Friday, June 29, 2007

Steamboy - Limited Edition - (R2 - Italy)

Edizione per collezionisti con i controfiocchi quella distribuita dalla Sony per la seconda mastodontica opera del Maestro Katsuhiro Otomo, Steamboy. A differenza di quanto avvenuto con Tokyo Godfathers, nonostante la tiratura ridotta sono riuscito ad accaparrarmene una copia. A proposito di tiratura, proprio con Steamboy si è verificato uno strano caso: in alcuni forum, diversi utenti hanno lamentato il fatto di aver riscontrato che alcune copie del cofanetto avevano lo stesso numero di tiratura. La Sony ha giustificato il fatto dicendo che in realtà sono state stampate due tirature da 700 pezzi ciascuna, la prima con il certificato adesivo dorato e l'altra con il certificato argentato...ma!?! Secondo me hanno combinato il solito pasticcio a spese dei collezionisti.

Caratteristiche Generali & Tecniche
Produttore: Sony
Distributore: Sony
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese, Giapponese, Spagnolo Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Portoghese, Spagnolo
Extra: Disco 2 Filmati dietro le quinte, intervista ad Otomo, sequenza finale senza crediti, Trailer
Regione: 2 Italia
Confezione: cofanetto al cui interno un'amaray con i 2 dvd


Contenuti confezione
1° DVD film
2° DVD extra
Booklet di 164 pagine con disegni originali
Comic book di 27 pagine in lingua originale con traduzione su inserto a parte
Set di 10 cartoline









Thursday, June 28, 2007

Lyric of the Week / BLACKFIELD - BLACKFIELD

Curling lips, fingertips, dead eye dips
I saw it all in the blackfield
Splinter cracks, summer tracks, paperbacks
We found them all in the blackfield
In the shade, whistle blades, singing fades
In the blackfield

She wants to stay and talk all day
So I remark when it gets dark
All the pale things under the earth
Will reverse

River glass, cycle past, overcast
I saw it all in the blackfield
Copper sky, shadows rise, bridge of sighs
We had all in the blackfield
Skin tracks, face facts, fade to black
In the blackfield

She wants to stay and talk all day
So I remark when it gets dark
All the pale things under the earth
Will reverse

Wednesday, June 27, 2007

In nome dell' America

Qualcosa è andato storto alla Baia dei Porci. L' operazione organizzata dalla CIA è fallita sul nascere il che, di conseguenza, porta a pensare che ci sia una talpa all' interno dell' Intelligence Americana, qualcuno in contatto diretto con Castro. Il Presidente degli Stati Uniti esige che sia fatta chiarezza e molte teste nell' Agenzia potrebbero saltare. Edward Wilson, a capo dell' operazione alla Baia dei Porci, è costretto ora a trovare l'infiltrato e a smascherarlo. Unico indizio: una foto in bianco e nero scattata chissà dove, e una registrazione audio. Mentre gli uffici preposti alle indagini esaminano il materiale, Edward ripensa al suo passato: studente universitario eccellente, entra a far parte ben presto di una associazione segreta ed elitaria, denominata Bones. Per le sue particolari doti viene avvicinato, durante la Seconda Guerra Mondiale, dal Governo che lo vorrebbe in prima linea nella nuova agenzia d' Intelligence denominata O.S.S.. Sconfitta la Germania, con la Russia in continua espansione e una "guerra fredda" ormai alle porte, l' O.S.S. diventa la C.I.A.. Completamente assorbito dal lavoro, Edward lascia dietro di se un matrimonio che non desiderava e un figlio che quasi non conosce. Una vita fatta di segreti e bugie che potrebbe costargli molto cara. Diciamola tutta. Da quanti anni è che Robert De Niro non azzecca più un ruolo decente nei film che interpreta? L' ultimo che mi ricordo con piacere è in Ronin del 1998. Da allora più nulla. Forse è anche per questo che ho accolto con grande piacere il ritorno alla regia del buon Robert, a quattordici anni di distanza dal suo esordio dietro la macchina da presa con Bronx. A differenza del primo film, dove si respiravano atmosfere da "Mean Streets" scorsesiane, qui siamo di fronte a qualcosa di completamente diverso. Nel suo ultimo film, scritto da Eric Roth (The Insider per citarne uno), De Niro racconta la lunga genesi di una delle più grandi agenzie di Intelligence mondiali, attraverso i ricordi del protagonista Edward Wilson, interpretato da un Matt Damon sorprendentemente in parte. Ma oltre al semplice resoconto storico degli avvenimenti che hanno portato alla creazione della CIA, miscelato diligentemente con una sotto trama "mistery" (in un film che tratta di spionaggio non poteva essere altrimenti), la storia vuole raccontare la vicenda umana di chi a dedicato (o venduto?) anima e corpo al proprio Paese, rinunciando ad essere amante, marito, padre, senza poter stringere nessun tipo d' amicizia perché "il nemico è dietro ogni angolo" e bisogna guardarsi le spalle continuamente. La regia di De Niro è molto semplice e contenuta, senza "fronzoli", che ben si sposa con una storia incentrata per il 90% sui dialoghi. Il suo difetto principale sta probabilmente nell' eccessiva durata che si fa sentire in maniera prepotente nell' ultima mezzora del film. Bravi gli attori (tanti nomi noti in ruoli relativamente piccoli, incluso lo stesso De Niro), ad eccezione di Angelina Jolie assolutamente dimenticabile. Un film consigliato quando avete tempo e voglia, da vedere almeno una volta.

Tuesday, June 26, 2007

"A whore and her tongue's work is never done" perdonate la volgarità

Jang-sang e Gong-gil lavorano come buffoni in un gruppo di saltimbanchi itineranti. La loro bravura frutta un discreto guadagno e i lineamenti femminei e la grazia di Gong-gil attirano i peccaminosi desideri di facoltosi signori disposti a pagare pur di passare una notte con lui. Jang-sang molto protettivo nei suoi riguardi (e forse anche geloso), si ribella per difendere Gong-gil e nella lotta che ne sussegue il loro datore di lavoro rimane ucciso. I due decidono di fuggire e di raggiungere Seul. In città si uniscono ad un gruppo di buffoni da strada come loro, ed insieme mettono su uno spettacolo di grande successo. Protagonista della satira organizzata da Jang-sang, è l'imperatore Yeon-san (conosciuto come il più grande despota nella storia coreana) e le sue vicende sentimentali con l'attuale consorte Nak-su. Lo spettacolo non tarda a suscitare le ire delle autorità che, catturato il gruppo d'artisti, li condanna ad essere fustigati a morte. Ma la fortuna è dalla loro parte e inaspettatamente gli viene data la possibilità di salvarsi eseguendo il loro spettacolo al cospetto dello stesso imperatore. Se Yeon-san troverà l' esibizione di suo gradimento, Jang-sang ed il suo gruppo avranno salva la vita. Incredibilmente l'imperatore viene letteralmente rapito dallo spettacolo ( e dalla bellezza di Gong-gil) e decide che il gruppo di buffoni potrà trasferirsi in maniera permanente a palazzo. Questa sua decisione, così come le sue continue attenzioni nei confronti del giovane Gong-gil, faranno nascere una lotta intestina a palazzo dagli esiti imprevedibili. Dopo l'ultimo grande film di Park Chan-wook, ancora cinema coreano e ancora una volta (per fortuna) una piacevole sorpresa che si discosta per tematiche a quanto finora ero abituato a vedere. The King and the Clown, diretto da Jun-ik Lee, è stato un clamoroso è inaspettato successo in patria nel 2005, aggiudicandosi una valanga di premi. Se non fosse per The Host, probabilmente avrebbe ancora il primato. L' opera di Lee si presenta come un film in costume ad ambientazione storica (durante la dinastia Chosun per essere precisi) che nonostante i siparietti comico/satirici dei protagonisti, non tarda a mostrare la sua prevalente connotazione drammatica. La forte attrazione omosessuale che genera la delicata bellezza di Gong-gil è alla base, nonché vera e propria causa scatenante, di tutti gli eventi sanguinosi che coinvolgono i protagonisti e ne determinano il destino: Jang-sang (i cui sentimenti verso Gong-gil sono mascherati dal suo atteggiamento protettivo) e l'imperatore Yeon-san. Proprio quest' ultimo risulta essere il personaggio meglio caratterizzato del film, più tridimensionale e sfaccettato rispetto agli altri: la sua fama di dittatore crudele, nasconde un passato di privazioni, sofferenze e un complesso d'inferiorità nei confronti del precedente imperatore, il suo defunto padre. Piacevole e mai noioso, la sua presenza al Korea Film Festival potrebbe far pensare ad una futura uscita italiana...ma non è che ci credo molto. Se volete vederlo sapete quello che dovete fare.

Monday, June 25, 2007

E' ARRIVATA!!!

Come cosa? Ma l'estate naturalmente! Ed ecco che ho approfittato del primo fine settimana della stagione più calda dell' anno, per la mia prima incursione in spiaggia e nelle gelide acque (oddio, dopo aver perso ogni tipo di sensibilità si stava pure bene) della mia splendida isola. Tanto sole, tanto caldo, ma non molte foto come potrete notare. La maggior parte delle immagini le ho scattate per il concorso Click on the Road quindi qui non le voglio pubblicare...magari dopo aver selezionato le quattro da spedire farò un 'altro post. Prima di lasciarvi alle foto, vorrei ringraziare tutti per commenti nel post di venerdì e per i messaggi nella tagghina, siete MERAVIGLIOSI!!!
Ah, dimenticavo! nel caso ve lo stiate chiedendo: no, "pudore" non so nemmeno come si pronuncia ^____*

GINNASTICA IN ACQUA

Pensate che sia il caso di tenersi in forma solo durante l'inverno? Vi sbagliate! La ginnastica in acqua e stra-consigliata per tenersi in allenamento anche durante le ferie. Ed ecco che il vostro amato Weltall vi mostra "aggratis", tre semplici movimenti con i quali riuscirete a tenere i vostri muscoli tonici ed allenati. I tre passi vanno eseguiti alla perfezione (incluse espressioni facciali) e ripetuti fino a quando dei signori in camice bianco non vi portano via rivolgendovi frasi rassicuranti del tipo "si,si, la ginnastica certo" o "E' tutto finito adesso, si rilassi".


STEP 1



STEP 2




STEP 3 (ripetere da capo)


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Rosuen!!! E' solo grazie alla sua pazienza se le foto di poco sopra sono state scattate ^_______^

Presenza inquietante...avete notato il colore del mio naso ^___*

Grande Giacomino!!! Un espressione che dice già tutto!!!



AGGHIA' !!! (I miei cugini questa l'apprezzeranno molto ^______^)

Sunday, June 24, 2007

Lyric of the Week / WHITE STRIPES - THE HARDEST BUTTON TO BUTTON

We started living in an old house
My ma gave birth and we were checking it out
It was a baby boy
So we bought him a toy
It was a ray gun
And it was 1981
We named him Baby
He had a toothache
He started crying
It sounded like an earthquake
It didnt last long
Because I stopped it
I grabbed a rag doll
And stuck some little pins in it

Now were a family
And were alright now
We got money and a little place
To fight now
We dont know you
And we dont owe you
But if you see us around
I got something else to show you

Now its easy when you dont know better
You think its sleazy?
Then put it in a short letter
We keep warm
But theres just something wrong when you
Just feel like youre the hardest little button
To button

I had opinions
That didnt matter
I had a brain
That felt like pancake batter
I got a backyard
With nothing in it
Except a stick
A dog
And a box with something in it

The hardest button to button
The hardest button to button
The hardest button to button
The hardest button to button
The hardest button to button
The hardest button to button
The hardest button to button

The hardest button to button
The hardest button to button
The hardest button to button

Friday, June 22, 2007

WELTALL'S WOR(L)D CHIUDE...

...per il fine settimana! Che cosa avevate capito? Già vi vedevo, fazzoletti in mano asciugandovi le lacrime o facendo salti di gioia scoppiando mortaretti! Tranquilli, il vostro amato Weltall si assenta solo per un paio di giorni. Infatti domenica sarà nuovamente tra voi. Vedete, a partire da questo pomeriggio sarò fuori città per sbrigare alcune faccende...AL MARE!!! Ma state tranquilli, non mi divertirò, ne mi rilasserò, in segno di rispetto verso tutti quelli che rimarranno in città ^______*. A parte gli scherzi, visto che le prossime settimane lavorative saranno piuttosto piene, ho deciso di "staccare" sperando di rientrare lunedì rigenerato e carico.


Prima di salutarvi, rispondo alla chiamata del mitico Andrea elencando i servizi 2.0 che utilizzo maggiormente:

Comunicare: Skype, MSN
Ricerca: Google, quando serve Wikipedia
Rss Reader: molto poco Google Reader
Bookmark: tutti i link sul mio blog
Statistiche: non seguo statistiche ^___^
Immagini e Video: Youtube
Musica: radioblogclub
Blog: Blogger ad oltranza.
Cataloghi: non credo di usarne nessuno

Bene amici lettori, ci si vede domenica con la Lyric of the Week (molto particolare e interessante). Buon fine settimana a tutti!!! ^________^

Thursday, June 21, 2007

From My Personal Library: L' ANGOLO DEGLI ACQUISTI 2007 - SECONDA PARTE

Seconda parte degli acquisti in libreria meno corposa della prima, ma non per questo meno interessante. Ci sarebbero dovuti essere almeno altri tre titoli oltre a quelli di poco sotto, ma per un motivo o per un'altro in libreria non sono riusicti a procurarmeli. Pazienza! Ne ho abbastanza per tenermi impegnato nei mesi che verranno e finalmente, a breve, dovrei avere molto più tempo per dedicarmici. Molto probabili altri aggiornamenti nel corso del 2007. Andiamo ad elencare:


Ho visto il bel film di Salvatores già da diversi anni ripromettendomi che avrei acquistato il libro. Poi, così come passa il tempo, anche le cose mi scivolano via dalla mente. Almeno fino a qualche settimana fa quando l'ho visto solo soletto su di uno scaffale e l'ho preso senza pensarci su due volte.

Accakappa gli aveva dedicato un post qualche mese fa. Dopo averlo letto, comprare questo libro è stato inevitabile. Credo anche che sarà la mia prima scelta in ordine di lettura. Si, si! Non ci sono dubbi.


Presentato al Korea Film Festival di Firenze, dopo il libro sulla storia del Cinema Giapponese, questo onestamente non poteva mancare. Consigliato dal sempre attento Hawke.

Wednesday, June 20, 2007

ImmaginIOMA 1997/1998 - WINNERS

Puntuali come non mai, ieri sera sono stati annunciati i vincitori dell' ImmaginIOMA 1997/1998. Pure molto puntuali, visto che mi sono collegato con un leggero ritardo e stavano praticamente finendo. Comunque, ecco qui di seguito i premiati che potete trovare anche nel topic del forum IOMA.

-- VINCITORI --

FILM
Boogie Nights
Gattaca
Jackie Brown
La Vita è Bella
**Titanic**

FILM ITALIANO
Il Viaggio della Sposa
L’ Ultimo Capodanno
**La Vita è Bella**
Ovosodo
Tre Uomini e una Gamba

REGIA
**James Cameron - Titanic**
P.T. Anderson - Boogie Nights
Quentin Tarantino - Jackie Brown
Takeshi Kitano - Hana bi
Wong Kar Wai - Happy Toghether

ATTORE
Al Pacino - Donnie Brasco
**Jack Nicholson - Qualcosa è Cambiato**
Johnny Depp - Donnie Brasco
Leonardo di Caprio - Titanic
Tony Leung - Happy Together

ATTRICE
Helen Hunt - Qualcosa è cambiato
Jodie Foster - Contact
Julia Roberts - Il Matrimonio del Mio Migliore Amico
**Kate Winslet - Titanic**
Pam Grier - Jackie Brown

ATTORE NON PROTAGONISTA
Al Pacino - L'Avvocato del Diavolo
Jude Law - Gattaca
Kevin Spacey - L.A. Confidential
Robin Williams - Will Hunting - Genio Ribelle
**Rupert Everett - Il Matrimonio del Mio Migliore Amico**

ATTRICE NON PROTAGONISTA
Cameron Diaz - Il Matrimonio del Mio Migliore Amico
Charlize Theron - L'Avvocato del Diavolo
Joan Cusack - In & Out
**Julianne Moore - Boogie Nights**
Kim Basinger - L.A. Confidential


Titanic stravince con quasi il doppio dei voti rispetto al secondo classificato. E non solo! Cameron si aggiudica anche la miglior regia (meritata, per carità) strappando il premio a Kitano e Kar-wai. Praticamente scontato il premio a La Vita è Bella di Benigni per il miglior film italiano. Veniamo alle categorie attoriali: il miglior interprete maschile è risultato essere Jack Nicholson ma gli avrei preferito di gran lunga Tony Leung...bé poco male! C'era il rischio che lo vincesse Di Caprio ^____*. Per quanto riguarda la miglior attrice protagonista, le mie previsioni si sono rivelate esatte ed il premio è finito fra le mani della bella e brava Kate Winslett. Con mia grande sorpresa Rupert Everett la fa in barba anche ad Al Pacino portandosi a casa il premio per la miglior interpretazione maschile non protagonista. Per concludere, la miglior interpretazione femminile in un ruolo non protagonista è andato, con mia infinita gioia, a Julienne Moore. Insomma, non sono proprio contento ma qualche soddisfazione me la sono tolta ^____^. Alla prossima.

Tuesday, June 19, 2007

"I'm a Cyborg But That's Ok"...che altro aggiungere?

Cha Young-goon è una giovane ragazza che lavora in una fabbrica di apparecchi radio. Un giorno seguendo la voce guida (o almeno, quello che crede di sentire) dagli altoparlanti della fabbrica, si procura un profondo taglio in un polso, ci infila dentro dei cavi elettrici scoperti, li fissa con del nastro isolante e ne collega l'altro capo ad una presa elettrica procurandosi un volontario elettroshock. La ragazza non voleva certo suicidarsi ma, più "semplicemente", ricaricarsi. Eh si, perché Young-goon è dall' adolescenza che crede di essere un cyborg, ma l'insano gesto le vale un biglietto di sola andata per l'ospedale psichiatrico. Non è certo una novità nella sua famiglia: anche la nonna fu internata qualche anno prima perché credeva di essere un ratto. Young-goon non si è mai perdonata di non essere riuscita a consegnare alla nonna la dentiera prima che l' ambulanza la portasse via. Ed ancora oggi, in cura nell' ospedale è quello il suo obiettivo: per prima cosa dovrà ricaricarsi e poi liberarsi della "compassione" per poter essere libera di uccidere tutti i "camici bianchi". Per farlo le occorre l'aiuto di II-soon, giovane "ospite" della clinica che si diverte a rubare, non solo oggetti, ma anche porzioni di personalità degli altri internati. Se Young-goon riuscisse a farsi rubare la "compassione" da II-soon, potrebbe liberarsi di tutti i dottori e ricongiungersi con l'amata nonna. La convinzione di essere un automa, porta Young-goon ad evitare il cibo per paura di danneggiarsi ma, a lungo andare, il suo fisico comincia a risentirne. II-soon che inizia approvare dei sentimenti per la giovane, cercherà in qualche modo di aiutarla. I'm a Cyborg But That's Ok è l'ultimo film di Park Chan-wook e, ve lo dico subito, sarebbe ingiusto paragonarlo ai suoi film precedenti (la famosa trilogia). Qui abbiamo qualcosa di "All New, All Different", ma ugualmente bellissimo e poetico. A cominciare da dei titoli di testa fenomenali (forse anche più belli di quelli visti in Lady Vendetta) , la mano di Park si riconosce subito, appare prepotente sin dalla prima perfettamente simmetrica inquadratura, con le due file di banchi da lavoro della fabbrica, che si allungano parallele a perdita d'occhio. E si prosegue così, con soluzioni registiche sempre varie e con un uso perfetto di effetti visivi digitali, mai invadenti e perfettamente in linea con la "pazzia" della protagonista. A completare il quadro, un uso magnifico e variegato dei colori, quasi una boccata d'aria fresca nel grigiore dell' ospedale psichiatrico. Ma I'm A Cyborg But That's Ok, non è soltanto mero esercizio di stile: è una storia divertente, drammatica e commovente, vista attraverso le manie e le psicosi dei protagonisti, unici proprio per la loro "diversità", a capirsi e ad essere in grado di aiutarsi meglio di qualsiasi cura ospedaliera. Forse, se proprio dobbiamo muovergli una critica, il film tarda un poco ad "ingranare", ma non ci metterete molto ad affezionarvi a Young-goon e al suo parlare sottovoce con luci al neon e distributori automatici. Insomma, se già amate Park, trovo difficile credere che questo film non vi piacerà e sfido chiunque a non emozionarsi durante la sequenza del cucchiaio di riso nella mensa...ho già voglia di rivederlo.

Monday, June 18, 2007

My TAKESHI KITANO DVD COLLECTION

Peccato non possiate vedermi in questo momento, amici ed amati lettori, gonfio d'orgoglio nel presentarvi la mia Kitano dvd collection assolutamente COMPLETA. Non essendo mai stati distribuiti in Italia, una parte dei titoli me li son dovuti procurare da svariate parti del mondo: Inghilterra, Hong Kong, Australia e Giappone. Per le edizioni nipponiche devo ringraziare il grande Nick che me le ha procurate durante il suo viaggio in giappone. Detto questo, spazio alla collezione:

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VIOLENT COP (1989)

Produttore: Madman
Distributore: Eastern Eye
Video: 1.85:1 anamorfico NTSC
Audio: Giapponese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Inglese
Extra: Trailers
Regione: 4 Australia
Confezione: Amaray

Note: vista la penosa edizione italiana, questa è l' UNICA edizione di riferimento per i fan di Kitano. La qualità è superlativa grazie al master video proveniente direttamente dalla Shochiku. Il formato anamorfico completa un quadro già di per se perfetto. Acquistabile su ebay o su
http://www.ezydvd.com.au/.

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BOILING POINT (1990)
Produttore: Madman
Distributore: Eastern Eye
Video: 1.85:1 anamorfico NTSC
Audio: Giapponese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Inglese
Extra: Trailers
Regione: 4 Australia
Confezione: amaray

Note: idem come sopra.

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A SCENE AT THE SEA (1991)
Produttore: Panorama
Distributore: Panorama
Video: 1.85:1 widescreen NTSC
Audio: Giapponese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Inglese, Cinese
Extra: filmografia
Regione: 0 Hong Kong
Confezione: amaray

Note: il video presenta numerosi difetti e anche i sottotitoli non sono fatti in maniera molto accurata. Difficile trovare altre edizioni comunque.

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SONATINE (1993)

Produttore: Lucky Red
Distributore: Medusa
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Italiano, Giapponese Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: italiano non udenti
Extra: trailer, filmografia
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray

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GETTING ANY? (1995)
Produttore: Artsmagic
Distributore: Artsmagic
Video:1.78:1 anamorfico
Audio: Giapponese Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: Inglese
Extra: Intervista a Kitano, 8 copertine variant, galleria fotografica, trailer
Regione: 2 UK
Confezione: amaray

Note: anche se non è indicato in fascetta, al termine dei titoli di coda è possibile assistere al finale alternativo.

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KIDS RETURN (1996)
Produttore: Bandai
Distributore: Bandai
Video: 1.78:1 NTSC
Audio: Giapponese Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: nessuno
Extra: nessuno
Regione: 2 Giappone
Confezione: amaray

Note: a fronte di una qualità video impareggiabile, il dvd soffre della mancanza di sottotitoli. Il problema è aggirabile attraverso svariati software che si trovano "free" su internet, ma l'operazione diventa un tantino lunga e complessa. Ne esiste una versione coreana, sottotitolata in inglese, ma abbastana difficile da reperire.

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HANA-BI (1997)
Produttore: Istituto Luce
Distributore: Univideo
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: italiano Dolby Digital 5.1, giapponese Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: italiano
Extra: trailer, filmografia, note biografiche
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray

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KIKUJIRO NO NATSU (1999)

Produttore: Bandai
Distributore: Bandai
Video: 1:85.1 anamorfico
Audio: giapponese Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: giapponese, inglese
Extra: making of, trailer, booklet di 4 pagine
Regione: 2 Giappone
Confezione: amaray

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BROTHER (2000)
Produttore: Key Films
Distributore: Univideo
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: italiano Dolby Digital 5.1, Giapponose/Inglese Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: italiano, italiano non udenti, inlgese
Extra: Interviste dietro le quinte, miniclip, interviste ragista e attori, backstage, scene scelte, trailers, schede biografiche
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray

Note: l'edizione in mio possesso è quella che veniva data in omaggio con una rivista specializzata. Al momento il dvd è fuori catalogo in Italia.

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DOLLS (2002)
Produttore: Bandai
Distributore: Dolmen
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: giapponese Dolby Digital 5.1 / 2.0
Sottotitoli: giapponese, inglese
Extra: featurettes, interviste, trailer
Regione: 2 Giappone
Confezione: amaray

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ZATOICHI (2003)
Produttore: Dolmen
Distributore: Cecchi Gori HV
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1, giapponese Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: italiano per non udenti
Extra: Disco1: filmografie, biografie - Disco2: trailers, Spot radiofonico, intervista a Kitano, Kitano a Venezia 2003, galleria fotografica
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray

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TAKESHIS' (2005)
Produttore: Dolmen
Distributore: Cecchi Gori HV
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: italiano, giapponese sottotitolato in italiano Dolby Digital 2.0
Extra: trailer, intervista a Kitano
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray

Sunday, June 17, 2007

Lyric of the Week / BLUR - PARKLIFE

Confidence is a preference for the habitual voyeur of what is known as (parklife)
And morning soup can be avoided if you take a route straight through what is known as (parklife)
John's got brewers droop he gets intimidated by the dirty pigeons they love a bit of it (parklife)
Who's that gut lord marching... you should cut down on your porklife mate... get some exercise

ALL THE PEOPLE
SO MANY PEOPLE
THEY ALL GO HAND IN HAND
HAND IN HAND THROUGH THEIR PARKLIFE

Know what I mean
I get up when I want except on Wednesdays when I get rudely awakened by the dustmen
(parklife)
I put my trousers on, have a cup of tea and I think about leaving the house (parklife)
I feed the pigeons I sometimes feed the sparrows too it gives me a sense of enormous well being (parklife)
And then I'm happy for the rest of the day safe in the knowledge there will always be a bit of my heart devoted to it

ALL THE PEOPLE
SO MANY PEOPLE
THEY ALL GO HAND IN HAND
HAND IN HAND THROUGH THEIR PARKLIFE

Parklife (parklife)
Parklife (parklife)

It's got nothing to do with vorsprung durch technic you know
And it's not about you joggers who go round and round and round
Parklife (parklife)

ALL THE PEOPLE
SO MANY PEOPLE
THEY ALL GO HAND IN HAND
HAND IN HAND THROUGH THEIR PARKLIFE

ALL THE PEOPLE
SO MANY PEOPLE
THEY ALL GO HAND IN HAND
HAND IN HAND THROUGH THEIR PARKLIFE

Friday, June 15, 2007

PAPRIKA di Satoshi Kon!!! Che sorpresona!!! ...o almeno così credevo...

Satoshi Kon è il genio dietro quel capolavoro di Tokyo Godfathers. Il suo nuovo lungometraggio, Paprika, è stato presentato in concorso all' ultimo festival di Venezia e da allora non se ne è saputo più nulla. Oggi, controllando i film in uscita nel week end, vedo tra i titoli proprio Paprika ed un sorriso "da orecchio a orecchio" mi si disegna nel viso. Il fatto che si sia aspettato a metà giugno per far uscire questo titolo, lascia facilmente intuire l'interesse che le grandi case distributrici (e in questo caso parliamo della Sony) hanno nel diffondere il cinema d'animazione. Ma qui si ricade nel discorso già fatto per I Racconti di Terramare e, onestamente, non ho voglia di ripetermi. Comunque, quel sorriso si è presto trasformato in una smorfia di dolore misto a panico, alla scoperta che a Cagliari nessun cinema lo ha in programmazione...che posso dire se non un gigantesco V-E-R-G-O-G-N-A!!! Troppo difficile trovare una, dico UNA, sala per la programmazione vero? C'è già tanta "immondizia" a occuparle tutte, non è così??? Ma tanto è inutile perdere la pazienza: non è la prima volta che succede e purtroppo non sarà neanche l'ultima. Cari amici lettori, fatemi questo favore: controllate nelle vostre città e se viene proiettato dovete assolutamente andare a vederlo, se non per voi almeno per il vostro Weltall. Poi raccontatemi com'è, mi raccomando. Ora scusatemi ma devo andare...se mi cercate sarò in un angolo a piangere...

PAPRIKA TRAILER

Thursday, June 14, 2007

"I can see me lovin' nobody but you / For all my life"

"Imagine me and you I do / I think about you day and night / It's only right / To think about the girl you love / And hold her tight / So happy together" Cantavano così i The Turtles nella loro canzone Happy Together che da anche il titolo al bel film del regista Wong Kar Wai. Non a caso il testo della canzone richiama subito alla mente immagini e sensazioni che trasudano da questa pellicola, catturate in maniera a dir poco impressionante dall' attenta regia di Kar Wai, che alterna il bianco e nero con i colori e segue in un instancabile movimento di macchina le vicende dei protagonisti: Lay Yu-Fai e Ho Po-Wing, si amano ma il loro è un rapporto molto turbolento. Si lasciano e si riprendono ogni volta che Po-Wing torna da Yu-Fai e gli chiede "ricominciamo?". Per ricominciare un' ennesima volta decidono di andare via da Hong Kong e partire per l'Argentina e visitare le cascate di Iguazu (raffigurate in una lampada che avevano comprato anni prima). Il viaggio non va come loro speravano e presto questo diventerà motivo per l'ennesima separazione. Yu-Fai è solo, senza un soldo e quindi gli è impossibile tornare a casa, ma forse neanche vuole tornare. Trova lavoro all' ingresso di un tango bar e le cose cominciano a sistemarsi, finché una sera non rivede Po-Wing e scopre che i sentimenti che provava si erano solo assopiti ma mai spenti. In un tira e molla continuo e sofferto, Yu-Fei riprenderà in mano le redini della sua vita dopo aver fatto la conoscenza di Chang, giovane lavapiatti di origini taiwanesi, in viaggio per raggiungere il luogo più a sud del mondo. Wong Kar Wai racconta in maniera molto delicata la storia di due uomini che si amano, che non possono fare a meno di stare insieme pur nella consapevolezza del male che fanno l'uno all' altro: Po-Wing è uno spirito libero ma anche un opportunista. Yu-Fei dal canto suo, sarebbe disposto a tutto pur di non vederlo andare via e averlo sempre vicino a se. In effetti è su Yu-Fei che si concentra la narrazione, mettendo in evidenza i suoi sentimenti combattuti, il suo senso di smarrimento dopo una fuga all' altro capo del mondo con la paura di non avere più un posto dove tornare. Chi poteva recitare un ruolo così difficile se non uno dei più grandi attori asiatici: Tony Leung è un gigante, se ancora serviva una conferma, che domina la scena dall' inizio alla fine con un interpretazione magistrale. Un film assolutamente da riscoprire (lasciando da parte qualsiasi tipo di pregiudizio) uscito nel 1997 e vincitore della Palma d'oro a Cannes per la miglior regia (premio meritatissimo) e che recupero a distanza di 10 anni grazie soprattutto alle votazioni per gli ImmaginIoma. Wong Kar Wai è un regista eccezionale (che ho conosciuto grazia al meraviglioso In The Mood For Love) e del quale vorrei al più presto scoprire tutta la filmografia. E voi dovreste fare altrettanto.

Wednesday, June 13, 2007

La fine...seee! E chi ci crede!

Seguitemi in questo ragionamento: immaginate di aver preparato del brodo (di carne o verdure, fate voi) convinti di farlo bastare per la sera e il pranzo del giorno successivo. Vi accorgete però di averne fatto troppo poco e allora che fate? Ne preparate altro o "allungate" quello che avete con un po' d'acqua? La seconda opzione sembra quella più rapida ed economica e la scegliete per questo. Avrete così abbastanza brodo per due pasti anche se di qualità nettamente inferiore. Questa folle introduzione per spiegarvi quello che, secondo me, è stato fatto con i seguiti de La Maledizione della Prima Luna. Visto il grande (e inaspettato) successo del primo film, si è deciso di tirar fuori due film dalla sceneggiatura del seguito e trasformare la saga in una trilogia (che va tanto di moda in questi ultimi anni). Per farlo è bastato dividere lo script e "allungare" le due metà con lunghissime sequenze (specie quelle di battaglia) ed inserire una moltitudine di personaggi assolutamente superflui e superficiali (per non dire inutili). Come Peter Jackson e i fratelli Wachowski insegnano, meglio girare entrambi i film contemporaneamente in modo tale da risparmiare tempo (tanto gran parte del film si completa in post produzione) e soldi. Tralasciando gli esempi del Signore degli Anelli e di Matrix, i Pirati dei Caraibi si sono rivelati con questo terzo capitolo "Ai Confini del Mondo", mera operazione commerciale. E fin qui niente di strano, trattandosi di un blockbuster. Ma quando un film di puro intrattenimento si dilunga all' inverosimile raggiungendo una durata totale di tre ore (TRE ORE!!!) si rischia di logorare pesantemente la pazienza degli spettatori. Diciamoci la verità: un regista come Jackson si può permettere di fare un film "da grande pubblico" (e in questo caso intendo King Kong) concedendosi il lusso di farlo durare 180 minuti di pura meraviglia visiva, Verbinski onestamente no: se La Maledizione del Forziere Fantasma mi aveva annoiato, durante l' infinita battaglia finale de Ai Confini del Mondo, mi stavo per addormentare e questo è un segnale preoccupante, fidatevi. Ma veniamo all' unico motivo che mi ha spinto a guardare questo film: Johnny Depp e il suo Jack Sparrow. La sensazione avuta durante la visione del secondo film è stata tristemente confermata: la verve originale del personaggio si è persa dietro una serie di gestualità e smorfie che non stupiscono più, e la sua mancanza nei primi trenta minuti del film non si sente neanche tanto. Comunque, bisogna precisarlo, Depp è sempre una spanna sopra tutti gli altri: Geoffrey Rush (carismatico), Chow Youn-fat (inutile), Orlando Bloom (espressivo come un mattone forato), Keira Knightley (bella ma..niente di più). Simpatico il cameo di Keith Richards nei panni del padre di Jack. Per quanto riguarda gli effetti speciali, niente da dire: penso che si tratti di quanto meglio si sia visto fin ora, un vero spettacolo bisogna ammetterlo. In conclusione, mi spiace dover bocciare non solo un film, ma una trilogia nella quale riponevo la speranza di veder perfettamente coniugati, buon cinema e intrattenimento. Così non è stato purtroppo. Ci mettiamo una pietra sopra nella speranza che il circo dei Pirati non si trasformi in una quadrilogia...o in qualcosa di anche peggiore.

Tuesday, June 12, 2007

BRING THE NOISE!!!

Nicholas Angel è probabilmente il più grande poliziotto londinese. Grandi capacità intellettuali ed atletiche, stato di servizio perfetto, un numero indefinibile di arresti e di encomi ricevuti lo rendono, si un agente modello, ma anche una presenza "ingombrante" per colleghi e superiori. Approfittando di una ferita ricevuta durante un' arresto, l'Ispettore Capo del suo dipartimento, decide di concedergli una promozione a sergente, trasferendolo forzatamente a Stanford, una piccola cittadina di campagna con il più basso tasso di criminalità mai riscontrato. A poco servono i suoi tentativi di resistenza. Nicholas è costretto a trasferirsi: presa la sua amata pianta e salutata la sua ex (che l'ha lasciato per la sua incapacità di "staccare" dal lavoro), parte alla volta di Stanford. Per un poliziotto tutto azione come Nicholas, abituarsi ai ritmi lenti di Stanford è veramente difficile. Nei primi giorni stringe amicizia con il suo nuovo collega Danny Butterman, figlio dell' ispettore capo di Stanford, un ragazzotto semplicione affascinato da Nicholas e desideroso di diventare come i poliziotti che vede nei film americani. Entrambi avranno l'occasione di "darsi da fare" quando a Stanford cominciano a verificarsi strane e inspiegabili morti violente, che tutti vorrebbero far passare per semplici incidenti. Ma l'intuito allenato nella grande città di Nicholas, lo porta verso una verità molto più sconcertante. Se non sapete minimamente chi siano Edgar Wright e Simon Pegg, credo sia proprio il caso che vi andiate IMMEDIATAMENTE a recuperare quel piccolo, ma preziosissimo gioiello che risponde al nome di Shaun of the Dead (L' Alba dei Morti Dementi in Italia...tristezza). Fatto? Non ancora? E va bene allora, facciamo un ripassino: Edgar Wright (regista e sceneggiatore) e Simon Pegg (co-sceneggiatore e attore) sono le menti dietro una delle commedie/parodia più riuscite degli ultimi anni, Shaun of the Dead appunto. E adesso, dopo il geniale e sentito omaggio alla parte più riuscita della cinematografia di George Romero, il dinamico duo è finalmente tornato. Ben lontani da quel tipo di commedia che fa della volgarità forzata l'unico motivo di (una presunta) ilarità, Wright e Pegg portano al genere una ventata d'aria fresca, una brezza rigenerante carica di un puro humor 100% british. La storia questa volta pesca dal classico poliziesco per fare una una veloce virata sul thriller e concludere in un esplosivo (è proprio il caso di dirlo) finale degno dei più blasonati blockbuster hoolywoodiani, facendo il verso in maniera piuttosto esplicita a film come Point Break e Bad Boys 2. Il tutto condito da un sano e mai esagerato "splatter", una miriade di citazioni (tra cui anche gli Spaghetti Western di Sergio Leone). Se a questo aggiungete infine, una regia frizzante e dinamica, avrete un film che non vi farà rimpiangere le due ore che gli dedicherete. Io l'ho visto in lingua originale con sottotitoli in italiano (non è una versione reperibile nei negozi...ci siamo capiti?) e l'ho trovato grandioso, ma il mio giudizio dipende dal fatto che adoro l'accento britannico. Se volete aspettare una versione doppiata, la sua uscita nelle sale itlaiane è prevista per la seconda metà d'agosto.

Monday, June 11, 2007

"Cercate di vivere pensando che morirete!"

La "Legge per la prosperità nazionale". Ecco come il Governo ha deciso di "instillare" nella popolazione, il rispetto e l'importanza per la vita. In pratica, nello 0,1% delle siringhe utilizzate per le normali vaccinazioni sui bambini in età scolastica, viene introdotta una nanocapsula contenente un dispositivo detonante. In parole povere, ad un bambino su mille (di cui comunque il Governo conosce l'identità) viene iniettata questa nanocapsula che, in circolo nel sangue, si posiziona nell'arteria polmonare vicino al cuore. Tra il diciottesimo ed il ventiquattresimo anno di vita, ad una data e ora stabilite, il congegno esplode causando un arresto cardiaco al soggetto selezionato. Questo "non conoscere il proprio destino", questa "incertezza sul proprio futuro" (almeno fino al ventiquattresimo anno d'età) dovrebbe, almeno queste sono le intenzioni del provvedimento, spingere i giovani a vivere al massimo le loro vite. La morte non arriva così all' improvviso: il Ministero di Salute e Benessere si occupa di avvisare l'interessato attraverso un Ikigami, una sorta di "annuncio di morte" contenente data e ora del decesso, generalmente consegnato 24 ore prima della data indicata. Questa è la realtà nella quale veniamo proiettati alla lettura del primo numero del manga di Motoro Mase, Ikigami. Una realtà non proprio definita visto che le vicende si svolgono in un anno non stabilito ed in una città (sicuramente giapponese) non precisata. La narrazione procede per capitoli, ogni capitolo è diviso in tre atti. In ogni capitolo (due nel caso di questo primo volume) assistiamo a due vicende separate, ma parallele: quelle relative a Kengo Fujimoto, uno degli incaricati dal Ministero alla consegna degli Ikigami, e a tutti i suoi dubbi riguardo la "Legge" e alla sua effettiva utilità. La seconda riguarda il destinatario dell' "annuncio", le sue ultime 24 ore di vita, i dubbi e le paure che lo assalgono durante un conto alla rovescia preordinato e inarrestabile. Siamo solo all' inizio, è vero, ma già da questo primo numero, uscito due settimane fa, si possono cominciare ad intuire le potenzialità di questo manga (l'avvicinamento alla morte visto attraverso tante esistenze differenti, per dirne una)...conviene comunque aspettare qualche numero per avere un quadro più completo sulla strada che l' autore vuole seguire. In sintesi, comprare o no questo volumetto?
PRO: belli i disegni e particolare la storia. Considerate che è il primo numero di un manga pubblicato dalla Planet Manga, il che significa che tra un paio di mesi potrebbe essere introvabile.
CONTRO: 7 euro non sono pochi, anche considerando la sovracopertina e la cadenza bimestrale.

Sunday, June 10, 2007

Lyric of the Week / ECHO AND THE BUNNYMEN - THE KILLING MOON

Under blue moon I saw you
So soon you'll take me
Up in your arms
Too late to beg you or cancel it
Though I know it must be the killing time
Unwillingly mine

Fate
Up against your will
Through the thick and thin
He will wait until
You give yourself to him

In starlit nights I saw you
So cruelly you kissed me
Your lips a magic world
Your sky all hung with jewels
The killing moon
Will come too soon

Fate
Up against your will
Through the thick and thin
He will wait until
You give yourself to him

Under blue moon I saw you
So soon you'll take me
Up in your arms
Too late to beg you or cancel it
Though I know it must be the killing time
Unwillingly mine

Fate
Up against your will
Through the thick and thin
He will wait until
You give yourself to him

Fate
Up against your will
Through the thick and thin
He will wait until
You give yourself to him
You give yourself to him

La la la la la...

Fate
Up against your will
Through the thick and thin
He will wait until
You give yourself to him

La la la la la...

Fate
Up against your will
Through the thick and thin
He will wait until
You give yourself to him

Fate
Up against your will
Through the thick and thin
He will wait until
You give yourself to him

La la la la la...

Friday, June 08, 2007

"There's more than one way to lose your life to a killer"

Credevo che con Seven fosse stato detto tutto quello che c'era da dire riguardo i serial killer, almeno cinematograficamente parlando. Anche provandoci, non riesco a trovare un film che possa in qualche modo avvicinarsi o aggiungere qualcosa a quanto fatto e detto da David Fincher nel suo film (e non provate neanche a pensare a Saw, sarebbe come bestemmiare). Solo Fincher poteva riprenderne in mano l'argomento (a più di dieci anni di distanza) e scriverne un nuovo bellissimo capitolo muovendosi, in più di un aspetto, in maniera nettamente opposta rispetto al film precedente. Innanzitutto la storia si basa su eventi realmente accaduti: Zodiac è il serial killer che alla fine degli anni sessanta terrorizzò San Francisco e non fu mai catturato. Le sue vicende hanno già ispirato produzioni cinematografiche, basti pensare alla pellicola Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (che tra l'altro viene citato più volte durante il film).Tutto ciò che vediamo sullo schermo è stato ricostruito seguendo fedelmente i documenti delle indagini e basandosi sui libri scritti da Richard Graysmith, vignettista del San Francisco Chronicle, che raccolse negli anni tantissimo materiale su Zodiac. La vicenda, che si sviluppa nell' arco di trent'anni (dal '69 al '91 circa), ci viene raccontata attraverso le indagini dei detective David Toschi e William Armstrong, e dei giornalisti Paul Avery e lo stesso Richard Graysmith. Nonostante le loro ricerche si muovano in maniera parallela, riusciranno solo ad avvicinarsi all' assassino e alla sua identità, senza mai riuscire a fare il passo decisivo, diventando inconsapevolmente loro stessi vittime di Zodiac, o meglio, del "caso" Zodiac. Fincher imposta la narrazione soprattutto sui dialoghi, con una regia contenuta (sono lontani i piani sequenza "impazziti" di Panic Room) che da spazio soprattutto ai personaggi e ai loro volti, ma regalandoci alcune scene da antologia: l'omicidio del tassista, la telefonata di Zodiac durante una trasmissione televisiva e la sequenza nello scantinato...assolutamente da brividi. Il gruppo di attori che interpreta i personaggi principali è assolutamente fenomenale: Mark Ruffalo e Anthony Edwards (il dottor Green di E.R. con i capelli) nel ruolo, rispettivamente, dei detective Toschi e Armstrong. Jake Gyllenhaal interpreta Richard Graysmith, mentre il grandissimo Robert Downey Jr. (che sta azzeccando un ruolo dietro l'altro) è il reporter Paul Avery. Ma veniamo a colui che è il perno (seppur invisibile e misterioso) della vicenda: Zodiac. Messo a confronto con la geniale mente criminale che era il John Doe di Seven, il nostro sfigura e anche parecchio. Zodiac è un serial killer, ma dei trenta omicidi dei quali si è dichiarato l'artefice, solo cinque (o al massimo sette) gli sono attribuibili. Zodiac è probabilmente un assassino improvvisato, che ha scoperto il piacere di trovarsi al centro dell' attenzione, atteggiandosi da serial killer: i suoi messaggi cifrati non sono altro che giochi da Settimana Enigmistica. Il suo nome e il suo simbolo, spudoratamente copiati dal logo di una marca di orologi. Non c'è uno schema nelle sue azioni, nessun piano preciso nei suoi omicidi ed è proprio questo, probabilmente, che ne ha reso impossibile la cattura. Ma Zodiac è soprattutto un' ossessione ed è questa probabilmente la chiave di lettura del film. Zodiac è come una malattia che ti divora lentamente, colpendo la famiglia, gli affetti, il lavoro e la salute di tutti coloro che ne vengono a contatto. Zodiac è una caccia senza preda, un labirinto con solo vicoli ciechi. Zodiac è un film straordinario di un regista che adoro, ennesima perla di una grande stagione cinematografica ormai agli sgoccioli.

Thursday, June 07, 2007

ImmaginIOMA 1997/1998 - NOMINATIONS

Avevo scritto in occasione del post sui vincitori IOMA 2007, che con il premio on-line per il cinema ci saremo rivisti l'anno prossimo. Quanto mi sbagliavo amici miei! Non sapevo ancora, infatti, di alcune iniziative parallele veramente interessanti. ImmaginIOMA è una di queste: si tratta, in poche parole, di premiare i film usciti in quelle stagioni cinematografiche quando ancora gli IOMA non esistevano. Questa volta tocca all' annata 1997/1998 e devo dire che di film interessanti ne sono usciti veramente molti in questo periodo. Ieri sera sono state rese note le nominations che vi elenco qui di seguito:

-- NOMINATIONS --

FILM
Boogie Nights
Gattaca
Jackie Brown
La Vita è Bella
Titanic

FILM ITALIANO
Il Viaggio della Sposa
L’ Ultimo Capodanno
La Vita è Bella
Ovosodo
Tre Uomini e una Gamba

REGIA
James Cameron - Titanic
P.T. Anderson - Boogie Nights
Quentin Tarantino - Jackie Brown
Takeshi Kitano - Hana bi
Wong Kar Wai - Happy Toghether

ATTORE
Al Pacino - Donnie Brasco
Jack Nicholson - Qualcosa è Cambiato
Johnny Depp - Donnie Brasco
Leonardo di Caprio - Titanic
Tony Leung - Happy Together

ATTRICE
Helen Hunt - Qualcosa è cambiato
Jodie Foster - Contact
Julia Roberts - Il Matrimonio del Mio Migliore Amico
Kate Winslet - Titanic
Pam Grier - Jackie Brown

ATTORE NON PROTAGONISTA
Al Pacino - L'Avvocato del Diavolo
Jude Law - Gattaca
Kevin Spacey - L.A. Confidential
Robin Williams - Will Hunting - Genio Ribelle
Rupert Everett - Il Matrimonio del Mio Migliore Amico

ATTRICE NON PROTAGONISTA
Cameron Diaz - Il Matrimonio del Mio Migliore Amico
Charlize Theron - L'Avvocato del Diavolo
Joan Cusack - In & Out
Julianne Moore - Boogie Nights
Kim Basinger - L.A. Confidential


Insomma, nominations non prive di sorprese: innanzi tutto una doppia candidatura per La Vita è Bella di Benigni (Miglior Film e Miglior Film Italiano), grandi esclusi Hana - bi nella categoria per il Miglior Film, nomina per Tre Uomini e una Gamba come Miglior Film Italiano e ben tre nomine "attoriali" per Il Matrimonio del Mio Miglior Amico. Al Pacino si riserva un posto sia come Attore Protagonista (Donnie Brasco) che come Non Protagonista (L' Avvocato del Diavolo). Kate Winslet ha praticamente il premio in tasca come Migliore Attrice per Titanic, mentre spero che si aggiudichi quello per Non Protagonista la bella e brava Julienne Moore per Boogie Nights. Per Film e Regia sarà un bello scontro visti i titoloni e i nomi coinvolti. I vincitori saranno annunciati martedì 19 giugno. Voi aspettatevi un post apposito per l'occasione e nel frattempo, se vi va, fatemi sapere le vostre preferenze. Nell' attesa, quale migliore occasione per recuperare qualcuno dei film che non ho visto? Ogni scusa è buona ^_____*.

Wednesday, June 06, 2007

Ma qualcuno si ricorda di: FANTAMAN

Dai primi giorni di maggio, nelle frequenze satellitari di Sky, è presente un nuovo canale tematico dedicato all' animazione: Cultoon. Come si può facilmente intuire dal nome, il canale si propone di presentare nel suo palinsesto giornaliero tutta una serie di cartoni animati di "culto" anche piuttosto vecchiotti. Tra i vari Conan (!!!), Gordian, Capitan Harlock, un titolo mi ha subito colpito, semplicemente perché l'avevo completamente rimosso: Fantaman. Quale migliore occasione per parlarne se non nel sesto appuntamento con la rubrica dei ricordi di WELTALL'S WOR(L)D. In breve la trama (giusto per rinfrescarvi la memoria): Il Dott. Corallo con la figlia Maria vengono attaccati da una mano gigante (!) mentre si trovano sulla loro imbarcazione. Padre e figlia non stavano certo facendo una crociera: il dott. Corallo infatti, famoso archeologo, aveva appena scoperto l' ubicazione della perduta città d' Atlantide. Sfortunatamente il dottore muore nell'affondamento della nave mentre la figlia Maria viene prontamente salvata dal Dott. Steele a bordo del suo indistruttibile apparecchio volante, accompagnato dal figlio Terry (vestito come un deficiente) e il fido assistente (grosso e un po' tonto) di nome Gabi. Insieme a Maria, il gruppo di salvatori si dirige nelle profondità della scomparsa Atlantide. Giunti in una sala piena di tombe, ecco tornare all' attacco la mano gigante. Maria traducendo l'iscrizione su una delle tombe grazie al libro del padre, risveglia Fantaman dal suo sonno millenario. Fantaman è un'eroe invincibile e si presenta in un elegante color oro, maschera di teschio, mantello e bastone. Giunge sempre quando c'è qualcuno in pericolo o quando il male minaccia la giustizia (o nella fattispecie, quando Maria si mette mani giunte a pregare per il suo intervento). In questo caso il male è rappresentato dal perfido Dottor Zero che non vede l'ora di stringere nella sua mano/tenaglia il mondo intero. Il "buon" Dottore è talmente pieno di se che apre o chiude i suoi sproloqui con quello che è diventato il celebre "IL MMMMONDO E MMMIOOOOOOUUUuuuuu"., o rafforza gli ordini impartiti ai suoi subordinati con un perentorio "HO DETTO!" alla fine della frase...un grande insomma. La serie è arrivata in Italia nei primi anni ottanta e a vederla oggi appare ridicola e superficiale in tutti i suoi aspetti: animazioni e disegni sono elementari e anche la storia è quanto di più scialbo si sia mai visto, cosa alquanto strana considerata la qualità degli altri anime dell' epoca. Così, facendo qualche ricerca, ho scoperto che la serie è arrivata nel nostro Bel Paese con quasi vent'anni di ritardo (e ti pareva!) essendo stata trasmessa in Giappone per la prima volta negli anni '60! Insomma, guardandola da un punto di vista dell' età, è normale che questa serie appaia, per così dire, "sempliciotta". Bé, io avrei concluso e adesso sta a voi: quanti se la ricordano? Siate sinceri mi raccomando ^_____*


SIGLA ITALIANA FANTAMAN

Tuesday, June 05, 2007

Ricordi di una vita

Mi chiedo che impressione mi avrebbe fatto questo film se l'avessi visto prima di Kamikaze Girls. Forse non sarebbe cambiato nulla o forse sarei tra la folta schiera di persone che gridano al capolavoro. E invece questa volta sono la voce fuori dal coro e vi esporrò le mie perplessità su questo film. Attenzione: preciso subito che non si tratta di un brutto film, anzi. Ma non è neanche quella perla che tanti hanno definito. Tetsuya Nakashima ha stile, soprattutto dal punto di vista visivo, e questa è una cosa innegabile. In Kamikaze Girls lo ha applicato in maniera vincente restituendo al pubblico una pellicola frizzante e profonda al tempo stesso. Ora prendete lo stesso stile visivo (comprese le scelte fotografiche) ed elevatelo alla massima potenza. Miscelatelo con una storia da classico melodramma e quel tocco di musical (che non guasta mai) e otterrete Memories of Matsuko. Dopo un inizio un tantino disorientante, si viene proiettati nel vivo della storia che rivela subito la sua drammaticità: Shou ha lasciato la casa dei genitori per inseguire il sogno di diventare musicista. Ora vive in un piccolissimo appartamento e la sua chitarra giace abbandonata in un angolo coperta da due dita di polvere. Viene lasciato anche dalla sua annoiata ragazza e incomincia a vegetare tra alcolici e film porno. Una mattina il padre lo va a trovare per informarlo che sua zia Matsuko è morta. Ci sarebbe perciò da pulire e svuotare l'appartamento dove viveva. Nonostante Shou non abbia mai conosciuto la defunta zia, accetta di sbrigare questa faccenda di famiglia. Nel piccolo locale che Matsuko aveva in affitto trova montagne di rifiuti e polvere, ma non solo. In mezzo a tutto quel ciarpame scopre pezzi del passato di Matsuko e mettendoli assieme ne compone lentamente i 53 anni di vita. Scopre una persona forte, in costante lotta contro quanto di peggio la vita le rovescia contro, in grado di rialzarsi dopo ogni caduta, inseguita sin da piccola dallo spaventoso spettro della solitudine. Già da questo si può capirà l'abissale differenza con Kamikaze Girls ma, rispetto al film precedente, qui non si tratta di una commedia: se infarcire le vicende di Matsuko con esplosioni di colori, musica, canzoni e una folta schiera di personaggi sopra le righe, avevano come scopo quello di creare un forte contrasto con i drammi che si susseguono nella sua vita, bé il risultato si può dire raggiunto solo a metà: a fronte di alcune sequenze veramente azzeccate (l'infanzia di Matsuko soprattutto), ne risultano altre talmente al limite del grottesco che mi è stato impossibile "avvicinarmi" alla protagonista, riuscire a capire fino a che punto si poteva prendere sul serio quanto raccontato. Malgrado queste mie critiche (che come potete notare sono assolutamente soggettive) sono convito che Memories of Matsuko sia quanto di meglio il cinema giapponese possa offrire al momento soprattutto perchè Nakashima ha talento. La speranza è che questo "stile" tutto personale non diventi un marchio di fabbrica da applicare a qualsiasi tipo di film perchè, caro Tetsuya, alla fine ci si stanca. Il mio consiglio è di recuperarlo solo dopo aver visto Kamikaze Girls...sempre che non l'abbiate già fatto, of course. Un ultima cosa: da più parti ho letto che questa pellicola è considerata il miglior film asiatico del 2006...guardatevi The Host e poi ne riparliamo.

I sottotitoli della versione visionata sono stati tradotti, corretti e sincronizzati dal buon
Nick. Impossibile non citarlo ^___^.

Monday, June 04, 2007

Soldati al confine

La Joint Security Area è la sottile zona di confine che separa la Corea del Nord da quella del Sud. Entrambe le parti hanno delle postazioni di guardia agli estremi del ponte che congiunge le due Coree. Una notte di fine ottobre, la fragile pace fra le due nazioni viene messa a repentaglio da un terribile incidente: due soldati nord coreani vengono trovati uccisi. Il colpevole sembra essere il Sergente Lee dell'esercito del Sud. Per investigare sulla delicatissima faccenda viene interpellata la NNSC (Comitato di Sicurezza delle Nazioni Neutre) che invia sul luogo il Maggiore Sophie, figlia di genitori coreani, nata e cresciuta in Svizzera. La donna nota subito che le deposizioni di Lee e del sergente Oh della Corea del Nord (unico sopravvissuto) sono nettamente contrastanti: il Sergente Lee afferma di essere stato rapito dai soldati del Nord e di essere stato portato nel loro posto di guardia. Qui dopo essersi liberato, ha fatto fuoco sui soldati per fuggire. Secondo il Sergente Oh invece, è stato il Sergente Lee ad irrompere nel posto di guardia pistola in pugno e a fare fuoco. Con l' ombra di un probabile conflitto sempre all' orizzonte, anni di separazione e contrasti tra le due nazioni, non renderanno facile il lavoro del Maggiore Sophie. La verità nascosta in questa tragedia potrebbe essere molto più sorprendente e complessa di quel che ci si potrebbe aspettare. Non so perché ho aspettato così tanto! Sono mesi (e quando dico mesi, intendo proprio MESI) che questo film mi passa tra le mani, lo propongo e me lo bocciano, voglio guardarlo da solo e c'è sempre qualcos' altro. Ma il suo momento è arrivato, senza possibilità d' appello: tra pochi giorni potrò mettere le mani sull' ultimo lavoro di Park Chan-wook "I'm a cyborg but that's ok", quale migliore occasione per guardare uno dei suoi primi lungometraggi? Ma vediamo come classificare Joint Security Area (JSA): film investigativo a sfondo militare? Si è corretto, ma questo lo ridurrebbe solo ad una sorta di NCIS al confine tra le Coree. JSA è molto di più. E' la storia di un' amicizia tra quattro uomini. Amicizia che si rivelerà presto impossibile a causa delle grandi differenze culturali/politiche tra la Corea del Nord e quella del Sud, che rende altresì inattuabile riuscire a scindere l' "uomo" dal "soldato". Non è difficile intuire invece, le grandi capacità registiche del buon Park che esploderanno e matureranno nella successiva "trilogia della vendetta". Si possono già apprezzare qui, la scrupolosità e la precisione geometrica (termina che ho stra-abusato parlando di cinema coreano) con la quale compone il quadro. Insomma forma e sostanza ad alti livelli, ed anche sforzandomi non riuscirei a muovere una critica a questo film perché mi è piaciuto veramente tanto, punto. Ma prima di chiudere penso sia proprio il caso di citare i tre grandissimi attori principali: Yeong-ae Lee (la Geum-ja di Lady Vendetta! Ma quant'è bella?), Byung-hun Lee (A Bittersweet Life e il segmento "Cut" di Three Extremes) e il grandissimo Kang-ho Song (Mr. Vendetta, Lady Vendetta. Memories of Murder e il capolavoro The Host). Penso di avervi dato motivazioni sufficienti per farci un pensierino.

Sunday, June 03, 2007

Lyric of the Week / MUSE - SUNBURN

Come waste your millions here, secretly she sneers
Another corporate show, a guilty conscience grows

I'll feel a guilty conscience grow
I'll feel a guilty conscience grow

She burns like the sun, and I can't look away
She'll burn our horizons, make no mistake

Come let the truth be shared, no one ever dared
To break these endless lies, secretly she cries

She burns like the sun, and I can't look away
She'll burn our horizons, make no mistake

I'll hide from the world behind a broken frame
I'll burn forever, I can't face the shame
I'll hide from the world behind a broken frame
I'll burn forever, I can't face the shame

Friday, June 01, 2007

Le colpe dei padri

Personaggio controverso Pietro Maximoff. Orgoglioso, superbo, fiero della sua natura superumana che lo rende superiore alla massa, quasi infastidito dal fatto che il mondo che lo circonda non vada alla sua velocità, che lo rallenti. Con il nome di battalgia Quicksilver ha combattuto a fianco della sorella Wanda (Scarlett), nella Confraternita dei Mutanti Malvagi guidata da Magneto, senza sapere che questi era nient'altro che il suo stesso padre. Abbandonata la confraternita, fratello e sorella sono entrati a far parte dei Vendicatori. Pietro ha militato, per un breve periodo, anche nella X-Factor governativa ma questa, come si dice, è un'altra storia. Quello che mi premeva sottolineare era il desiderio inconscio (ma forse neppure tanto) di dimostrare di essere diverso dal padre, di essere un' eroe. Negli ultimi mesi però qualcosa sembra essere cambiato: dopo che la follia di Scarlett è costata la vita a tre Vendicatori, la ragazza è stata portata a Genosha ed affidata alle cure di Xavier e Magneto (apparentemente redento per l'ennesima volta). I due sfortunatamente non sono riusciti a guarire gli squilibri mentali causati dal potere di alterazione della realtà di Wanda. Con decisione unanime, X-Men e Vendicatori si recano a Genosha per sistemare una volta per tutte la faccenda anche in maniera drastica. Pietro, terrorizzato all' idea di perdere l'amata sorella, la convince ad usare ancora una volta i suoi poteri per creare un mondo dove i mutanti non debbano soffrire per la loro diversità. L' utopia mutante governata dalla Casata di Magnus (House of M) ha vita breve. Come è stata creata, scompare portando con se il 90% della popolazione mutante che si ritrova improvvisamente...umana. Tra di loro anche il povero Pietro ed è qui che ci ricolleghiamo con la mini Son of M, scritta da David Hine e disegnata (in maniera veramente pregevole) da Roy Allan Martinez, pubblicata qualche mese fa in appendice al mensile Wolverine. Sin dalle prime pagine troviamo un Pietro Maximoff incapace di adattarsi ed accettare la sua nuova condizione "umana". Non più mutante ne Vendicatore, è soltanto uno come tanti. Indossa ancora il suo costume ma la sua velocità se ne andata ed ora si trascina lentamente insieme a tutte le persone che prima guardava con superiorità. Prigioniero nella sua stessa vita cerca nel suicidio una via di fuga, ma viene prontamente salvato dalla sua ex moglie, Crystal degli Inumani, e portato nella città lunare Attilan per essere curato. Ma Pietro non vuole guarire, vuole il potere, vuole tornare quello che era un tempo e per farlo è disposto ad andare contro le ferree leggi degli Inumani ed esporsi alle Nebbie Terrigene. Queste non sono altro che le esalazioni di particolari cristalli capaci di donare, agli individui che le assorbono, abilità particolari. Il probleama è che il re degli Inumani, Freccia Nera, ne ha severamente vietato agli umani l'utilizzo. Perfino a Luna, figlia di Pietro e Crystal, è stato imposto quest'obbligo. Entrato di nascosto nella sala delle Nebbie, Pietro riottiene praticamente subito i suoi poteri ma in una forma completamente diversa: ora è in grado di "proiettare" se stesso nel futuro per brevi periodi. Convinto di aver trovato il modo di restituire ai mutanti i propri poteri, Pietro ruba i cristalli e fugge sulla terra portando con se la figlioletta Luna. E fin qui si tratterebbe unicamente di tirarsi addosso le ire degli Inumani e di Crystal. Ma Pietro va ben oltre, decide arbitrariamente che le Nebbie Terrigene sono di Luna per diritto di nascita e convince la piccola ad inalarle. Bè, non c'è che dire! Un comportamento assolutamente discutibile e inconcepibile, soprattutto da chi ha sempre lottato per cancellare la vergogna delle proprie origini. Visto quanto successo a Wanda, forse i discendenti della famiglia Lehnsherr sono uniti da un legame che va ben oltre quello di sangue...speriamo solo che anche Luna non ne debba pagare le conseguenze. Insomma, un fiume di parole per dire che ho apprezzato veramente tanto questa breve serie dedicata all' ex Quicksilver, soprattutto perché ridisegna sotto una luce (o sarebbe meglio dire ombra?) nuova un personaggio un po' stantio. Diventato praticamente un vettore delle Nebbie, con i suoi poteri ha visto in anticipo la Guerra Civile che in questi mesi sta sconvolgendo l' Universo Marvel. Rimane da vedere che ruolo avrà lui in tutto questo...