kansas. Jake Green sta tornando a casa dopo cinque anni, per fare visita alla tomba del nonno e per riscuotere la sua parte di eredità. Nessuno sa dove sia stato e lui non sembra intenzionato a volerne parlare. L' incontro tra Jake e la sua famiglia non è dei più felici: il padre, sindaco di Jericho, si rifiuta di dargli la sua parte d'eredità e lo invita a tornare quando avrà dimostrato di essere cresciuto e di aver deciso che fare della propria vita. Jake va via di nuovo deciso a non tornare, ma poco fuori città, sulla strada per San Diego scorge qualcosa da dietro le montagne: un gigantesco fungo atomico in direzione di Denver. A Jericho tutti hanno visto l'esplosione: telefoni, radio e TV smettono di funzionare e da li a poche ore verrà a mancare anche la corrente elettrica. Il mondo come lo conoscevano potrebbe essere finito per sempre.


-COMMENTO-
Quando sentì parlare per la prima volta di Jericho pensai ad una serie dalle grandi potenzialità: raccontare la storia di una cittadina che doveva fare i conti con una realtà post olocausto nucleare mi sembrava una scelta particolarmente azzeccata. "Potrebbe essere una bella serie serie al pari delle migliori del momento" pensai. Ma dopo i primi episodi mi sono reso conto che Jericho manteneva un profilo molto più basso rispetto a serial come Lost o Prison Break. Per scelta della CBS, l'emittente americana che l'ha prodotta e distribuita, Jericho è una serie minore, a basso budget, e lo si capisce subito dalla scelta degli attori e dalla realizzazione tecnica (dignitevole, per carità, ma si è visto molto di meglio negli ultimi anni). I personaggi sono tutti abbastanza stereotipati: c'è il sindaco/padre di famiglia severo ma amorevole che con i suoi discorsi calma anche gli animi più agitati. C'è il contadinotto ignorante ma generoso, la donna di città viziata, la bella maestrina, l'uomo misterioso, il cattivone ecc. ecc. Poi c'è lui, Jake, l'eroe di turno: è in grado di fare di tutto, ma proprio tutto: dalla tracheotomia, all' impianto elettrico, per fare un'esempio. E' carismatico d'accordo, ma non risulta molto credibile nonostante gli scheletri nell'armadio che gli sceneggiatori gli hanno appioppato. La serie si sviluppa in maniera piuttosto bilanciata nei 22 episodi che la compongono, rivelando pian piano ma costantemente piccoli particolari che aiutano a ricostruire la trama principale, dando molto spazio allo sviluppo dei personaggi (anche se non in maniera molto incisiva) e poco alla tensione che mi aspettavo da una serie così. C'è da dire che gli ultimi sei episodi sono veramente ben fatti, ben scritti e lasciano ancora di più l'amaro in bocca all' idea di come la serie si sarebbe potuta sfruttare. La stagione finisce sul più bello, lasciando tante sotto trame in sospeso. Fino a pochi mesi fa una seconda stagione non era prevista ma le continue richieste dei fan e le svariate petizioni ricevute, hanno convinto la CBS a concludere la serie. Staremo a vedere. Riassumendo: una serie secondaria minata soprattutto da difetti di forma, non completamente da scartare. Un' ultima cosa: il doppiaggio italiano fa veramente pena e la serie si vede meglio con il formato cinematografico piuttosto che con il 4:3 televisivo.


-DVD-
Al momento non esistono edizioni in DVD per la prima stagione di Jericho. E' previsto un cofanetto R1 per settembre 2007. Vi terrò aggiornati.

Monday, July 16, 2007

Serie TV, un amore profondo OVVERO, Anche io voglio dire la mia in proposito ^___*

"Tutti i cinefili prima o poi prendono una sbandata per le serie tv. Non c'è nente da fare è proprio fisiologico" Inizio questo post, primo di una nuova INCREDIBILE rubrica (era ora!!!), citando le parole di Hawke perchè mi sembrano molto adatte ed assolutamente veritiere. A tutti gli effetti, in poche righe, ha sintetizzato quello che è successo anche a me. Così dopo varie false partenze e tentativi abortiti, inizio con questa breve introduzione a parlare, come già fanno altri illustri colleghi blogger (vedere il blog di Gianmario per esempio) a parlare di serie TV.
Il problema che mi ha un tantino frenato è stato quello di non avere ben chiaro in testa "come" parlarne, che impostazione dare ai post. Ho optato alla fine per una forma semplice, cercando di essere conciso per una volta (^___*): oltre alle specifiche su stagione e numero di episodi, troveranno spazio un breve sunto della trama (non spoiler) e un mio commento. In aggiunta indicherò la loro reperibilità in DVD con specifiche sull' edizione, riservandomi la possibilità di update successivi qualora non esistessero, al momento della pubblicazione del post, edizioni in vendita.
Tra i titoli di cui parlerò ci sarà sicuramente la mia serie preferita (al momento) 24, ma anche Lost, Prison Break senza dimenticare le visioni più recenti (e ancora da terminare) Jericho e Heroes. Naturalmente troveranno spazio anche le serie di culto per eccellenza, come Twin Peaks di David Lynch e The Kingdom di Lars Von Trier...ma anche tante altre.
Sperando che la rubrica possa essere di vostro gradimento e interesse (fatemi sapere!!!), aspetto vostri consigli e critiche (ci mancherebbe) e vi rimando al primo post ufficiale che potrebbe arrivare molto ma moooooooooooooolto presto ^___*

PROSSIMAMENTE...





...E NON E' CERTO FINITA QUI!

Sunday, July 15, 2007

Lyric of the Week / SOGGY BOTTOM BOYS - I'M A MAN OF CONSTANT SORROW

In constant sorrow through his days

I am a man of constant sorrow
I’ve seen trouble all my day.
I bid farewell to old Kentucky
The place where I was born and raised.

The place where he was born and raised

For six long years I’ve been in trouble
No pleasures here on earth I found
For in this world I’m bound to ramble
I have no friends to help me now.

He has no friends to help him now

It’s fare thee well my old lover
I never expect to see you again
For I’m bound to ride that northern railroad
Perhaps I’ll die upon this train.

Perhaps he’ll die upon this train.

You can bury me in some deep valley
For many years where I may lay
Then you may learn to love another
While I am sleeping in my grave.

While he is sleeping in his grave.

Maybe your friends think I’m just a stranger
My face you’ll never see no more.
But there is one promise that is given
I’ll meet you on God’s golden shore.

He’ll meet you on God’s golden shore

Friday, July 13, 2007

LINDA LINDA LINDA - (USA - R1)

Una delle sorprese cinematografiche giapponesi più interessanti degli ultimi anni non poteva mancare nella mia collezione: Linda Linda Linda di Nobuhiro Yamashita. Presentato in Italia nell' ottava edizione del Far East Film Festival, stiamo ancora aspettando (seeeee, stiamo freschi) che il film venga distribuito nel suolo italico. nel frattempo sono andato alla ricerca di un edizione con sottotitoli perlomeno comprensibili. Scartate l'edizione giapponese e quella coreana, entrambe non sottotitolate, l'unica alternativa rimane l'edizione americana che ho preso io. Edizione semplicissima, video nel corretto formato, audio originale e sottotitoli inglesi rimovibili. Assolutamente imperdibile se avete amato questo film e se non l'avete ancora visto, procuratevelo subito!!! Tocco di classe: il disegno sul dvd lo fa sembrare un 45 giri...fantastico!!!

Caratteristiche Generali e Tecniche
Produttore: Viz Pictures
Distributore: Viz Media
Video: 1.85:1 anamorfico NTSC
Audio: giapponese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: inglese rimovibile
Extra: Schede regista e cast, Culture Tips, Blue Hearts audio FAQ, trailer, trailers altri film della Viz Pictures
Regione: 1 USA
Confezione: amaray





Thursday, July 12, 2007

"One shall stand, one shall fall"

Nel digiuno cinematografico delle scorse settimane sono state coinvolte anche le visioni in sala: mi son perso Death Proof e il film sulle Tartarughe Ninja, ma i Transformers, bé quelli non me li sarei persi per niente al mondo. Così ieri sono andato al cinema perfettamente consapevole del fatto che mi sarei trovato di fronte il classico blockbuster fracassone diretto da quel registucolo zozzone che risponde al nome di Michael Bay. Solo la produzione di Steven Spielberg poteva essere una garanzia. La storia è molto semplice e ricalca grosso modo quella della serie animata: Autobot e Decepticon si sono combattuti per moltissimi anni fino a portare il loro pianeta alla distruzione. Durante la guerra l' Allspark, cubo in grado di dare vita a qualsiasi tecnologia, è andato perduto. Megatron, leader dei Decepticon, lo vuole per ricreare il suo esercito ma anche gli Autobot sono alla sua ricerca per evitare che altri pianeti facciano la stessa fine della loro patria. Partono perciò in un viaggio ai quattro angoli della galassia per trovare il cubo prima di Megatron. Sfortuna vuole che il potentissimo artefatto finisca proprio sulla nostra amata Terra. E qui entra in scena Sam Witwicky, adolescente in piena effervescenza ormonale, in procinto di comprarsi la sua prima macchina: una Camaro gialla mezzo arrugginita. Sam scoprirà presto che la sua auto altro non è che uno degli Autobot giunto sulla terra per proteggerlo. Il ragazzo è infatti inconsapevole custode dell' unico oggetto in grado di localizzare l'esatta posizione dell' Allspark. Esaminando questo film dal lato puramente cinematografico (tenendo presente i miei gusti in materia) ci sarebbe da mettersi in ginocchio e piangere per la rabbia ed il dolore. La sceneggiatura (da qualche parte dovevo pur cominciare) rispetta gli schemi classici di questo genere di film ed è infarcita, oltre che da spettacolari scene d'azione, da svariati siparietti comici (che dovrebbero stemperare una tensione che non si crea mai) ed una serie di personaggi stereotipati: adolescente eroe, mezza nullità, che si accalappia la bellona di turno che prima neanche lo vedeva, Marines instancabili che sanno sempre cosa fare in ogni situazione e che incitano il normale cittadino con enfatiche frasi patriottiche, alte cariche politiche assolutamente inutili ecc, ecc. Niente di nuovo sotto il sole insomma, se non fosse che, a mio avviso, tutti i tempi di svolgimento sono sballati: ci si mette un' infinità di tempo ad arrivare al sodo, al nucleo della storia, e poi tutto viene risolto in maniera troppo frettolosa. Per quanto riguarda la regia, Michael Bay si conferma genioidiota del cinema: non solo va alla continua (e presuntuosa) ricerca dei punti più impensabili dai quali riprendere scontri e battaglie, ma a braccetto con il montatore decide di rendere il tutto confuso agitando la macchina da presa come un folle ubriaco. Ne risulta che, nella maggior parte dei casi, dei combattimenti non si capisce nulla e si riescono a distinguere solo delle sagome. Irritante ve lo posso assicurare. Anche perché la maggior parte degli spettatori va a vedere Transformers per gustarsi i "robottoni che se le suonano". Ma se gli Autobot vengono inquadrati più volte da fermi (mamma quanto son belli!!!), dei Decepticon vi rimarrà solo una vaga idea di come siano fatti, una macchia informe nei vostri ricordi. Sembrerebbe, da quanto scritto fin qui, che il film sia irrimediabilmente da bocciare, ma non è così. Transformers va analizzato anche da un punto di vista puramente emozionale perché, amici miei, i robottoni trasformabili sono pur sempre i robottoni trasformabili e, per quanto Bay abbia provato a rifilarmi/ci una coltellata meschina nella schiena, "loro" ci sono e sono talmente belli e "reali" da lasciare a bocca aperta: saltano, fanno capriole, si arrampicano, si trasformano in aria e sparano missili da ogni dove. Poi quando entra in scena lui, Optimus Prime (Commander per quelli della vecchia guardia come me), è come un tuffo nel passato, a quei pomeriggi di domenica passati a giocare con mio cugino. Quando avevo un nuovo Transformer, a lui piaceva attaccare gli sticker e lo faceva in maniera più precisa e pignola di quanto avrei fatto io. Anche io ne ero capace ma non mi importava perché, nonostante fosse più grande, passava ore a giocare con me inventando storie incredibili. Perdonate la divagazione nostalgica ma è proprio questo che intendo con "emozione" quando vedo oggi, al cinema, un auto rimorchio che si trasforma in un robot. Per questo, nonostante odi Bay con tutto il cuore, non posso che applaudire al film sui Transformers. Non vi dirò "andate a vederlo" o "non andate a vederlo". Se avete capito cosa volevo dire in questo fiume di parole, quel che dovete fare lo capirete da soli.

Wednesday, July 11, 2007

Un trio di tutto rispetto

Non so bene perché ma qualche tempo fa decisi di provare a mettere la mia collezione di X-testate in un ordine diverso da quello più classico e prettamente "numerico". Ho deciso perciò di provare un ordine "di lettura", che permettesse anche a chi non ha mai letto niente degli X-men di cominciare seguendo una precisa sequenza di albi, districandosi senza problemi tra testate e saghe varie. Come mi sia venuta in mente una cosa del genere ancora me lo chiedo. Sappiate comunque che ho desistito dopo non molto tempo, visto che la problematica "cronologica" si è rivelata più complessa del previsto da aggirare. Nel procedere in questa titanica impresa mi sono trovato tra le mani parecchi albi spaiati, numeri speciali che pur avendo la loro collocazione nella complicatissima continuity Marvel, vivono di vita propria e possono essere letti come piccole opere a se stanti. Uno di questi è un volumetto dedicato a Wolverine uscito oramai da più di 10 anni (mamma come vola il tempo), che raccoglie una minisaga pubblicata nei primi quattro numeri della testata regolare dell' eroe canadese. Quello che rende veramente speciale questo albo sono tre fattori di grande rilievo:
Lo scrittore: Chris Claremont. A seguito di una chiusura prematura della testata, Claremont prese in mano le redini degli X-Men e dimostrò una grande abilità sia nell'imbastire trame e saghe a lungo termine, che nel delineare in maniera tridimensionale tantissimi personaggi. In poco tempo X-Chris portò la loro testata, che scrisse per quindici anni consecutivi, a diventare uno dei titoli di punta della Marvel. Dopo un esilio volontario, Claremont è tornato e ancora oggi è legato a progetti paralleli agli X-Men (vedi la nuova Excalibur).
Il disegnatore: Frank Miller. Un autentico mostro sacro, uno sperimentatore sempre un passo avanti a tutti gli altri. Il suo talento, in continua evoluzione, gli ha permesso di creare un nuovo modo di fare comics, talento che per qualche anno ha messo a disposizione della Marvel (vedi Daredevil), almeno fino a quando la casa di Stan Lee non ha cominciato ad andargli stretta. Tra i suoi lavori assolutamente geniali e personali, impossibile non citare Sin City. Anche se molto datata, anche in questa mini saga di Wolverine si possono apprezzare le sue straordinarie capacità.
Il personaggio: Wolverine. Forse uno dei character più azzeccati della Casa delle Idee: basso, peloso, dotato di un fattore di guarigione. Ma sono i tre artigli retrattili per mano e lo scheletro ricoperto di un metallo indistruttibile a renderlo, non solo speciale, ma una vera e propria macchina da guerra. Se a questo aggiungete un passato misterioso, doloroso e pieno di falsi ricordi, ottenete un personaggio dalle potenzialità infinite.
La storia è ambientata nel periodo "giapponese" di Wolverine e cioè quando il buon Logan era perdutamente invaghito della bella Mariko Yashida. Dopo che tutte le lettere inviate a Mariko gli vengono rispedite al mittente, Wolverine decide di partire per il Giappone e verificare di persona cosa stia succedendo. Qui scopre che la donna che ama è sposata con un uomo violento che la picchia per ottenere obbedienza. Il matrimonio è stato combinato da Shingen, redivivo padre di Mariko, e fa tutto parte di una gigantesca scalata per il potere...che Logan ha tutta l'intenzione di fermare.
Se i tre motivi di poco sopra vi hanno convinto a recuperare questa piccola perla, io vi lascio qui di seguito quel che serve per cercarlo (anche se non so se sia ancora disponibile): Chris Claremont & Frank Miller: Wolverine - pubblicato dalla Marvel Italia nella collana Special Events n°3 nel febbraio del '96 al costo di Lire 5.900 (^____^).
Di sicuro non sarà facile trovarlo ma credo che valga la pena fare un tentativo.

UPDATE
Come indicatomi da accakappa (che ringrazio per la segnalazione ^___^) nel suo commento, questa minisaga di Wolverine è stata pubblicata anche sulla serie oro dei Classici del Fumetto di Repubblica in coppia con Origins di Kubert e Jenkins.

Tuesday, July 10, 2007

"C'è un uomo nato con il sangue di una bestia selvaggia che gli scorre nelle vene"

Troppi pochi film nelle ultime settimane, veramente troppo pochi. Incominciavo a sentire il distacco con qualcosa che mi piace veramente tanto e che mi da tante soddisfazioni. Ma gli impegni nelle ultime settimane sono stati tanti e anche se il tempo da dedicare ad una visione c'era, quello che mancava era la voglia (ah, dannata pigrizia). Nonostante anche ieri abbia staccato tardi da lavoro, ho deciso di interrompere questa fastidiosa astinenza cinematografica con qualcosa di poco impegnativo. Ancora meglio se si tratta di recuperare qualcosa da tempo accantonato. Che poi questo "qualcosa" sia un film di Takashi Miike, bé questo rende la cosa molto allettante. Tra i titoli a disposizione ho scelto questo Deadly Outlaw Rekka. Kunisada è uno Yakuza, violento, spietato ma profondamente leale, affiliato al clan Sanada. Legato al suo capo clan da un rapporto simile a quello tra padre e figlio, rafforzato anche dalle loro origini coreane, Kunisada da letteralmente di matto quando questi viene assassinato da due sicari del clan rivale, gli Otaki. Nonostante un amico nella polizia lo metta in guardia consigliandoli di evitare qualsiasi azione vendicativa, Kunisada, guidato dal suo spirito indomabile, non vuole rimanere con le mani in mano. Ma le intenzioni ai vertici della famiglia Sanada sono ben diversi: è infatti loro scopo stipulare una tregua con gli Otaki che porterà ad una successiva fusione tra le due famiglie. Naturalmente Kunisada viene tenuto all' oscuro di tutto e utilizzato per eliminare un vecchio capo clan degli Otaki che potrebbe fare qualche resistenza all' accordo. La possibilità che possa scoprire l'inganno e la sua incontrollabilità, lo rendono il successivo nome sulla lista degli ostacoli da eliminare affinché la fusione avvenga. Un' attentato fallito fa scoprire a Kunisada tutto l'inganno e la sua furia vendicativa non tarderà a scatenarsi. Deadly Outlaw: Rekka possiede tutti gli elementi del classico cinema di Miike: la storia è, come nella maggior parte dei casi, a tematica "yakuza". Il personaggio principale (e anche alcuni comprimari) è un "outcast", un senza patria visto dalla comunità come estraneo, la cui diversità diventa elemento da temere, da sopprimere. Kunisada, come tantissimi altri personaggi di Miike, risponde a questa sua condizione con la violenza. E di violenza ne troviamo in questo film anche se in maniera molto più controllata che in altre sue precedenti pellicole (vedi Ichi the Killer o Dead or Alive). Quello che mi ha stupito particolarmente è stato un finale molto più aperto e positivo del solito, cosa che nella filmografia "miikiana" non capita tanto spesso. Deadly Outlaw: Rekka non è certo il miglior film di Miike, ma se siete alla scoperta del suo cinema anche questo tassello non può mancare. Se non altro per godervi un fantastico Riki Takeuchi: quando entra in scena, trasandato, con le infradito ai piedi e lancia razzi in spalla, bé...non c'è n'è proprio per nessuno.

Monday, July 09, 2007

WELTALL ON FLICKR!!!

Avete insistito tanto ed alla fine l'ho fatto! Avete detto "apriti un account Flickr, è una figata". Mi avete ripetuto fino alla nausea "dai! Flickr è un ottimo sistema per immagazzinare ed organizzare le tue foto!", ma anche cose tipo "comprami due etti di Flickr quando rientri". E così mi son lasciato convincere: ieri sera ho aperto il mio account e ho inserito le prime foto. A parte la salva di fesserie che ho appena sparato, il vero motivo che mi ha spinto a "flickerare" è stata l'impossibilità di mettere tutte le foto che scatto su Blogger. Verissimo che la piattaforma di Google ha dimostrato una certa flessibilità, ma ha anche dei limiti. Non preoccupatevi però! Continuerò a fare i miei post fotografici come sempre. L'unica differenza sarà che su Flickr troverete anche le foto che qui non ho potuto (o voluto) inserire. Qui sotto trovate la mia barra Flickr personale che riassume lo status del mio account e funge da collegamento allo stesso. Da domani la troverete inserita qui di fianco.


Weltall. Get yours at bighugelabs.com/flickr

E ora amici, solo per voi, un piccolo assaggio delle ultime foto fatte. Alcune già le trovate su Flickr, mentre le altre sono (almeno per adesso) dei succulenti inediti ^____^.


Non so se sembriamo più cattivi o più scemi...



Nick e Rosuen



Basta poco per catturare l'attenzione di un bambino ^___^



...anche per il 2007 il nostro dovere l'abbiamo fatto. Qui lo scatto del 2006.



Ancora Claudio. Il ritratto della felicità ^___^

Friday, July 06, 2007

Lyric of the Week / BLUE HEARTS - LINDA LINDA

Do-bun ne zu-ni Mita-ini
Utsukushiku nari-tai
Sya-shi-n-niwa utsuranai
Utsuku-shisa-ga aru-kara

Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
LInda Linda Linda

Moshi-mo Boku-ga itsuka
Kimi-to deai hanshi aunara
Sonna tokiwa do-ka Ai no
Imi-(w)o Shit-te kuda-sai

Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda Linda

Do-bun ne zu-ni Mita-ini
Dare-yorimo yasa-shii
Do-bun ne zu-ni Mita-ini
Na-niyouimo Ata-ta-kaku

Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda Linda

Moshi-mo Boku-ga itsuka
Kimi-to deai hanshi aunara
Sonna tokiwa do-ka Ai no
Imi-(w)o Shit-te kuda-sai

Aija na-kutemo Koja na-kutemo
Kimi-(w)o hanashi-wa-shi-na-i
Keshite makenai
Tsuyoi chikara-(w)o
Boku-wa hito-su-dake motsu.

Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda
Linda Linda Linda

Ma qualcuno si ricorda di: EXOGINI

Giunti al settimo appuntamento con la rubrica dei ricordi che tutti amate (abbiate paziena, sto cercando di autoconvincermi) torniamo a parlare, si di giocattoli, ma visti come "collezione". Ah, le collezioni! Chi più, chi meno, prima o poi siamo tutti caduti vittima di questa folle mania che se da un lato ci regala piccole soddisfazioni personali (che chi non colleziona non può capire) e validi motivi ber bullarsi con amici e parenti, dall'altro colpisce duramente i nostri portafogli. A tutt' oggi sono un collezionista (discografia degli Oasis, comics, manga, dvd) ma se devo andare indietro con la memoria e ricercare dove tutto questo è cominciato non posso che soffermarmi su quei magnifici anni a cavallo tra gli '80 e i '90. A parte le raccolte di figurine (delle quali probabilmente parlerò una prossima volta) in quegli anni arrivò nei negozi di giocattoli un vero e proprio fenomeno che catturò gran parte dei miei coeatnei (quelli maschi perlomeno): gli Exogini. I primi 40 piccoli e strambi personaggi venivano venduti in bustina (un personaggio per bustina, intuizione geniale e, secondo me, vero segreto del loro successo), in barattolo (contenente 10 personaggi), e la piramide (da 20 pezzi e quella mitica da 40!!!). Questo per quel che riguarda la prima serie che orgogliosamente posso dire di aver completato. Qualche anno più tardi ne venne pubblicata una seconda composta da 48 personaggi. Sarà per la tematica "ninja" adottata per il design di questi nuovi Exogini, ma questa serie l'ho trovata molto meno accattivante della prima, anche se mi è stato impossibile non collezionarla. Non potrò mai dimenticare il pezzo introvabile di questa serie: I Due Nani (nella foto a destra) che nessuno aveva ma che in molti millantavano di possedere. Ahh, quanti ricordi ^___^. Nel tentativo di reperire informazioni ed immagini, ho scoperto che tra il '97 e il '98 la GiG ha messo in commercio anche una terza serie assolutamente impossibile da paragonare con le prime due: anche se colorati in maniera più particolareggiata, il loro aspetto alieno/mostruoso li rende molto simili ai quei Gormiti che vanno tanto di moda adesso...son sempre più convinto che quelli la mia generazione è stata più fortunata ^___*. Non voglio dilungarmi oltre (quanto poco tempo ho in questi giorni) perciò vi lascio l'indirizzo di un sito veramente ben fatto e dal quale ho ricavato i link e le immagini di questo post:
http://www.exogini.com/
Il sito è veramente ben fatto: oltre alle foto di ogni singolo personaggio nelle diverse varianti di colore (fattore collezionistico da non sottovalutare) potrete trovare numerose informazioni sulle vere origini degli Exogini. Nostalgici e collezionisti, che state aspettando?
Alla prossima ^___^.

Wednesday, July 04, 2007

"I never met no one to deny our sound"


THE VERVE
URBAN HYMNS (1997)

1) Bitter Sweet Symphony
2) Sonnet
3) The Rolling People
4) The Drugs Don't Work
5) Catching The Butterfly
6) Neon Wilderness
7) Space and Time
8) Weeping Willow
9) Lucky Man
10) One Day
11) This Time
12) Velevet Morning
13) Come On

Ci sono due motivi che mi hanno spinto a scrivere oggi di questo disco. Il primo è che, dopo Duran Duran, Spandau Ballet, Spice Girls e Blur, anche i Verve sembrano essere pronti ad una reunion. A quanto ho letto ci sarebbe già un disco in avanzato stadio di produzione. Una bella notizia non c'è che dire (almeno per me). Il secondo motivo riguarda il disco in se, ed il fatto che si ripropone in maniera prepotente e ciclica, tra i miei riascolti preferiti. Uscito nel 1997, Urban Hymns cavalcò con successo il momento d'oro per la musica britannica, inaugurato qualche anno prima dai fratelli Gallagher con Definitely Maybe. Questo portò la musica dei Verve ad essere inclusa in quell' inutile e riduttivo genere conosciuto con il rivoltante nome di "brit pop". Il sound di Urban Hymns è tipicamente britannico, su questo non si discute, ma si "muove" agilmente tra ballate rock e fugaci incursioni psichedeliche creando un amalgama perfetta. Il disco necessita di un'ascolto approfondito soprattuto per riuscire ad andare oltre i famosi singoli estratti e scoprire la meraviglia di alcune traccie come "Catching the Butterfly", "Space and Time" o "Come On". Son passati 10 anni dall' uscita ma l'album non ha perso la sua freschezza e se non l'avete preso a suo tempo dovete recuperarlo. Di seguito lascio i video di tre dei quattro singoli estratti: le canzoni sono molto belle, ma adoro soprattutto i video per la loro semplicità (Lucky Man). Caso a parte Bitter Sweet Symphony un vero e proprio cult.

BITTER SWEET SYMPHONY



THE DRUGS DON'T WORK



LUCKY MAN

Tuesday, July 03, 2007

Enjoy the silence

Non mi piacciono i film biografici. L' idea di voler sviscerare la vita dietro il velo di notorietà di questo o quel personaggio mi disturba, specialmente quando si cerca di indugiare in maniera morbosa nei suoi lati oscuri. Sembra quasi di sentire una voce narrante che dice: guardate cosa si nasconde veramente dietro la sua immagine pubblica, guardate tutto il marcio nel quale sguazza. Bé, sarà che manco completamente di curiosità gossippara o spirito voyeuristico, ma non mi interessa (e non voglio) conoscere qualsivoglia retroscena privato: ecco perché non guarderò mai il film su Peter Sellers e ne riuscirò ad apprezzare veramente pellicole come Ray e Walk the Line. Ed ecco che, in perfetta contraddizione con me stesso, ieri mi sono guardato un film biografico. Quello che mi ha convinto, il motivo che mi ha fatto tornare sui miei passi, è stato principalmente il fatto di non sapere minimamente chi fosse il personaggio di cui il film parla. Ed è forse proprio questo che mi ha permesso di vedere il film senza pregiudizi e poterlo così giudicare in maniera più obiettiva. It's All Gone Pete Tong, diretto da Michael Dowse, racconta la storia del DJ Frankie Wilde. A differenza di altri film di genere, non assistiamo alla solita scaletta "esordio-successo-caduta-redenzione", ma conosciamo Frankie all'apice della carriera ancora all' oscuro dell'abisso che si sta per aprire sotto i suoi piedi. DJ di fama internazionale, la sua straordinaria abilità lo ha portato a diventare con gli anni un vero e proprio "re" ad Ibiza, dove vive tra gli eccessi che la sua condizione di star quasi impone (droga e alcol su tutte). Una mattina, al suo risveglio, tutto cambia: i suoni che il suo orecchio destro era in grado di percepire sono stati sostituiti da un lungo fischio prolungato. Spaventato decide di ignorare il problema, ma ben presto anche la capacità uditiva dell'orecchio sinistro comincia a degenerare fino a quando non si ritrova completamente sordo. In un attimo perde tutto quanto: la moglie, il figlio, il suo lavoro, il suo nuovo disco in fase di produzione, la sua musica. Abbandonato da tutti, sprofonda in uno stato di auto isolamento dal quale inizia a risalire solo quando comincia ad accettare la sua nuova condizione. Liberatosi dalla dipendenza da cocaina, sarà grazie alla giovane sordomuta Penelope, che troverà la forza per ricominciare. Uscito nel 2004, il film non è stato mai distribuito in Italia è non c'è veramente da stupirsi questa volta, visto che comunque il DJ Frankie Wilde rimane una figura abbastanza di nicchia (naturalmente sono sempre pronto ad essere smentito e a stringere la mano personalmente a chiunque sappia di chi sto parlando). Inframezzato da interviste a DJs e produttori che hanno conosciuto il vero Frankie (quasi in un simil-documentario) il film alterna discretamente commedia e dramma: si ride (risate amare il più delle volte) grazie all' interpretazione del semi sconosciuto Paul Kaye, ma si è portati soprattuto a riflettere sulla vita di un'uomo che perde "il contatto" con ciò che più ama. Ma è soprattutto nella rinascita umana, più che in quella artistica, che il film mi ha convinto e coinvolto, nella capacità di Frankie di riprendersi ciò che i ldestino gli aveva crudelmetnte sottratto: la musica. La musica è qualcosa che va bel oltre il solo senso dell' udito. E' qualcosa che puoi "percepire" ad un livello più profondo. La musica trova il modo di raggiungerti senza doverla necessariamente sentire...Non so quanti di voi si prenderanno la briga di cercare questo film (è disponibile unicamente in inglese con i sottotitoli, sempre in inglese), ma se mossi da curiosità volete affrontare la visione credo che non rimarrete delusi...e se non altro apprezzerete la bella colonna sonora.


If you'll like this movie don't say "Thanx Weltall" but say "Thanx Evan" ^____^

Monday, July 02, 2007

VOTATEMI!!! ovvero UMILMENTE CHIEDO IL VOSTRO APPOGGIO

Click on The Road

Come già detto nel post di ieri, Andrea mi ha invitato tempo fa a partecipare ad un contest fotografico, "Click on the Road". Oggetto del concorso è "la strada": tutti i partecipanti dovevano perciò catturare, con le loro fide macchine fotografiche, immagini assolutamente "on the road". Di fotografia ne so veramente poco (e quel poco è merito del cugino Deiv), ma ho deciso ugualmente di partecipare perchè mi sembrava un' idea veramente carina quella di condividere con altri piccoli frammenti dei miei luoghi. Lo scorso 30 giugno scadeva il termine per la presentazione delle foto e da ieri è possibile votare gli scatti pervenuti. Ed eccoci giunti al "perchè" di questo post (anche se si intuisce dal titolo ^___*): sono qui ha chiedere il vostro sostegno, il vostro voto (blah! scritto così sembro un politicante qualsiasi). Non pretendo certo di vincere (anche perchè ci sono foto veramente belle), ma perlomeno fare una porca figura ^_____^. Perciò:



VOTATE WELTALL!!!


Nel caso abbiate voglia e siate interessati, le istruzioni su come effettuare la votazione le trovate qui.
Brevemente ve le riassumo:
Innanzi tutto le foto in concorso sono su un'account Flickr apposito, all'indirizzo
http://www.flickr.com/photos/8817447@N04/ (le mie sono a pagina 4).
Ogni utente ha diritto ad un massimo di 5 voti (per cinque foto diverse naturalmente) che potrà inviare lasciando un commento a questo
post entro il 14 luglio.
Per votare basta scrivere nel commento i nomi delle foto così come li trovate su Flickr.


Bene, ho detto tutto. Che votiate o meno, che preferiate altre foto alle mie, io già da adesso vi ringrazio e appena possibile vi farò sapere i risultati.

Sunday, July 01, 2007

3 - HUNDRED

No, non c'entra nulla Frank Miller qui. No, neanche Zack Snyder. NO. Non parlerò neanche di orde di omaccioni dalla muscolatura perfetta innegianti a Sparta. Il titolo si riferisce al fatto che questo è il post numero 300 per WELTALL'S WOR(L)D. Sono contento, lo devo ammettere, soprattutto perchè sono arrivato a questo traguardo in una settimana davvero molto pesante T___T. Anyway, come di consueto approfitto di questo spazio per fare il punto della situazione e per ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto, leggendo quotidianamente o commentando. A perte l'essere riuscito a piegare al mio volere il codice html del blog per poter inserire a mio piacimento nuovissimi header, per mancanza di tempo (e per pigrizia) non ho aperto nessuna nuova rubrica, quindi passo dirattamente ad elencare dettagliatamente i nuovi amici di WELTALL'S WOR(L)D (i più vecchi li trovate qui e qui):

Il blog di
Heraclitus: un grande! Come il blog di Dreca, anche il suo è ricchissimo di contenuti citazioni e spunti di approfondimento. Inoltre legge manga (anche quelli consigliati da me ^___*) e Marvel, è un lettore fedele e commentatore assiduo...andate a visitare il suo blog!!!

Il blog
Parlardi: il suo profilo recita "un cinefilo, ma neppure tanto". Eppure mi sembra tanto un cinefilo ^___^. Mi piace tantissimo quello che scrive e come lo scrive. Bello, bello, bello!!!

Il blog di
Cassandra: una conterranea conosciuta sul forum IOMA. Basterebbe questo come invito alla lettura, ma tra i contenuti del blog potrete trovare anche un link per un forum da lei aperto dedicato interamente ad una delle migliori attrici italiane, nonchè una delle più sottovalutate: Paola Cortellesi. Dedicategli un po' del vostro tempo ^___^.

Il blog di
Miky: signori attenzione, qui non si scherza. Vi prego di tenere in grande considerazione il blog di una collega (ragioniere ^___^), con un ottimo gusto in fatto di cinema. Non solo segue i miei consigli cinematografici ma si fida anche dei miei commenti...sono commosso T___T.

Il blog di
Cohoba: l'ultimo linkato in ordine di tempo. Non ho abvuto il tempo di spulciarmelo per bene ma tratta tanti argomenti diversi perciò io un' occhiata ce la darei fossi in voi.

Il blog di
Mely: dopo Evan (Taiwan) ed Estefania (Argentina), arriva direttamente dal Quebec Melynda con il suo folle blog (YOU ROCK, MY FRIEND). Avete notato come WELTALL'S WOR(L)D stia mettendo radici ai quattro angoli del globo ^___*?

Il blog
Xinematica: Gianmario è un mio concittadino che ha tirato su un bel blog dedicato al cinema e alle serie tv. I sui post sono concisi ed efficaci...mica come i miei lunghissimi ed interminabili sproloqui ^____^. Da leggere e commentare.

Il blog
cinefilo di Cassandra: è sempre lei ma questa volta con un blog monotematico dedicato al cinema...inutile dire quanto la cosa mi interessi ^____*

Il blog di
Andri: un vero mito! Blog vario e costantemente aggiornato (anche più di una volta al giorno). Mi ha anche invitato a partecipare ad una simpatica gara fotografica (il banner in alto a destra sotto quello degli IOMA) nella quale mi sono cimentato ^___*.

Il blog di
Abel: nel suo blog racconta tanti piccole scheggie della sua vita. Mi piace moltissimo la naturalezza con cui scrive e poi...anche lui legge Marvel...GRANDE!!!

La
terra degli Eroi: sempre Abel ma questa volta con un blog dedicato ai fumetti. Nasce proprio in un periodo caldo per i supereroi vista la Guerra Civile che ormai dilaga...

Prima di salutarvi vi lascio il link, trovato nel blog di Abel, di un simpatico test per stabilire quanto siete "blog addicted":
http://mingle2.com/blog-addiction. Ecco qui sotto il mio risultato:


Non male vero ^___*? Bé, è giunto il momento per i saluti. Ci si risente a quota quattrocento anche se credo ci sarà un "compleanno" prima ^___^.

GRAZIE A TUTTI!!!
THANX ALL OF YOU!!!