Wednesday, January 31, 2007

ESILIATI ovvero L' ULTIMA FATICA DI TO

Siamo a Macao. In un piccolo appartamento tre uomini, armi in pugno, si studiano in silenzio. Stanno per dare inizio ad un duello mortale. Uno di loro ha un'arma a tamburo con sei colpi. Gli altri due, con pistole semi automatiche, estraggono i caricatori ed iniziano a togliere i proiettili facendoli cadere rumorosamente a terra fino a trovarsi entrambi con solo sei colpi. Una volta reinseriti i caricatori, la sparatoria ha inizio. Gli spari si susseguono veloci e con altrattanta rapidità i tre uomini li evitano. Nella stanza accanto una donna, la moglie di uno dei tre, stringe al petto il suo bambino e prega. Diciotto colpi dopo, così come e cominciato, quell'inferno finisce e i tre cominciano a conversare come se fossero amici di vecchia data. Veniamo catapultati in questa sequenza adrenalinica dopo pochi minuti dai titoli di testa: inquadrature dagli spazi perfettamente calcolati, carrellate ed eleganti piani sequenza uniti alla solita superba colonna sonora, aiutano a costruire la giusta tensione prima dello scontro e rappresentano una firma inconfondibile dello stile del regista di Hong Kong, Johnnie To. Questa volta il racconto è incentrato su un gruppo di amici di vecchia data costretti ad uccidere uno di loro costreto all'esilio dopo aver sparato al proprio boss. Tornato in quel di Macao per stare vicino alla moglie ed al figlio, si trova ora nel mirino del suo ex boss Fay. Ma i legami fraterni sono molto più forti e i quattro gangster decidono di risparmiare il loro amico e si rivoltano contro il loro capo. Questa decisione li costringerà ad un esilio senza fine. Se questo trovarsi improvvisamente senza un posto dove tornare ricorda un po' i personaggi di Miike, il resto è tutto pregno dello stile del regista di Hong Kong che in questi mesi ho imparato a conoscere ed apprezzare: sparatorie composte e coreografate alla perfezione, si alternano in maniera improvvisa a quadretti (anche comici) che ritraggono il profondo legame che unisce i protagonisti. Il risultato è un prodotto cinematograficamente ottimo ma forse più "commerciale" (se mi si passa il termine) dei lavori precedenti. Il film è stato presentato in concorso all'ultimo festival di Venezia ma difficilmente arriverà nelle sale italiane. Possiamo, come al solito, riporre tutte le nostre speranze nel dvd.

Tuesday, January 30, 2007

L' "OSPITE" inatteso

Il vecchio Park Hie-bong gestisce un chiosco sulla riva del fiume Han a Seul, insieme al figlio Kang-du che sofre di narcolessia a causa delle poche proteine assimilate nel periodo della crescita. Hie-bong ha altri due figli: Nam-li, un laureato senza occupazione dedito all'alcol e Nam-ju, campionessa olimpionica di tiro con l'arco. La vita della famiglia Park procede tra alti e bassi fino a quando nelle acque del fiume Han non fa la sua comparsa una misteriosa creatura mutante che attacca tutti i presenti sulla riva. Cercando di fuggire dal mostro, Kang-du lascia accidentalmente la mano della figlia Hyun-seo. La ragazzina viene acchiappata dalla coda tentacolare della creatura e trascinata nelle acque del fiume. Trasportato in un ospedale per degli esami sull' infezione virale di cui il misterioso mutante sarebbe l'ospite (da qui il titolo del film), Kang-du riceve una telefonata da Hyun-seo la quale afferma di trovarsi in un profondo canale di scolo. Nonostante le autorià sanitarie e militari cerchino di fermarli, tutta la famiglia Park riunita si metterà alla ricerca di Hyun-seo per trarla in salvo. Arriva direttamente dalla Corea quello che in patria è già stato definito il più grande blockbuster di tutti i tempi e, a giudicare dallo sfarzo produttivo, la cosa è anche comprensibile. Un grande dispendio di mezzi, collaborazioni con lo studio Orphanage e la Weta Workshop per gli effetti speciali, un' ottimo cast, danno vita a questo "The Host", un film difficilmente classificabile che si rifà ad i classici film sui mostri americani e (l'uomo contamina indiscriminatamente l'ambiente e la natura si vendica partorendo creature innominabili), mostrando però quanto il genere possa essere abilmente rimaneggiato e reinterpretato in terra asiatica, a partire dal tono del film che oscilla in maniera repentina e per tutta la sua durata, tra l'ironico ed il drammatico. Gli effetti speciali, ma sopratutto il design e l'animazione della funambola creatura sono veramente ben realizzati e non sono il fulcro del film ma uno dei complementi. Immagini ed inquadrature sono curatissime e misurate (cosa alla quale registi coreani come Kim Je-woon e Chan-wook ci hanno abituato) e sono contento di poter confermare il giudizio positivo sul regista Joon-ho Bong, che già con il suo precedente Memories Of Murder mi aveva favorevolmente colpito. Tra gli attori voglio citare assolutamente Kang-ho Song (Mr Vendetta, Memories of Murder ecc.) e Du-na Bae (Mr Vendetta, Linda Linda Linda ecc.). Prendendo per certo il fatto che questo film non verrà mai distribuito in Italia (ma sarei più che contento di rimangiarmi quanto appena scritto), consiglierei di recuperarlo specialmente a chi ha poca dimestichezza con il cinema asiatico. Potrebbe essere una buona occasione per avvicinarsi a questo vastissimo universo cinematografico.

Monday, January 29, 2007

FACCIAMO IL PUNTO SUGLI AMICI DI WELTALL'S WOR(L)D

Il traguardo dei 150 post mi da un'ottima occasione per dare informazioni dettagliate, ai miei pazienti lettori, sui blog linkati nella sezione apposita. Sono li già da qualche settimana (alcuni da quando ho aperto questo spazio) ma, tra una cosa è l'altra non ne ho mai avuto l'occasione. Perciò, visto che ci sono, vi parlo un po' di tutti:

Il blog di
Deiv: il ragazzo in questione è mio cugino. Ha l'hobby della fotografia ed è anche bravo, pertanto vi invito a visitare il suo blog se siete interessati all'argomento.

Il blog di
Nick: altro cugino, altro blog. Qui, il buon Nick parla di tutte le sue passioni. Nelle ultime settimane sta tenendo un diario giornaliero del suo viaggio in Giappone. Visitatelo!

Il blog di
Vale: blog fotografico di un'amica milanese. E' un po' ferma nell'ultimo mese ma noi aspettiamo fiduciosi che ricominci a postare. Forza Vale!

Il blog di
Accacappa: il blog Ottuso che poi tanto ottuso non è. Ricco di rubriche di "qultura" e attualità, sempre in bilico tra il serio e il faceto. Lo leggo sempre volentieri e pertanto lo consiglio caldamente.

Il blog di
OTZ: il diario di Evan, una ragazza di Taiwan che studia in Quebec. Un perfetto esempio di un incontro tra culture diametralmente opposte.

Il blog di
Altrocinema: un blog interamente dedicato a tutto il cinema asiatico. Se siete anche minimamente interessati all'argomento non potete perdervelo.

Il blog di
Breaking News: altro blog interamente dedicato al cinema, questa volta a 360°, con commenti anche sulle ultimissime novità in sala. Imperdibile, a mio modesto parere.

Il blog di
Alessio: una miniera inesauribile di consigli tecnici per districarsi nel complesso mondo dei personal computer e di iniziative per la salvaguardia dell'ambiente. Senza dimenticare i video divertenti postati la domenica.

Il blog dei
Radiohead: foto e pensieri dei membri di una delle migliori band esistenti al mondo. Non serve dire altro.

Bene, sperando di poter allungare ulteriormente questa lista, vi saluto e vi ringrazio.

Sunday, January 28, 2007

"...E Alla Fine Arriva Polly"...se proprio non se ne può fare a meno...

…E alla fine arriva il momento in cui ti trovi a vedere un film che non avevi programmato, uno di quelli lasciati volontariamente nella lista degli “scartabili” o in quella “ultima spiaggia”. In effetti è capitato che, in mancanza di titoloni da noleggiare (non sono ancora riuscito a recuperare Inside Man…), o lasciato che fosse la mia ragazza a scegliere. “…E Alla Fine Arriva Polly” non è certo il mio genere ma, considerato che la mia dolce metà guarda tutti i film che le propongo, sottotitolati o meno, mi sembra giusto adeguarmi ogni tanto. Penso inoltre che, guardare un film, che non sia per forza un rinomato capolavoro, possa aiutare a tenere allenata la propria capacità di giudizio. Ci si potrebbe anche imbattere in qualche bella sorpresa…non è certo questo il caso ma non si può mai sapere. La “storia” in due parole: Reuben lavora per un’ importante compagnia assicurativa. Il suo compito è quello di calcolare tutti possibili rischi e determinare così l’ “assicurabilità” di un determinato cliente. Reuben è un maestro nel suo lavoro perché è abituato ad applicare il calcolo dei rischi anche nella sua vita personale. Tutte le sue certezze vanno in frantumi quando la moglie lo tradisce e lo abbandona per un istruttore di sub, il primo giorno di luna di miele. Tornato a casa cerca, con l’aiuto dell’amico Sandy Lyle, di rimettere in piedi la sua vita in particolar modo quella sociale. Durante una festa incontra Polly, una sua compagna di scuola alle superiori, ed iniziano ad uscire insieme. La bella Polly vive alla giornata, viaggia molto e cambia spesso lavoro e soprattutto no fa programmi della sua vita…proprio l’esatto contrario del povero Reuben. Una commedia americana classica, che più classica di così non si può, una di quelle che si fatica a distinguere dalle altre 50 uscite negli anni precedenti. Dal regista John Hamburg (già autore de Ti Presento I Miei) non ci si aspettava, sinceramente, niente di più. Tutto si attiene alla norma del genere senza nessuna particolare sorpresa che possa solleticare l’interesse di chi guarda: tira e molla tra i protagonisti che si conclude con una bella morale e il lieto fine. Il tutto è decisamente troppo telefonato e vi assicuro che vi bastano i primi dieci minuti di visione per poter facilmente intuire come si concluderà la vicenda. Gli attori svolgono bene o male il loro dovere: Ben Stiller ormai ha ritagliato addosso il ruolo di imbranato che gli capitano tutte li sfighe di questo mondo. Jennifer Aniston è sempre una bella presenza e ci piace anche in abiti “casual” piuttosto che in tenuta griffata come la Rachel di Friends. Ruolo minore, ma divertente per Alec Baldwin. Ora, penso si sia intuito che il mio giudizio su questo film è sostanzialmente negativo. Per quanto la durata non sia eccessiva, il divertimento e le risate latitano mentre la noia si fa strada prepotente. Ma c’è una nota positiva: Philip Saymour Hoffman. Adoro quest’attore e la sua interpretazione di un attore fallito è veramente pregevole. Non che questo valga la visione del film naturalmente…

Friday, January 26, 2007

"Il mio nome non è Frank. Mi chiamo Jack Bauer"

ATTENZIONE: IL SEGUENTE POST CONTIENE SPOILER

7:00 - 8:00
Sono passati 18 mesi da quando Jack Bauer è stato dato per morto. In realtà egli vive sotto il falso nome di Frank Flynn e lavora saltuariamente in un pozzo petrolifero poco fuori Los Angeles. David Palmer in visita dal fratello, viene assassinato da un cecchino e pochi minuti dopo anche Michelle Dessler e Tony Almeida sono vittime di un attentato. Tony rimane gravemente ferito mentre Michelle muore. Il presidente Logan si prepara ad un summit con il presidente Russo, con il quale firmerà un trattato. La moglie di Logan è convinta che l'omicidio di Palmer sia legato a delle informazioni di sicurezza nazionale che l'ex presidente voleva riferirgli. Chloe, terrorizzata dal fatto che qualcuno stia uccidendo tutti quelli che sanno che Jack è ancora vivo, decide di chiamarlo. Jack, scosso per la perdita improvvisa di tanti cari amici, decide di partire subito per Los Angeles rubando un elicottero. Sfortunatamente Derek, figlio di Diane Huxley con cui Jack ha una relazione, decide di seguirlo sospettando che l'uomo nasconda qualcosa. Jack lo porta con se in elicottero, con il quale raggiunge Chloe in una vecchia raffineria. La ragazza però è stata seguita e Jack ingaggia uno scontro a fuoco con gli inseguitori eliminandoli tutti tranne uno che si scopre essere lo stesso assassino di Palmer. Jack lo convince a confessargli tutto quello che sa in cambio della salvezza. L'uomo rivela che chi lo ha ingaggiato vuole far ricadere la colpa degli assassini su di Jack e che Palmer era l'obiettivo primario. Appreso questo, Jack giustizia l'uomo.

8:00 - 9:00
Un video di sorveglianza incastra Jack che viene ritenuto il sospettato numero uno dell'omicidio di Palmer. Jack decide di recarsi nell'appartamento dove Palmer è stato colpito, convinto che li troverà delle informazioni preziose. Con l'aiuto di Chloe entra nel palazzo e raggiunge l'appartamento. All'interno dello studio di Palmer Jack trova in un computer un file criptato contenente il primo capitolo delle memorie dell'ex presidente. Sopreso dal fratello di Palmer, Wayne, Jack lo convince della sua innocenza e insieme verificano il file con una stesura precedente delle memoria. Il file criptato contiene alcune frasi aggiunte in seguito. Una in particolare si riferisce ad un impiegato del controllo bagagli dell'aereoporto. Jack grazie all'aiuto di Chloe che crea un diversivo facendosi arrestare, fugge dal palazzo con Derek e si dirige all'aeroporto. Nel frattempo Logan cerca in tutti i modi di calmare la moglie che da anni soffre di problemi psicologici. La donna è ossessionata dall'idea che la telefonata di Palmer sia legata al suo omicidio. Logan si procura la registrazione audio, la quale si rivela una semplice telefonata di cortesia. La First Lady è convinta che la registrazione sia stata contraffatta. Jack giunto all'aeroporto consegna Derek a sua madre e si dirige al deposito bagagli. Qui trova l'impiegato nominato negli scritti di Palmer ma, prima che Jack possa estorcergli qualche informazione, l'uomo si suicida. Nel frattempo un commando armato fa irruzione nell'aeroporto e prende in ostaggio i presenti incluso Derek. Mentre il presidente Russo atterra con il suo elicottero in territorio americano, il senatore Cummings (consigliere insieme a Mike Novik di Logan) comunica ad un uomo misterioso di aver provveduto a "ritoccare" la telefonata tra Palmer e la moglie del presidente. Si scopre così che il senatore è coinvolto con gli attentatori dell'aeroporto ma anche con la morte di David Palmer e Michelle Dessler.


"Jack, sotto la falsa identità di Frank, si reca al suo nuovo lavoro"


"Tony poco prima che la macchina di Michelle salti in aria"

"Jack e Chloe si preparano ad entrare in azione"

L' orologio sta per ricominciare a correre...

Questa sera alle 21:00 sul canale FOX di SKY, andranno in onda i primi due episodi del DAY 5 di 24. Inutile che vi parli del mio amore incondizionato per questa splendida serie ma è difficile trattenere l'emozione per quella che si annuncia come una delle migliori stagioni, tanto da aver fruttato un Emmy per la miglior serie drammatica, uno per la miglior regia ed uno a Kiefer Sutherland come miglior attore. Per alleviare l'attesa ho deciso di postare due video: il primo è ambientato sei mesi prima l'inizio del DAY 5 e funge da collegamento con la quarta stagione. Il secondo, invece, è il trailer americano sempre della 5 stagione.

DAY 5 PREQUEL

DAY 5 TRAILER

Lyric of the Week / DAVID BOWIE - I' M DERANGED

Funny how secrets travel,
I'd start to believe if I were to bleed
Thin skies, the man chains his hands held high
Cruise me blond
Cruise me babe
A blond belief beyond beyond beyond
No return
No return

I'm deranged
Deranged my love
I'm deranged down down down
So cruise me babe cruise me baby
And the rain sets in
It's the angel-man
I'm deranged
So cruise me cruise me cruise me baby
The clutch of life and the fist of love
Over your head
Big deal Salaam
Be real deranged Salaam
Before we reel
I'm deranged
And the rain sets in
It's the angel-man
I'm deranged
And the rain sets in
It's the angel-man
I'm deranged
So cruise me cruise me cruise me baby

Thursday, January 25, 2007

Eroi immortali

Jake e Martin potrebbero essere grandi amici se non fosse che, lavorando per due boss differenti in guerra tra di loro, finiranno presto o tardi per uccidersi. I boss in questione, Yam e Fong, imbarcati in uno scontro senza che l'uno riesca a prevaricare l'altro, versano indiscriminatamente il sangue dei propri uomini, giungendo perfino a tradire quelli più fidati, quelli che in nome di un patto di lealtà non si tirano indietro neanche di fronte alla morte. Ad è proprio dopo un sanguinoso attentato alla vita di Yam che, quest'ultimo e Fong, giungono ad un compromesso tagliando fuori elementi sacrificabili come Jack e Martin gravemente feriti nella sparatoria. Jack riesce a salvarsi da due sicari grazie al sacrificio della sua amante, mentre Martin perderà le gambe a seguito di un'amputazione. Traditi e rinnegati dai loro stessi fratelli, neanche la morte potrà privarli di una giusta vendetta. Che cos'è un "eroe"? Quali sono, se esistono, i parametri per definire una persona in tale maniera? Al di là della concezione "romantica" che si può avere, (quella della figura senza macchia e senza paura che si erge in difesa dei più deboli sprezzante del pericolo) l'immagine che emerge da questo fantastico film di Johnnie To è un tantino differente. Qui gli eroi sono fuorilegge, assassini guidati da un forte senso dell'onore che li lega in maniera indissolubile ai propri fratelli, un senso di giustizia che li porta al sacrificio personale e ad essere spietati ma rispettosi verso i propri nemici. Se i personaggi maschili sono ritratti in maniera molto forte, quelli femminili no sono da meno: le donne di Jack e Martin sono amanti devote ai propri uomini, perfetamente consapevoli del fatto che l'uno potrebbe diventare l'assassino dell'altro, disposte per loro al sacrificio estremo. Un coplemento perfetto, insomma, a dei personaggi già perfettamente quadrati. Il film nella prima parte ci presente per bene i personaggi è il tipo di rapporti che li legano, prosegue poi per accumulo deflagrando in un finale adrenalinico. To gestisce tutto in maniera impeccabile, regalandoci due scene assolutamente grandiose: la sparatoria nel motel e la gia succitata sparatoria finale con annessa pioggia di vetri. Unico rammarico è l'impossibilità, almeno al momento, di reperirne un'edizione in dvd almeno sottotitolata...speriamo che la RHV lo abbia tra i titoli di prossima pubblicazione.

P.S.: un ringraziamento particolare ad Hawke per avermi consigliato la visione di questo film ^______^

Wednesday, January 24, 2007

"...LINDA LINDA LINDA..."

Tre studentesse cercano di ricomporre il loro gruppo musicale dopo che un litigio ha portato una delle componenti ad allontanarsi. In vista del festival scolastico nel quale dovranno suonare, chiedono alla coreana Son (trasferitasi nella loro scuola per un programma di scambio culturale) di cantare nel loro gruppo, ed iniziano così a provare delle cover dei Blue Hearts, gruppo punk giapponese, la cui canzone Linda Linda da il titolo al film. Questa è, in linea di massima, la trama del film la cui prima mezzora fa pensare ad una banale commedia a sfondo scolastico, ma che in realtà nasconde un' anima ben più profonda. L'abilità di Yamashita Nobuiro e dell'ottima sceneggiatura sta nel riuscire a trattare, con i delicati toni della commedia, argomenti come l'amicizia, l'affermazione, la crescita individuale e collettiva, senza tralasciare nella narrazione tutti quei momenti tipici dell'adolescenza e del periodo scolastico (le prime infatuazioni, ex-ragazzi e spasimanti un po' imbranati ecc). Il film mantiene un tono allegro e spensierato per tutta la sua durata, anche se si percepisce la volontà del regista di infondere un alone nostalgico agli eventi: si ha come la sensazione, infatti, che la fine della festa porterà via con se momenti importanti e irripetibili in una sorta di passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Ottimi i personaggi, uno su tutti quello della coreana Son: interpretato dalla splendida Du-na Bae (Mr. Vendetta) con il suo giapponese appena accennato, la sua voglia di integrarsi e la sua capacità di comunicare con le altre ragazze nonostante l'ostacolo della lingua, la porterà a diventare il cuore del gruppo e l'anima stessa del film.

Questo e gli altri commenti presenti nel blog, li potete trovare nella sezione DVD & Cinema (curata da me e aggiornata settimanalmente) del sito Kerotan-GT.

Tuesday, January 23, 2007

NOMINATION OSCAR 2007

In questo link potete trovare tutte le nomination degli Oscar 2007.

http://www.imdb.com/features/rto/2007/oscars

I premi verranno assegnati domenica 25 febbraio.

La trilogia della Black Society: Parte Terza

Ryuichi, suo fratello minore Shunrin e Chan sono tre ragazzi nati è cresciuti in una zona dell'entroterra giapponese, lontani dalle grandi città. Figli di immigrati cinesi, sin dall'infanzia subiscono ogni tipo di discriminazione a causa delle loro origini. Cresciuti con un forte rancore verso il Giappone, sarebbe loro grande desiderio poter partire, andare via, lontano. Ottenere un pasaporto non è così semplice però. Mentre Ryuchi e Chan conducono una vita da sbandati, Shunrin si dedica allo studio almeno fino a quando il fratello maggiore non decide di partire per Tokyo nella speranza di dare una svolta alle loro vite. Ma la vita nella metropoli non è certo facile e per racimolare un po' di soldi iniziano a spacciare toluene per conto del malavitoso Ikeda (interpretato dal mitico Sho Aikawa). I ragazzi, ai quali nel frattempo si è unita la prostituta cinese Anita, non hanno dimenticato il loro proposito di partire il più lontano possibile dal Giappone, ma per poter realizzare il loro sogno hanno bisogno di molti soldi. Decidono allora di effettuare una rapina nel quartier generale del boss cinese Wong: con i soldi guadagnati potranno trasferirsi in Brasile e ricominciare la loro vida da capo. Il colpo va a buon fine ma da quel momento in avanti i giovani si trovano tra due fuochi: Ikeda desideroso di mettere le mani su quei soldi e Wong che vuole soltanto vendetta. Ley Lines chiude la trilogia della Black Society e completa il discorso, iniziato con Shinjuku Triad Society e Rainy Dog, relativo ai "senza patria" e agli "esuli" rimasti senza un posto al quale tornare. I giovani protagonisti della storia sono nati in giappone da genitori cinesi e pertanto non vengono considerati giapponesi. La discriminazione che ne consegue, unita a questo senso di "non appartenenza", portano la maggior parte di loro a cercare il riscatto sociale anche attraverso la violenza. Come nei capitoli precedenti, i protagonisti sono prigionieri di un destino avverso e ineluttabile che soffocherà irrimediabilmente la loro volontà nel sangue. Pessimistico, violento, disturbante come solo Miike riesce a fare, Ley Lines sfoggia un pregevolissimo lavoro di macchina da presa e buone interpretazioni sia dei giovani attori che di quelli più navigati. Nell'ottica della trilogia, forse questo è il capitolo "minore" ma un classico Miike preso singolarmente.

Monday, January 22, 2007

L' ultima favola di Shyamalan

Il bello delle fiabe e dei racconti fantastici in generale, sta nella loro capacità di parlare direttamente al cuore di chi le sa ascoltare e di riuscire a comunicare, attraverso un linguaggio metaforico, importanti concetti strettamente legati al reale e alla vita quotidiana, o più semplicemente una morale. Ed è esattamente da una favola che nasce l'ultimo film di M.Night Shyamalan, più esattamente da un racconto che il regista ha inventato come favola della buona notte per i suoi figli. Elaborata a poco a poco mentre veniva narrata, la storia definitiva è stata pubblicata dallo stesso Shyamalan, in un libro illustrato. Dalle librerie al cinema il passo è stato breve ma non privo di intoppi, primo fra tutti, gli ostacoli posti alla realizzazione del progetto da parte della Buena Vista che hanno portato il regista americano a migrare verso la Warner. Le vicende narrate si svolgono il un complesso condominiale con piscina annessa. Cleveland, il custode "tuttofare", vive li da diversi anni e si occupa di tutte le piccole e grandi manutenzioni. Non è sempre stato così. Cleveland aveva un'altro lavoro, un'altra vita. La sua nuova occupazione rappresenta per lui un rifugio da un passato e da ricordi che vuole cancellare. Una notte nella sua vita entra Story, una ragazza apparentemente comune che la sera nuota nella piscina. L'incontro con la ragazza porterà una vera rivoluzione nella vita di Cleveland e degli altri condomini quando prenderanno coscienza della sua vera natura. Story in realtà è una narf, una ninfa delle acque portatrice di un messaggio per uno degli abitanti del complesso. Narra infatti una leggenda che tantissimi anni fa, gli uomini ascoltassero sempre le parole delle narf e ne traessero importanti conoscenze. Ma con il passare degli anni, l'uomo ha smesso di ascoltare e le narf hanno lentamente smesso di manifestarsi a lui. Sono veramente pochissime quelle che ancora oggi provano a parlare con l'uomo e Story è una di queste. Una volta consegnato il suo messaggio la narf potrà fare ritorno nel suo mondo, sempre che le creature che vivono nell'erba non cerchino di impedirlo. Quello che stupisce positivamente o negativamente del film di Shyamalan, è la capacità che hanno i personaggi a credere senza esitazioni all' incredibile manifestarsi nelle loro vite di una creatura fantastica e a prodigarsi generosamente per aiutarla e difenderla. L'interno del condominio rappresenta per i suoi inquilini un vero e proprio rifugio, quasi un mondo a se stante nel quale le brutture dell'esterno riescono comunque a filtrare (le immagini della guerra in Iraq fanno capolino dal televisore di Cleveland). Shyamalan ricrea al suo interno una comunità omogenea, unita, abitata da ogni tipo di persona, ogni tipo di etnia, pronta a fare fronte comune nel momento di necessità: c'è lo scrittore che con le sue parole può cambiare il mondo (interpretato dallo stesso Shyamalan), c'è la famiglia di ispanici, quella cinese, il critico cinematografico (personaggio fantastico attraverso il quale Shyamalan si burla della categoria) ecc. Non sembrerebbe neppure un film di Shyamalan se non fosse che tante scene ed inquadrature portano senza alcun dubbio la sua firma. Il regista americano rinuncia perfino al suo classico finale ad effetto in favore di un happy ending doveroso. Un lavoro sicuramente inferiore a The Village ma che, nella mia scala di valori, va ben oltre la sufficienza.

Sunday, January 21, 2007

Lyric of the Week / THOM YORKE - THE ERASER

Please excuse me but I got to ask
Are you only being nice
Because you want something
My fairy tale arrow pierces
Be careful how you respond
'Cause you'd not end up in this song
I never gave you an encouragement
And it's doing me in
Doing me in
Doing me in
Doing me in
Doing me in

The more you try to erase me
The more, the more
The more that I appear
Oh the more, the more
The more you try the eraser
The more, the more
The more that you appear

You know the answer so why do you ask
I am only being nice
Because I want someone, something
You're like a kitten with a ball of yarn
And it's doing me in
Doing me in
Doing me in
Doing me in
Doing me in

The more you try to erase me
The more, the more
The more that I appear
Oh the more, the more
The more I try to erase you
The more, the more
The more that you appear
No, you're wrong, you're wrong
You're wrong, you're wrong
You're wrong, you're wrong
You're wrong

Saturday, January 20, 2007

Whould You Like To Meet A Ghost?

Strane morti, suicidi apparentemente inspiegabili, strane sparizioni aumentano a dismisura. Qualcosa di strano e incomprensibile si sta lentamente diffondendo per le strade tra la gente, qualcosa che non è più possibile celare, qualcosa che non si può più arginare in una stanza sigillata con del nastro adesivo. Negli stessi giorni un programma, forse una sorta di virus informatico, si inserisce nel sistema operativo dei computers, collegandoli ad uno strano sito internet. Il sito mostra immagini di stanze anonime, alcune deserte mentre in alcune si possono scorgere figure umane. Una frase compare sullo schermo con una domanda: "Vorresti incontrare un fantasma?". Michi, impiegata in un vivaio, indaga sulla scomparsa di alcuni suoi colleghi, entrati in una delle stanze sigillate dove alcune inquietanti presenze sembrano averli spaventai a morte. Kawashima, giovane studente di economia, si rivolge ad una studentessa di informatica per chiedere spiegazioni, dopo che il suo pc si è connesso da solo a quello strano sito. La ragazza, di nome Harue, sembra molto interessata a questo sito, così come il suo collega di laboratorio che espone a Kawashima una sua teoria oggetto di studio: lo spazio in cui i fantasmi "vivono" da quando esiste la vita, è limitato ed ha raggiunto la saturazione. Pertanto le anime dei morti stanno trovando un modo, magari proprio attraverso le linee telefoniche e informatiche, per riversarsi sul nostro mondo. Questa la teoria, che ricorda quella romeriana di Dawn of the Dead, su cui si basa il film di Kiyoshi Kurosawa ultimo esponente dell'horror made in Japan ad essere giunto da noi. A differenza degli illustri predecessori (Ringu e Ju-On) qui non ci sono spiriti vendicativi o macabre catene di Sant'Antonio. Ci sono i fantasmi, è vero, ma non sono loro il vero pericolo. La minaccia questa volta è più subdola ed è in grado di raggiungerci ovunque: la solitudine. Nella visione pessimistica e critica verso la società giapponese (ma non solo quella a mio avviso), le tecnologie che avrebbero dovuto collegare ogni essere vivente sul pianeta in realtà ci stanno isolando ancora di più, creando dei "fantasmi viventi" la cui unica finestra sul mondo è rappresentata dallo schermo di un pc. Inquietante ed apocalittico (altro riferimento al cinema di Romero) ho apprezzato molto il tentativo di inserire una chiave di lettura così profonda, in un contesto commerciale come il genere J-Horror e pertanto lo consiglio.

Friday, January 19, 2007

"Tratto da una storia vera...più o meno"

Ho snobbato questo film alla sua uscita cinematografica, ripromettendomi che lo avrei recuperato una volta si fosse reso disponibile a noleggio, e cosi è stato. Diretto dal meno talentuoso dei fratelli Scott (come chi? Tony naturalmente!) e scritto da Richard Kelly (Donnie Darko), il film racconta la "vera" storia di Domino Harvey. "Chi?" direte voi. E' presto detto: Domino è una ragazza di ricca famiglia, nata e cresciuta in quel di Beverly Hills. Il padre, famoso attore, muore quando lei è ancora bambina e la madre, alla ricerca di un nuovo facoltoso compagno con il quale accasarsi, decide di mandarla in collegio. Gli anni passano e Domino cresce con una profonda avversione per quel mondo ricco e patinato che la circonda e nel quale non ha nessuna intenzione di integrarsi. Questo suo rifiuto si traduce in atteggiamenti, spesso e volentieri, violenti che le costano il suo lavoro da modella e l'espulsione dall'università. Il fato vuole che la giovane si imbatta in un foglio di giornale nel quale è riportata la pubblicità di un seminario per diventare cacciatori di taglie. Inutile dire che l' atteggiamento duro, deciso, sfacciato, gioca decisamente a suo favore e in poco tempo entra a far parte di una compagnia di "bounty hunters". Storco sempre il naso quando mi trovo di fronte ad una pellicola biografica perchè è imposibile percepire, in quello che vediamo, il confine tra quello che è reale e quello che è pura fiction. Per la prima volta, in questo genere di film, si mettono le mani avanti e una scritta precede l'inizio del film "Tratto da una storia vera...più o meno". Precisato questo, lo spettacolo comincia. E di spettacolo effettivamente di tratta: lo stile adottato è quello da videoclip che ci bombarda con musica e montaggio frenetico dall'inizio alla fine del film. Quello che all'inizio può sembrare il pregio del film diventa, viste le due ore di durata, un difetto non da poco. E' vero che lo spettatore non ha cali di attenzione durante questo spettacolo pirotecnico, ma personalmente già a metà film non ne potevo più. Peccato, perchè comunque il film non è malvagio, la storia è piacevole così come le interpretazioni degli attori principali (brava Keira Knightly in versione bad girl) che di quelli secondari (ma quant'è bravo Christopher Walken?). A questo proposito voglio segnalare i cameo di Ian Ziering e Brian Austin Green che interpretano se stessi in maniera molto autoironica. Il film si merita una piena sufficienza ma non riesco ad essere maggiormente generoso proprio per il difettuccio di poco sopra. Comunque guardatelo se volete vedere il naso di Brian Austin Green andare in frantumi.

Thursday, January 18, 2007

Lotta per il potere

Due anni son passati dalle ultime elezioni e per la triade Wo Sing giunge nuovamente il momento di eleggere un nuovo presidente. Il mandato di Lok sta per concludersi e nonostante inviti alcuni dei suoi figliocci (tra cui il riluttante Jimmy) a candidarsi, è sua intenzione proporsi, a dispetto di tutte le regole, per un secondo mandato. Dell'uomo di due anni prima, legato alla triade da una forte lealtà e da un profondo rispetto per le tradizioni su cui si fonda, non è rimasto niente. Divorato dalla sete di potere, Lok farà di tutto per mantenere ben saldo il comando della triade nella sue mani, calpestando regole e tradizioni, eliminando gli ostacoli che lo intralciano, siano questi i suoi stessi figliocci o gli anziani della Wo Sing. Anche Jimmy, vistosi sfumare un affare molto importante in territorio cinese, decide di concorrere per la presidenza. Questa situazione scatenerà una guerra sanguinosa quanto inevitabile. Johnnie To torna a raccontare le triadi cinesi nel seguito del suo bellissimo Election. Supportato dall'ottimo cast del film precedente, lo sguardo di To torna a posarsi nella vita all'interno delle triadi, mostrandoci senza fronzoli, in maniera cinica e spietata, la realtà della criminalità di Hong Kong ormai sotto il controllo della nuova Cina capitalista sempre più in espansione. Un segno dei tempi che cambiano insomma, rimarcato in maniera molto evidente dalla violenza, appena accennata in Election, che qui viene abbondantemente mostrata. Ed ora la fatidica domanda: meglio il primo o il suo seguito? Non mi sento di dare un giudizio in questo senso anche perchè credo che i due film siano complementari tra di loro. Election 2 non si sofferma unicamente a raccontare il destino dei suoi protagonisti, ma approfondisce e chiude il discorso sulle triadi e su come le sue centenarie tradizioni si infrangano contro i cambiamenti sociali e culturali degli ultimi anni. Se il primo vi è piaciuto, non credo che rimarrete delusi. A me non è successo.

Wednesday, January 17, 2007

The Number of the Beast

Il giorno 6 di giugno, alle ore 6 (forse dell'anno 1976) in una clinica di Roma, un bimbo muore mentre uno nasce. Il padre del neonato deceduto è Robert Torn(interpretato da un grandissimo Gregory Peck) , diplomatico americano di stanza nella capitale italiana. Al dolore per la perdita del figlio appena nato, si aggiunge lo strazio al solo pensiero di dover riferire alla moglie la terribile notizia, visto quanto il bambino era desiderato e quanto era stato difficile rimanere incinta. Il prete direttore della clinica, gli offre una possibilità, una speranza per risparmiare alla moglie di Robert un'atroce sofferenza: il bambino nato, mentre il suo moriva è un orfano. La madre, morta durante il parto, lo ha lasciato senza nessuno al mondo, pertanto Robert acconsente a prendere il bambino come se fosse il suo. Nominato ambasciatore in Inghilterra, si trasferisce in terra britannica con tutta la famiglia. La loro vita scorre tranquilla...almeno fino al quinto compleanno del piccolo Damien (questo il nome del bambino). Durante la festa di compleanno, infatti, la tata di Damien si toglie la vita in maniera orribile. Messo in guardia da uno stano prete e angosciato dagli strani incidenti che capitano in presenza del bambino, Robert inizia una personale ricerca che lo porterà a scoprire la vera natura di Damien. Mi piacciono i vecchi film horror. E' verissimo che effetti ed effettacci risentono del passare degli anni e non possono certo competere con le tecnologie odierne. E' altrettanto vero che pur potendo sfruttare le tecnologie più nuove, il 90% dei film horror odierni non hanno anima, non hanno il giusto mordente per accalappiare lo spettatore ma sopratutto, mancano di quell'originalità di fondo che invece possiedono i classici del genere. Fresco di remake nell'anno appena passato, Omen rientra a mio modestissimo parere tra questi classici. Diretto da Richard Donner (Superman, Arma Letale, Lady Hawk, I Goonies ecc.) il film appare datato nella forma ma è ancora in grado, nonostante i trent'anni che si porta sulle spalle, di trasmettere allo spettatore la giusta tensione. Il fatto che poi sia un bambino il fulcro della vicenda, nonchè il portatore del demoniaco destino, rende tutto molto disturbante: impossibile dimenticare il sorriso ironico e beffardo del piccolo Damien, che guarda in direzione della cinepresa alla fine del film. Lo consiglio ai cultori del cinema horror "vintage" e anche a quelli che vedendo il remake sarebbero voluti morire.

Tuesday, January 16, 2007

Una vita da McDull

Lessi qualcosa su My Life As McDull diversi mesi fa sul sito www.asianworld.it e il soggetto di questa pellicola d'animazione made in Hong Kong mi incuriosì parecchio. In quel periodo però già avevo una lunga lista di film da recuperare e passai oltre. Pochi giorni fa mi torna sotto gli occhi questo curioso titolo e decido così di procurarmelo e dargli un'occhiata. Il film racconta della vita del maialino McDull nato, almeno così credeva la madre, sotto ottimi auspici: mentre si trovava in ospedale per partorire, la signora McBing vede entrare dalla finestra una ciotola che volteggiando rimane sospesa proprio sopra il letto della partoriente. Credendo si trattasse di un miracolo la signora McBing esprime dei desideri nella speranza che possano portare fama, fortuna e bellezza al nascituro. Convinte che almeno uno dei desideri gli fosse stato concesso decise di chiamare il piccolo McDull, un nome molto più modesto di quello che aveva pensato in principio e cioè McNificient. Diretto da Toe Yuen, il film unisce animazione 2D, 3D e qualche ripresa, in uno stile molto particolare e piacevole che rende alla perfezione una metropoli caotica come Hong Kong. Il prodotto è sicuramente rivolto ad un pubblico molto giovane ma non solo: McDull, a conti fatti è "un perdente" le cui aspettative vengono deluse in continuazione. Non si arrende alle batoste della vita e, come ha imparato da sua madre, cerca di cogliere il meglio da ogni esperienza e di accontentarsi delle piccole cose. Alla fine sono quelle che ti rendono felice. Un film simpatico che riesce a essere divertente, a tratti malinconico e con una morale profonda. Data la durata non eccessiva (sui 70 minuti mi pare), se quanto scritto vi ha incuriosito, recuperatelo. E' possibile che rimaniate piacevolmente sorpresi.

GOLDEN GLOBE 2007 - Vincitori e vinti

Ecco caldi, caldi le nomination e i premiati all'ultima cerimonia dei Golden Globe svoltasi in nottata:

http://www.hfpa.org/nominations/index.html

Fa piacere vedere premiati Babel come miglior film drammatico e Martin Scorsese per la miglior regia con The Departed. Tra i premiati ancora tanti film da recuperare e da vedere tra cui, The Queen e Letters From Iwo Jima.
Per quanto riguarda le serie tv, 24 e Lost sono stati stracciati da Grace Anatomy(?). All'asciutto anche Kiefer Sutherland nella categoria miglior attore di serie drammatica. Il premio è andato a Hugh Laurie (Dr House).

Monday, January 15, 2007

U2 The Best Of...ANCORA?!?


1) Beautiful Day
2) I Still Haven't Found What I'm Looking For
3) Pride (In The Name Of Love)
4) With Or Without You
5) Vertigo
6) New Year's Day
7) Mysterius Ways
8) Stuck In A Moment You Can't Get Out Of
9) Where The Streets Have No Name
10) Sweetest Thing
11) Sunday Bloody Sunday
12) One
13) Desire
14) Walk On
15) Elevation
16) Sometimes You Can't Make It On Your Own
17) The Saint Are Coming (feat. Green Day)
18) Windows In The Sky
19) I Will Follow (bonus track)

Il 2006, anzi le fine del 2006, è stato un po' l'anno dei Best Of di tanti artisti: Oasis, Depeche Mode, Jamiroquai, George Michael, Beatles e anche gli U2. E' strano che la band irlandese se ne esca con un altro Best Of dopo le due bellissime raccolte pubblicate tra il 1999 e il 2001: Best of 1980 - 1990 e 1990 - 2000 raccoglievano il meglio che gli U2 hanno realizzato in due decadi di carriera, dall'esordio di Boy a Pop senza contare che nelle edizioni limitate a doppio cd, erano raccolte anche le B-sides. Uscita in periodo pre-natalizio (furbetti!) questa ennesima raccolta si propone di riassumere in 18 tracce, i migliori singoli della loro carriera includendo qualche estratto dagli ultimi due album, All That You Can Leave Behind e How To Dismantle An Atomic Bomb (che a dir la verità sono un po' debolucci e quindi una spintarella ci stava). I brani classici ci sono quasi tutti, da Sunday Bloody Sunday a Pride, da With or Without You a One, rimanendo fuori dalla raccolta i singoli di Boy (I Will Follow compare come traccia bonus unicamente nell'edizione a disco singolo), October e Zooropa e Pop. Questo è accaduto principalmente perchè i posti effettivi vacanti erano 16, visto l'inserimento di due traccie inedite: The Saint Are Coming e Windows In The Sky. Mentre la prima è decisamente insopportabile già al secondo ascolto (ma non c'era qualcosa di meglio dei Green Day con cui duettare?) la seconda è veramente bella anche a livello di videoclip, tanto che lo posterò più in basso. Anche se le operazioni "Best Of", mi lasciano sempre l'amaro in bocca, gli U2 son pur sempre gli U2 e se proprio volete comprare questa raccolta, vi consiglio di accaparrarvi quella con il dvd bonus con degli estratti video dall'ultimo concerto a Milano, una bellissima confezione "a libro" e inserto con testi foto e dati specifici su ogni traccia.

WINDOWS IN THE SKY VIDEO


WINDOWS IN THE SKY VIDEO 2

Sunday, January 14, 2007

D'you know what we did last summer? - Parte 2 - Quattro giorni intensi (e consecutivi) di vacanza

16 AGOSTO 2006*

Letteralmente fuggiti da un'ondata di meduse in arrivo, eccoci approdare nell'unica spiaggia protetta dal vento e perciò affollatissima!!!

"Nick e memedesimo in una posa plastica"


"Una foto di gruppo (io probabilmente sono in quell'ombrellone verde sulla sinistra)"

" Non chiedetemi cosa stessi facendo..."

"Foto di gruppo 2"

*le foto relative alla cena fatta il medesimo giorno le inserirò in un post apposito.

17 AGOSTO 2006

Che fare quando tutte le spiagge sono invase dalle meduse e il tempo fa anche un po' schifo? La risposta è una sola! Andare allo stagno di Vinagra, nel cuore dell'isola di San Pietro.


"Uno stagno in mezzo al nulla in una giornata d'estate...umidità a 1000!!!"

"Questa mi ricorda la copertina del disco The Invisible Band dei Travis"

"Se si è abbastanza coraggiosi da farsi scorticare da rovi ed arbusti, si può raggiungere una bella pineta...pare"

"Nel volto un sorriso, negli occhi la disperazione"


18 AGOSTO 2006

Eccoci nuovamente al mare (ancora qualche medusa ma a livelli accettabili) in compagnia di Yumi.

"Mio cugino Deiv troppo in forma"

"Yumi & Nick"

"Ma che bello quest'uomo"

"Deiv e l'immancabile calippino"

19 AGOSTO 2006

Il mio compleanno!!! Le foto sono fatte nelle pizzeria dove abbiamo cenato.

"Mia ma' e mio pa'"

"Tonia"

"Sergio (grande!)"

"Neanche in mezzo alla gente ci limitiamo..."

"Chissà se Deiv si ricorda il perchè di questa foto ^_______^"

"Eccoci nuovamente: Momes & Momis"

Che estate ragazzi!!! Grazie a tutti di cuore ^_________^.
Gli autori delle foto sono Me, Rosuen, Deiv, Nick e N-Chan

Lyric of the Week / SUEDE - TRASH

Maybe, maybe it's the clothes we wear,
The tasteless bracelets and the dye in our hair,
Maybe it's our kookiness,
Or maybe, maybe it's our nowhere towns,
Our nothing places and our cellophane sounds,
Maybe it's our looseness,

But we're trash, you and me,
We're the litter on the breeze,
We're the lovers on the streets,
Just trash, me and you,
It's in everything we do,
It's in everything we do...

Maybe, maybe it's the things we say,
The words we've heard and the music we play,
Maybe it's our cheapness,
Or maybe, maybe it's the times we've had,
The lazy days and the crazes and the fads,
Maybe it's our sweetness,

But we're trash, you and me,
We're the litter on the breeze,
We're the lovers on the streets,
Just trash, me and you,
It's in everything we do,
It's in everything we do.

But we're trash, you and me,
We're the lovers on the streets,
We're the litter on the breeze,
Just trash, me and you,
It's in everything we do,
It's in everything we do...

Saturday, January 13, 2007

La trilogia della Black Society: Parte Seconda

La pioggia scende scrosciante e fitta sopra Taipei e su tutti i "cani randagi" che vagano per le sue strade. Yuji yakuza in esilio, è uno di questi. La morte del suo boss in Giappone lo ha lasciato senza un posto dove tornare, pertanto per sopravvivere svolge qualche "lavoretto" per un boss locale che a detta sua, considera Yuji uno di famiglia, quasi come se si trattasse del suo stesso figlio. Un giorno giunge a casa di Yuji una donna, probabilmente una sua vecchia fiamma, in compagnia di un bambino muto di nome Ah Chen. La donna afferma che si tratta del figlio di Yuji e di cui d'ora in poi, l'uomo dovrà prendersi cura. Dopo Shinjuku Triad Society, la trilogia della Black Society prosegue tematicamente in questo bellissimo Rainy Dog. Elemento focale del racconto sono ancora una volta i "senza patria" in questo caso specifico veri e propri esuli impossibilitati a ritornare a casa per vari motivi. Di Yuji ne ho già parlato all'inizio e probabilmente il suo allontanamento dal Giappone è dovuto a qualche crimine commesso. Lo stesso poliziotto che gli è alle costole, è bloccato a Taipei fino a quando non l'ho avrà catturato. A tutti gli effetti Taipei è una prigione e la pioggia incessante aumenta sopratutto nel personaggio di Yuji, la sensazione di privazione, isolamento e solitudine. In questo contesto si inserisce il piccolo Ah Chen che rappresenterà per Yuji una nuova speranza, un'ancora di salvezza dalla follia. Anche ah Chen è un personaggio "Miikiano" a tutto tondo: senza un luogo di appartenenza, senza una casa ed una vera famiglia, si attaccherà a Yuji come un cucciolo, rispettando la distanza che il padre metterà tra di loro ma rimanendo in attesa di un gesto di riconoscimento e di affetto. L'introduzione della figura della prostituta Lily nella vita di Yuji ed Ah Chen, completa alla perfezione il nucleo familiare disfunzionale tipico della filmografia di Miike. Per quanto riguarda le interpretazioni non posso che segnalare il grandissimo Sho Aikawa nel ruolo di Yuji. A conti fatti, Rainy Dog è al momento il capitolo della trilogia che preferisco in quanto risulta essere molto più bilanciato che Shinjuku Triad Society. Spero di riuscire a recuperare al più presto l'ultima parte, ovvero Ley Lines.

P.S.: anche in questo caso l'immagine è presa dalla copertina del dvd inglese, pubblicato dall'etichetta Tartan.

Friday, January 12, 2007

Ricordi di un omicidio

Ci sono quei film che, nel bene o nel male, ti spiazzano, ti lasciano basito e l'unica cosa che riesci a dire è "Ma cos...?". Ci sono quei film che ti fanno subito una buona impressione per poi lasciarti addosso una delusione mortale. Ci sono, infine, quei film che non riesci ad inquadrare subito, che non capisci dove voglia andare a parare, ma vanno crescendo in maniera esponenziale e alla fine sei in grado di riconoscere diversi piani di lettura meno evidenti e più complessi. Mi è accaduto così con l'ultimo film (prima del colossale The Host) di Joon-ho Bong, Memories of Murder. Basato su una storia vera, il film racconta di due poliziotti diametralmente opposti nell'affrontare il proprio mestiere e della loro caccia ad un serial killer che tra il 1985 e il 1991, stuprò e uccise 13 donne. Inutile dilungarsi oltre nella trama che si articola semplicemente nelle indagini parallele tra il poliziotto di provincia Park, impegnato ad estorcere in maniera violenta confessioni a dei poveri malcapitati, e il poliziotto di città Seo, molto professionale e dalla sviluppata capacità investigativa. Insomma, Memories of Murder è un thriller/poliziesco atipico e scritto in maniera quasi perfetta. Il film comincia con toni quasi da commedia nera dove viene messo in risalto l'incapacità dei poliziotti e la superficialità di Park e la violenza del suo collega. Con l'arrivo di Seo da Seul, il film cambia lentamente registro diventando sempre più cupo e macabro, aumentando il ritmo di pathos e tensione in una corsa contro il tempo che condurrà i protagonisti verso un radicale cambiamento e gli spettatori ad un finale veramente spiazzante. Ad alimentare queste sensazioni, gioca un ruolo fondamentale la fotografia: luminosa nei primi minuti, si fa subito grigia e desaturata subito dopo l'apparizione del titolo del film, per tornare nuovamente solare nel finale. Il ruolo del poliziotto Park è interpretato da Kang-ho Song attore coreano presente nei film di Park Chan-Wook, Joint Security Area, Mr. Vendetta e in un ruolo minore di Lady Vendetta. Tra i film coreani che ho avuto la fortuna di vedere, la trilogia della vendetta di Chan-wook occupa sicuramente i primi posti nelle mie preferenze, ma questo Memories of Murder si piazza indubbiamente subito dopo.

Thursday, January 11, 2007

My STOP THE CLOCKS Collection

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TRIPLE VINYL LIMITED EDITION
CAT. N° RKIDLP36
NOTA: Include un photobook di 32 pagine
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OASIS - STOP THE CLOCKS (ITA)
DOUBLE CD
CAT. N° 88697007542
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OASIS - STOP THE CLOCKS (ITA)
DOUBLE CD PLUS BONUS DVD
CAT. N° 88697007552

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DOUBLE CD PLUS BONUS DVD
CAT. N° EIPC-7
NOTA: Include libretto fotografico con dediche esclusivo e booklet con i testi
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DOUPLE 7" VINYL LIMITED NUMBERED EDITION
CAT. N° RKID37

Nota: Include un esclusivo sticker sheet
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OASIS - STOP THE CLOCKS EP
SINGLE CD EDITION
CAT. N° RKIDSCD37
NOTA: Include un esclusivo sticker sheet